
Autore: Zygmunt Bauman
Pubblicato da Laterza - Gennaio 2001
Pagine: 152 - Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Economica Laterza

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Un saggio che quando lo leggi non pensi sia stato scritto nel 1998 in quanto assolutamente attuale. Questo perché da quando è stata definita, la globalizzazione tocca la vita quotidiana ed il destino di ciascun individuo. Ecco così che Bauman interpreta e approfondisce la società globalizzata regalando al lettore spunti di riflessione davvero interessanti.

Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone è il saggio scritto dall’insigne sociologo Zygmunt Bauman che si divide in cinque capitoli nei quali vengono illustrate le conseguenze della globalizzazione sulla vita delle persone nel quotidiano. Si tratta di uno studio sullo “spazio”, dimensione che tende a diminuire nel tempo della globalizzazione ma che evidenzia i due differenti percorsi vissuti dall’élite della globalizzazione, il vertice da un lato, e dalle masse, la base dall’altro.
Non è più questione di amare o odiare il prossimo: tenere il prossimo a distanza risolve il dilemma e rende superflua la scelta; elimina le occasioni nelle quali bisogna scegliere tra amore e odio.
Cinque capitoli che compongono lo studio e mettono a confronto sotto diversi aspetti le due categorie: Tempo e classe, Guerre spaziali: una cronaca; E dopo lo stato-nazione? Turisti e vagabondi; Legge globale, ordini locali. Nell’introduzione Bauman cerca di spiegare come il fenomeno della globalizzazione sia ormai presente in ogni aspetto e come il mondo sia diviso in “globali” e “locali” cioè in chi non ha vincoli di spazio e tempo e può credere così di essere libero e chi invece subendo le scelte dei primi non riesce a sentirsi realizzato e indipendente. Questa distinzione viene sviluppata in tutte le sue forme nel libro e ci permette così di comprendere in modo proficuo e obiettivo il mondo contemporaneo.
Persino i più esperti e sofisticati maestri nell’arte di scegliere non scelgono e non possono scegliere la società nella quale nascere – per cui, ci piaccia o no, viaggiamo tutti. Nessuno, comunque, ci ha mai chiesto che cosa ne pensassimo.
Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone
è un saggio molto interessante che, nonostante l’età, continua a dare spunti interessanti sul mondo moderno. Non è certamente il libro da tenere sul comodino la sera e leggere prima di dormire ma, una volta entrati in sintonia con l’argomento risulta di piacevole lettura perché ci obbliga ad aprire la mente su un fatto che diamo troppe volte per scontato. Scritto bene e senza fronzoli permette di comprendere bene l’argomento anche grazie alle numerose citazioni e testimonianze di sociologi e studiosi riportate. Consiglio vivamente la lettura agli studenti che si avvicinano alla sociologia ma consiglio di leggerlo anche a chi, come me, mai avrebbe pensato di aprire questo libro; il non doverlo studiare per forza mi ha accompagnata in un viaggio non semplice e non sempre condivisibile ma certamente interessante.
Approfondimento
Lo scopo del gioco del consumo non è tanto la voglia di acquisire e possedere, né di accumulare ricchezze in senso materiale, tangibile, quanto l’eccitazione per sensazioni nuove, mai sperimentate prima. Il desiderio non vuole soddisfazione. Al contrario il desiderio vuole desideri.
Tra i cinque capitoli proposti ho trovato particolarmente interessante il quarto: turisti e vagabondi. Partendo dalla società dei consumi, Bauman divide gli abitanti della terra in due categorie: i pochi che possono permettersi di soddisfare i propri desideri e chi invece no. Se è vero che tutti vorremmo essere consumatori non tutti possiamo permettercelo ecco così svelata la distinzione tra turisti e vagabondi. I turisti si muovono perché lo vogliono, i vagabondi invece perché non hanno altra scelta. Il turista però, a differenza del vagabondo che può solo sperare in un futuro migliore, avrà sempre il timore di diventare vagabondo perché il suo stile di vita non è garantito da nulla per quanto ci si possa sforzare di non farlo cambiare. Ecco perché “in un mondo inquieto, il turismo è l’unica forma accettabile, umana, di irrequietezza.”