
Autore: Franco Pulcini
Pubblicato da Ponte alle Grazie - Ottobre 2016
Pagine: 417 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura
Collana: Scrittori

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A un mese dalla Prima, viene trovato un cadavere su un balcone al terzo piano della Scala. È il direttore che avrebbe dovuto dirigere l'Arianna, un'opera creduta perduta di Monteverdi, con la fama di essere un'opera iettatoria. Sarà stata colpa di un incidente fatalistico o c'è sotto dell'altro?

In una sera di inizio novembre, a circa un mese dalla Prima alla Scala di Milano, su un balcone dell’edificio viene ritrovato il corpo del direttore Oscar Marni. Ha una ferita profonda alla gola e due dita della mano amputate e conficcate nelle orecchie.
Incaricato di indagare sul delitto del maestro Marni è il commissario italo tunisino Abdul Calì, che dovrà destreggiarsi in un mondo – quello della Scala – a lui sconosciuto, fatto di invidie e pettegolezzi, amori passeggeri e tradimenti.
Anche se faceva quel mestiere da quasi trent’anni, il commissario Abdul Calì non era mai riuscito ad abituarsi all’odore del disinfettante negli obitori, né alla vista dei cadaveri. Continuavano a fargli lo stesso effetto raccapricciante, fin dal primo corpo esanime disteso nel sangue in una viuzza di Mazara del Vallo. Frequentava allora la seconda elementare, quarant’anni prima.
Abdul incontra non poche difficoltà nel condurre l’indagine, tra le reticenze degli artisti e gli sviamenti da parte dei sovrintendenti della Scala. Il direttore artistico Ferri non nasconde il suo profondo astio nei confronti delle forze dell’ordine né tantomeno quello per il defunto Oscar Marni, così come il musicologo Tamboretti, in continuo conflitto con la vittima.
Ma quasi tutti sono concordi nel ritenere che si tratti di un delitto passionale: Oscar Marni era un bell’uomo e un dongiovanni in tutto e per tutto. Iris Guetta, colei che deve interpretare Arianna, è solo l’ultima delle numerose conquiste di Marni. Ognuna delle persone che ha avuto a che fare con il maestro sembra avere un qualche motivo valido per volerlo morto.
È curioso osservare come le reazioni delle persone differiscano di fronte allo stesso caso umano.
Ma si tratta davvero di un movente passionale o c’è dell’altro?
Al centro di Delitto alla Scala c’è un componimento di Claudio Monteverdi ritenuto ormai perduto: l’Arianna. Risalente all’epoca barocca, l’Arianna è considerata la prima tragedia musicale e quindi dal valore inestimabile; considerata ormai perduta, viene ritrovata ai giorni nostri tra i manufatti di una nobile famiglia Milanese. Sin dalla sua prima messa in scena, l’Arianna aveva attirato su di sé l’etichetta di componimento iettatorio, e alla Scala dopo l’omicidio di Marni comincia ad aleggiare lo spettro del malaugurio.
Durante le prove, il testo musicale è materia di scontro tra i musicologi e i musicisti: la melodia sembra sbagliata e non del tutto monteverdiana. L’Arianna rischia di non essere più rappresentata alla Prima e la manifestazione stessa potrebbe venire cancellata. Ci si chiede ancora una volta se l’Arianna ritrovata sia autentica e se non sia stata proprio quell’opera controversa a causare la morte di Marni.
Uno delitto di interessi o passionale? Nel mondo della Scala le due cose potrebbero coincidere. Abdul Calì, attraverso una attenta e meticolosa indagine riuscirà a smascherare un colpevole che era riuscito quasi a passare in sordina nel caos melodrammatico del mondo della lirica.
Approfondimento
Ho trovato molto carina la trama di Delitto alla scala in sé ma Franco Pulcini ha spesso inserito nel testo delle divagazioni che hanno appesantito molto la lettura. Di particolare interesse, invece, gli approfondimenti sull’opera monteverdiana e sulla lirica in generale.
Danila Pisano