
Autore: Suad Amiry
Pubblicato da Feltrinelli - Marzo 2016
Pagine: 236 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Varia

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Teta a quattordici anni viene mandata a Damasco in sposa a Jiddo, di vent’anni più grande di lei. Il terrore della piccola è enorme, ma Jiddo sa come tranquillizzarla, e la prima notte di nozze passa tranquillamente. Peccato che non è tutto rose e fiori, specialmente quando Teta deve andare al capezzale della madre morente. Infatti, durante la sua assenza Jiddo la tradisce. Teta prende così l’enorme decisione di non lasciare mai più il marito da solo e manterrà questa promessa fino alla fine dei suoi giorni, pur seguendo la crescita di otto figli prima e dei nipoti poi.

All’epoca aveva solo quattordici anni, mentre lui ne aveva venti di più: Jiddo era nato nel 1862, Teta nel 1882. A separare ‘Arrabeh da Damasco e Teta dalla sua adorata mamma e dai suoi cinque fratelli minori c’erano centocinquanta chilometri e all’incirca trent’anni.
Damasco si apre con il ricordo di Teta di quando è entrata a fare parte della famiglia Baroudi, famiglia che non l’ha mai capita o accettata completamente, che prima l’ha innalzata, quando nello stesso anno delle nozze da alla luce un figlio maschio, e che poi l’ha massacrata di insulti e di colpe quando lo hanno visto morire a due mesi di vita.
Descrizione fatta con un’intensità e una profondità di narrazione che trasmettono perfettamente al lettore la mentalità siriana e turca dell’epoca, e che purtroppo perdura tutt’ora.
Non appena mise piede nel cortile della casa di famiglia, Teta percepì fortissima l’assenza della madre. Un’intensa sensazione di straniamento e di mancanza si impadronì di lei. Avvertì il vuoto perturbante di cui la casa si riempie nell’istante stesso in cui la madre muore.
Parte fondamentale di Damasco sono le emozioni che provano i personaggi, come gli stati d’animo, la perdita di una persona, il dolore vengano percepiti non solo dentro se stessi, ma rimbombano anche negli ambienti, trasformando completamente l’atmosfera di una casa intera.
Ci vollero giorni e giorni perché Teta capisse che cosa, esattamente, era successo a Damasco in sua assensza. E tuttavia, come la maggior parte delle donne, lo avvertì molto prima di saperlo, o per essere precisi prima che Laila, la figlia maggiore, trovasse il coraggio di rivelarglielo. Nell’istante esatto in cui aveva rimesso piede in casa aveva sentito che qualcosa era andato storto. Molto storto.
Il tradimento provato da Teta rimane argomento base di tutta la prima parte del romanzo, ed è su quell’evento che viene basata tutta la saga familiare: infatti, pur parlando di quattro generazioni, la vita delle tre generazioni successive è basata tutta su quell’unico evento che ha talmente segnato e fatto crescere Teta da improntare il suo comportamento e i suoi insegnamenti futuri esclusivamente su quello che ha provato.
La narrazione di Suad Amiry riesce a far capire alla perfezione la mentalità chiusa e spesso maschilista sia dell’epoca che dei luoghi, ma riesce anche a farci vedere delle sfumature a noi completamente sconosciute, come il fatto che in casa Baroudi il comando passò dal capo famiglia Jiddo alla figlia maggiore Laila, zia della voce narrante e omonima, pur essendo una donna. Fatto questo molto disdicevole che insieme all’adozione da parte della seconda figlia di una bambina orfana, portò a lunghe lotte tra Jiddo e i suoi figli maschi.
Ogni singolo evento raccontato in Damasco crea un percorso che porta il lettore ad appassionarsi e a legarsi ai personaggi, a capire e conoscere una cultura diversa dalla nostra, rapendolo e trascinandolo in una spirale di sentimenti, emozioni, legami che non riguardano solo una famiglia, ma anche una città che si può vedere fiorire, crescere, fino a diventare solamente un luogo di passaggio. Una città che nei cuori di chi l’ha vissuta rimarrà per sempre La Città.
Approfondimento
Suad Amiry ha voluto condividere questo romanzo con tutti noi unendo realtà a fantasia. Binomio causato dal fatto che pur avendo raccontato la sua vita, gli episodi narrati sono stati spesso modificati e cambiati da alcuni componenti della famiglia che per gelosia e per cattiveria hanno cambiato, inventato o nascosto.