
Autore: Gianrico Carofiglio
Pubblicato da Feltrinelli - Settembre 2020
Pagine: 128 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura
Collana: Varia
ISBN: 9788807492815

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Un breve libro che è in realtà una lunga riflessione sulla nostra società e sulle sue dinamiche politiche. Attraverso una incredibile concatenazione di pensieri filosofici e sociologici, Carofiglio esprime una forte critica al modo attuale di fare politica, sostenendo l’importanza della “gentilezza”, ormai dimenticata, nell’approccio verso il pensiero altrui.

Gentilezza e tolleranza, ma rispetto per le proprie ideologie.
Se ci si vuole mettere alla prova nell’affrontare una lettura diversa dal solito romanzo, Della gentilezza e del coraggio è un’occasione davvero unica: un nuovo best-seller che è tale pur parlando di politica. Non è raro in effetti trovare pubblicazioni di questo argomento, ma Carofiglio riesce a dare una prospettiva diversa a questo panorama troppo spesso scontato.
Parlare di gentilezza, associando il concetto che normalmente abbiamo di questo termine, riferendosi alla politica, pare infatti impossibile. Eppure chi non si è accorto che qualcosa non va, ascoltando anche solo pochi minuti di un dibattito in tivù fra partiti opposti? Nessun moderatore riesce a gestire il proprio ruolo, a causa dell’arroganza e della cattiveria, a suon di chi ha la voce più alta, che caratterizzano questi scontri.
Secondo Carofiglio la visione orientale di discipline di combattimento come il Jujutsu potrebbe essere la soluzione. Jujutsu significa “arte della cedevolezza”. Chi è cedevole supera le prove; chi è duro, rigido, prima o poi viene sconfitto o spezzato, il segreto del combattimento è nella non-resistenza. Se in un confronto politico i due esponenti continuano ad affrontarsi ottusamente con esplicita forza e arroganza, infatti vediamo bene che la discussione potrebbe protrarsi all’infinito.
Qui Carofiglio ricorda non a caso una citazione di Einstein: Le menti sono come i paracadute, servono se sono aperte. Ma le menti dei politici che nel tempo recente governano i nostri Stati, sono tutt’altro che aperte, anzi sono spesso così chiuse da ricorrere all’arte dell’ipotesi del complotto per provocare conflitti mondiali e attaccare per primi, pur di perseguire l’idea di prevaricare l’antagonista. Basti pensare all’annuncio di Colin Powell sulla presunta scoperta dell’esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Reali prove della loro esistenza non vennero esibite eppure si arrivò ad un drammatico conflitto che durò anni. L’uso di un’informazione non veritiera o addirittura di “fallacie”, di informazioni contraffatte è un’altra abile arte spesso praticata dai nostri politicanti in un pericoloso gioco delle parti ben riassunto da un citato proverbio arabo: La prima volta che m’inganni la colpa è tua, ma la seconda volta la colpa è mia.
Della gentilezza e del coraggio è un libro di appena otto capitoli, ma ognuno di essi approfondisce esaustivamente un aspetto dell’argomento trattato e nello stesso tempo lo concatena al seguente stuzzicando la curiosità del lettore. Un libro breve non significa brevità di contenuti, a differenza della fretta, intesa come stupidità, con la quale l’esponente politico medio affronta oggigiorno i temi cruciali della vita civile.
Approfondimento
Quest’opera di Carofiglio non può intendersi certamente come poco impegnativa, ma, al contrario, è sicuramente delineata dalla sua attività di ex magistrato. La competenza specifica dello scrittore nella materia trattata trasuda da ogni singolo dettaglio, citazione, terminologia utilizzata, che fanno di questo libro un testo destinato (a mio avviso) non al grande pubblico. Eppure dopo averlo letto, anche se a volte resta la sensazione di una comprensione non completa, resta nella mente qualcosa su cui meditare. Come se un piccolo seme di conoscenza volesse prepotentemente germogliare.
Non a caso l’ultimo insegnamento con il quale Carofiglio conclude la sua opera si rifà ad Abramo Lincoln.
Il metodo di Lincoln consisteva nell’ascoltare le opinioni di chi lo criticava, per poi cercare di spiegargli la sua prospettiva.
Con tolleranza e gentilezza.
Francesca Balacco