
Autore: Silvia Avallone
Pubblicato da Rizzoli - Gennaio 2024
Pagine: 368 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Audiolibro, Brossura, eBook
Collana: Scala italiani
ISBN: 9788817184601
ASIN: B0CQLZTDVL

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Emilia, trentenne appena uscita dal carcere, arriva nel borgo isolato di Sassaia, attirando l'attenzione di Bruno, suo vicino solitario e vittima di un passato doloroso. Entrambi portano con sé il peso del male, lui come vittima, lei come colpevole, e cercano in quel luogo remoto una fuga dal mondo. Tuttavia, il tempo e il destino non risparmiano nessuno, rivelando la fragilità e l'umanità di entrambi. Silvia Avallone intreccia una storia intensa di condanna e salvezza, con profonda empatia per i suoi personaggi.

«È stato in quel momento, con la luce del giorno che filtrava a forza dai fori della tapparella, che ho deciso, appena fossimo tornati a Sassaia, di scrivere. Scrivere tutto. Era l’amore la risposta. Se ami una persona, non puoi prescindere da quello che è, ed è stata. Non puoi suddividerla in parti, scegliere solo quelle che ti fanno comodo. Devi accettarla intera. E io dovevo scrivere perché, in definitiva, le parole servono. Proprio a vivere: a ricordare, a capire. A lasciare una traccia per non morire del tutto, per non far morire chi amiamo».
In Cuore nero, Silvia Avallone affronta una tematica grave e spinosa. Ci troviamo dinanzi alla infelice storia di Emilia, una ragazza che ancora adolescente perde la madre e nel giro di pochi anni diventa aggressiva, invidiosa, rabbiosa, fino al punto di commettere un omicidio intenzionale e feroce, uccidendo l’amica Angela.
Ma Cuore nero non è solo questo, è anche il racconto di una condanna lunga e dolorosa che affronterà la protagonista Emilia e anche Bruno, un docente di paese che incontrerà nella sua fuga dal mondo a Sassaia. Entrambi spogli della famiglia, Emilia della madre e Bruno di entrambi i genitori a causa di una tragedia accaduta decenni prima su una funicolare, si avvicineranno e impareranno ad amarsi, così come se nulla fosse, di quello che al momento sono e hanno ben presente, due persone spaesate, vissute, disperate.
Emilia ha scontato anni di pena e mentre gli anni passavano ha conseguito la laurea, lei è un artista, capace di disegnare l’anima di ciò che vede e immagina, magistralmente, ma il peso di ciò che ha compiuto è così opprimente e devastante che lei non dorme la notte se non cullata da una televisione accesa, così potente da impedirle di vivere la sua vita dopo il carcere minorile, così angosciante da agitarla e spingerla a compiere atti estremi come quello di tagliarsi in più parti del corpo, graffiarsi, segnarsi, soffrire.
Bruno anch’esso rimasto completamente solo dopo anche l’abbandono della amata sorella Valeria, studia incessantemente fino a laurearsi in letteratura e diventare un insegnante. A questo punto però Bruno sceglie di tornare a Sassaia, abbandonare Torino e vivere una vita semplice all’insegna della quotidianità più banale, fuori dal mondo, insegnando in una scuola elementare mista composta da pochi alunni di diverse fasce di età in un paese minuscolo e spopolato dove non arriva neppure il segnale della televisione, in una casa arroccata, la sua vecchia casa, priva di qualsiasi comodità dalla lavatrice alla lavastoviglie ai riscaldamenti. In questa primitiva situazione si sente a suo agio perché nel suo cuore e sulle sue spalle si percepisce un sopravvissuto ingiusto, in colpa per essere rimasto in vita, al contrario dei propri genitori, si lascia dunque andare ad una esistenza selvaggia e priva di emozioni, senza intrecciare alcuna relazione sentimentale.
Allo stesso modo Emilia scappa da Ravenna per rifugiarsi a Sassaia nella casa della zia Jole, quella zia che la portava sul palmo di mano, che era fiera di lei e che a causa del suo gesto efferato morì poco dopo di crepacuore. Torna a Sassaia con la speranza di ricominciare da lì dove forse era ancora possibile, un posto isolato dove nessuno avrebbe, pensava, potuto riconoscerla.
Così celata sotto un falso cognome si trasferisce nel piccolo borgo incantato. La solitudine del luogo i primi giorni le crea ansia spingendola più volte a tentare di prendere un coltello e trafiggersi la pelle, ma resiste. Lo scopo è quello di vincere le paure e rifarsi una vita. Una sera mentre si ubriaca in un bar e si trova poco dopo a rimettere la qualunque in una strada buia incontra un uomo, che sarà poi essere Bruno, e fra loro così improvvisamente nasce senza tanti preamboli una storia sessuale. Lui le racconta le storie prima che lei si addormenti e lei si fa accogliere dalla sua purezza e gentilezza. Fra i due comincia così anche qualcosa di più.
Emilia trova lavoro come restauratrice presso la chiesetta del paese e insieme al vecchio Basilio che invece la riconosce all’istante e la individua come la nipote della Jole, mette le mani sulla Madonna nera conferendole l’aspetto prezioso di secoli addietro. Tutto sembra procedere per bene fino a che Patrizia, una insegnante della scuola di Bruno, invidiosa e gelosa, non fa di tutto per scoprire chi sia Emilia. E da lì una voragine si spalanca fra Bruno ed Emilia. Senza voler spoilerare il seguito si può affermare con certezza che nessun sarà mai in grado di giudicare conferendo a chiunque la volontà, se sostenuta da buone azioni, di redimersi.
Approfondimento
La scrittura di Silvia Avallone è giovanile con un lessico metaforico, amabile e ruggente. Tematiche generaliste si inseriscono nella narrazione affaticandola e banalizzandola, ma il senso della storia pervade la lettura convincendo il lettore a proseguire. Non è facile raccontare la storia di una donna che sopravvive dopo un omicidio, che dopo aver ucciso brutalmente una coetanea riesce a farsi una vita piena di amore e speranza, ma Silvia non giudica né il fatto né la fortuna che in qualche modo abbraccerà Emilia nel futuro. Piuttosto spinge l’attenzione sulla crudeltà con cui Emilia affronta la vita nel e dopo il carcere, il senso di colpa, la necessità di infliggersi delle pene fisiche, il desiderio di nascondersi e di non vivere nulla, ma anche il bisogno essenziale di redimersi, di credere in Dio, di affidarsi alla sua protezione.
Anche per il lettore è decisamente difficile concepire la vita di Emilia dopo l’omicidio, verrebbe voglia di chiudere il libro, ma poi le emozioni che l’attraversano sono descritte così profondamente che ce la fanno amare, per quello che è dopo, a seguito di una espiazione continua e perenne, il gesto finale in cui Emilia si recherà a visitare la tomba di Angela racchiude tutta la sua voglia di vivere senza però dimenticare. Andare avanti così non è senz’altro semplice ed è questo che Silvia vuole dimostrare, educare a comprendere e accettare che il male c’è, esiste, è in ognuno di noi, ma non c’è solo questo, o meglio l’essere umano non è solo questo.
Cuore nero è un romanzo che sarebbe interessante si leggesse nelle scuole e che dovrebbe leggere chiunque creda che la pena di morte sia l’unica soluzione possibile.
Nausicaa Baldasso