
Autore: Jessie Greengrass
Pubblicato da Bompiani - Marzo 2023
Pagine: 261 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narrativa straniera
ISBN: 9788830118355
ASIN: B0BX9ZHBJ9

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
📗 Trovalo usato
✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
Questo quando le cose erano ancora all’inizio, quando eravamo ancora poco convinti ed era ancora possibile credere che non ci fosse niente che non andava, a parte una strana sequela di mesi di luglio torridi e di tempesta a gennaio. Per tutta l’estate passavo le giornate a correre mezza nuda, poi, quando il tempo si guastava e portava piogge così torrenziali che l’acqua cadendo tracciava lunghe corde nell’aria, mi sedevo a guardarle dalla finestra della casa alta.

C’era una casa sopra la collina è un romanzo di velata denuncia alla crisi climatica, ma anche una potente riscoperta delle emozioni, di quelle trascurate, di quelle surclassate dalla quotidianità e dalla normalità.
La storia si suddivide in tre famiglie, la prima anomala e composta da Francesca una mamma matrigna disattenta, una scienziata pronta a difendere quel poco che resta del mondo, mettendo in salvo chi può, un papà bistrattato poco connesso alla realtà e in qualche modo anche lui lontano dai figli, Caro e Pauly due bambini cresciuti amandosi l’un l’altro, la seconda composta da un nonno amorevole e umile e una nipote Sally piena di vita ed entusiasmo, ed infine la terza famiglia, quella che comporrà l’insieme delle due, insolita, ma ricca di affetto, dove Sally sarà la nuova matrigna e Caro e Pauly i figli, il nonno per poco presente e poi una stella nel cielo.
La prima parte della narrazione è ambientata in città, dove Francesca è tormentata da quello che accade intorno, dalle alluvioni improvvise e dai paesi sommersi, la narrazione è interrotta dall’alternarsi di vita e lavoro, dalla routine giornaliera ed anche dalla nascita del piccolo Pauly che per diversi mesi addolcirà il rapporto fra Francesca e Caro dettando le basi di quello che sarà il futuro tra i due principali protagonisti.
Senza che i figli se ne accorgano Francesca e il marito stanno ristrutturando quella casa sulla collina, che diverrà poi la casa Alta, i figli ignari credono che i genitori si divertano alle loro spalle e che preferiscano allontanarsi per stare in pace, in realtà trafficano dalla mattina alla sera per trasformare quel posto di villeggiatura in una casa destinata proprio ai figli con tutte le comodità moderne. Nel frattempo, al villaggio segue il faticoso lavoro nelle campagne, i pomeriggi assolati e temporaleschi ancora non spaventano né il nonno né Sally convinti che saranno solo crisi passeggere, il recente ritmo ambientale scandisce le giornate estive e i turisti popolano ancora quei posti portando denaro e tecnologia.
A metà del racconto si iniziano ad intravedere i primi andirivieni fra ciò che era e ciò che è diventato, intervallati dai ricordi stemperati dei ragazzi, dai momenti felici e dai momenti attuali, difficili e improvvisamente così diversi, così inconcepibili. Qui il lettore concretizza gli effetti della trascuratezza climatica inevitabilmente cruenta e rovinosa e di come quei misteriosi caldi possano distruggere isole intere mettendo a repentaglio la vita terrestre.
Adoravo la pozza di marea, all’epoca. Perfino adesso che per noi è diventata fondamentale mi spiace che non sia più selvatica com’era prima che Francesca la rimettesse a posto, quando le canne crescevano fitte e profonde intorno ai bordi tra il viavai di animaletti che frusciano tutti presi dalle loro faccende segrete. Adoravo la sua immobilità, l’acqua che saliva e scendeva strisciando senza un’increspatura sopra gli argini, lo scintillio della superficie quando il sole la baciava… ma papà aveva paura che cadessi dentro, o che restassi impantanata nel fango, e non mi permetteva di avvicinarmi da sola.
C’era una casa sopra la collina ha un inizio intraprendente e al contempo nostalgico, lo scandire dei discorsi è incalzante e sostiene l’attenzione del lettore che sembra trovarsi dinanzi ad una storia dai tratti distopica, ma anche parzialmente realistica, d’altronde quello che accade non sembra così lontano da quello che accade ai giorni nostri, ma sul finire tende a trasformarsi in un unico monologo tra quello che era e quello che è, annoiando e affaticando la lettura. Purtroppo, non sono sufficienti gli episodi umani per dare carattere al finale, perché si resta ammutoliti dall’alone di tristezza che si condensa tutt’intorno ai personaggi salvatosi dall’alluvione.
Approfondimento
Tra tutti i protagonisti, i migliori sono senz’altro il nonno e Pauly che fra l’altro entreranno profondamente in connessione fra di loro, il primo ha un’anima sensibile in cui si riconosce l’amore per la natura e per il lavoro nei campi, ma al contempo quell’affetto che tutti i nipoti vorrebbero e che qualunque nipote riconoscerebbe nel nonno ideale, è una figura affascinante e le descrizioni che Jessie ne fa rispecchiano appieno il suo carattere pacifico; il secondo Pauly è un bambino senza rimpianti che cresce abbandonato dalla madre, della quale non mantiene alcun ricordo, con l’energia di una molla, fresco, spontaneo e volenteroso, è lui che alla fine funge da bastone a tutta la famiglia, sostenendo con temerarietà la prediletta Caro sostituitosi alla madre Francesca e Sally, è lui che la mattina si sveglierà presto per fare il pane, zappare e coltivare le verdure, sarà lui ad assumere progressivamente il posto del nonno nella casa Alta e a proteggere i propri cari, lui che così piccolo ed indifeso diventerà una roccia.
Nausicaa Baldasso