
Autore: Silvia Avallone
Pubblicato da Rizzoli - Gennaio 2024
Pagine: 368 - Genere: Narrativa, Narrativa Contemporanea, Narrativa Italiana
Formato disponibile: Audiolibro, Brossura, eBook
Collana: Scala italiani
ISBN: 9788817184601
ASIN: B0CQLZTDVL

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“Tutto passa. E se non passa, cambia.”

Sai cosa mi ha salvato? Il pensiero che, persino in quel disastro, eravamo io e te, insieme. E fino a quando saremmo rimasti insieme, tutta quella sofferenza, avrebbe avuto un senso. Potevamo lavorarci. Potevamo attraversarla con il tempo. Perché, nonostante tutto, io e te eravamo, siamo, una famiglia.
Si può sfuggire al proprio passato e lasciarsi tutto alle spalle? È possibile ricominciare da zero e dimenticare ciò che è stato? È quello che proverà a fare Emilia.
Ma dove potersi rifugiare? Dove iniziare una nuova vita? Sassaia sembrava il luogo ideale, era il posto giusto; isolato, tranquillo, perfetto per chi voleva nascondersi. Era un posto sperduto dove la famiglia di Emilia possedeva una casetta e dove, da piccola, aveva vissuto momenti felici. In mezzo alla natura, situata su di una montagna, lontano da tutto e tutti. Emilia aveva scelto quel luogo come il posto in cui voler vivere.
Raggiungere Sassaia non era semplice e lo si poteva fare unicamente a piedi, attraverso una salita lunga e tortuosa. L’arrivo di Emilia non era passato inosservato. Nei piccoli paesi le facce nuove destano curiosità e sospetto, quanto più una ragazza come Emilia, una giovane donna, magra, con capelli ricci e rossi, vestita come un’adolescente con jeans strappati, giaccone verde e scarponi viola.
Il più colpito dall’arrivo di Emilia sarà però Bruno, uno dei due abitanti rimasti in montagna, a Sassaia. Bruno aveva visto o meglio, sentito, l’arrivo di Emilia e del padre, aveva sentito delle voci, delle voci provenire dalla montagna e fermarsi proprio nei pressi di casa sua. Quasi non voleva crederci, adesso aveva dei vicini, o meglio una vicina; quella donna si era trasferita nella casa di fronte. La cosa non gli piaceva affatto ma allo stesso tempo quella donna lo incuriosiva, lo affascinava. Chi era quella donna? Perché mai aveva scelto di vivere lì a Sassaia? Da cosa voleva fuggire? Perché? Cosa le era successo?
Passerà poco che i due si incontreranno.
Bruno ed Emila si troveranno, si scontreranno, si aiuteranno, si salveranno. Entrambi hanno un passato pesante e complicato alle spalle. Provano molta difficoltà ad aprirsi, a confidarsi. Emilia è convinta che nessuno possa accettarla per quello che è, per quello che ha fatto, per l’errore commesso e per cui ha pagato. Il suo fardello è troppo pesante ed è sempre più convinta che nessuno riuscirà ad alleggerirne il peso. Non crede di meritare perdono, non crede di meritare un futuro. Lo stesso vale per Bruno, è un disilluso, non ha più nessun entusiasmo, nessuna passione; quello che gli è successo da piccolo lo ha profondamente segnato, è convinto che per lui non potrà più esserci la felicità. Hanno entrambi un cuore nero, un cuore che ha perso la forza vitale. Quel cuore deve essere liberato, deve ricominciare a battere, a pulsare.
È proprio di liberazione, di redenzione che si parla in Cuore nero. Redenzione, possibilità di redimersi.
Emilia e Bruno, dopo il loro primo incontro, piano piano si avvicineranno, si conosceranno per poi drasticamente allontanarsi. Si allontaneranno perché penseranno di essere opposti ma non lo sono, possono sembrare una il carnefice e l’altro la vittima ma non è realmente così.
È davvero possibile e così semplice distinguere nettamente queste due categorie? Si può amare chi ha sbagliato tanto? Chi ha sbagliato, ma ha pagato, merita il perdono? Hanno diritto tutti ad una seconda possibilità?
Approfondimento
Silvia Avallone, in questo suo romanzo, parla proprio di seconde possibilità. Affronta il tema del carcere, del ruolo importante che deve avere per i detenuti.
In Italia il carcere deve garantire una pena riabilitativa, deve essere un luogo di rieducazione. Come possono fare i detenuti a crearsi un futuro se non gli vengono dati gli strumenti necessari affinché questo possa accadere? È necessario un forte impegno anche da parte delle istituzioni. È necessario che all’interno del carcere vengono istituiti corsi di orientamento, di formazione. La cultura, lo studio è uno strumento fondamentale.
Il carcere non deve essere solo un luogo dove scontare una pena, ma deve cercare di migliorare i detenuti, formare, formare delle persone migliori che possano poi ben reinserirsi nella società. Ma poi una volta usciti fuori dal carcere è possibile iniziare una nuova vita, è possibile riscrivere il proprio futuro? Oltre la libertà cosa li attenderà fuori?
Stefano Lentini ha scritto:
Aret”e sbarre, sott”o cielo
Ce sta ‘o mare fore
Ce sta ‘o mare fore
Ce sta ‘o mare fore.
Fuori dal carcere, dietro le sbarre c’è il mare. Per i detenuti il mare è una speranza, la speranza di uscire un giorno e poterlo rivedere. Il mare ci dà un senso di libertà, è stupendo, è immenso ma è anche pericoloso, il mare può travolgerci, le sue onde possono sommergerci, annientarci.
Così come la società.
La società può essere cattiva, non accoglie tutti a braccia aperte, spesso è crudele con chi ha sbagliato, con chi ha commesso errori, non è sempre disposta a perdonare e a credere che le persone possano cambiare.
Cuore nero è una storia di perdono, di speranza di dolore.
Perdonare il passato dell’altro ma soprattutto il proprio passato, fare i conti con le proprie colpe e affrontarle, superarle e accettarle.
Emilia e Bruno sono due persone rotte, spezzate che faranno fatica a ricomporre i pezzi della loro vita. Da soli sarà impossibili. L’unico rimedio, l’unica salvezza sarà l’amore.
Simona Signoriello