
Autore: Alfred Lansing
Pubblicato da Tea - Aprile 2003
Pagine: 299 - Genere: Avventura
Formato disponibile: Brossura
Collana: TEA Avventure

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L’inglese Sir Ernest Shackleton è responsabile della Imperial Trans-Antarctic Expedition (1914 – 1916) che ha lo scopo di attraversare l’Antartide da Ovest a Est. Il tentativo, intrapreso con la nave Endurance e un equipaggio di ventisette uomini, non avrà il successo sperato.

Salpa il 1°Agosto del 1914 dall’East India Docks di Londra dopo due anni di preparativi, l’Endurance, la goletta a tre alberi di fabbricazione norvegese che negli intenti avrebbe dovuto doppiare il continente antartico. Nei mesi precedenti Ernest Shackleton aveva curato gli approvvigionamenti necessari all’impresa, selezionato il personale da imbarcare e ‘arruolato’ ben sessantanove cani da slitta acquistati in Canada che sarebbero stati presi a bordo successivamente, nel porto di Buenos Aires.
Il 27 Ottobre del 1915, tra i ghiacci del pericolosissimo mare di Weddel, in un punto che approssimativamente si trova a metà strada (a una distanza, cioè, di 1200 miglia circa) tra il polo Sud e il primo insediamento che avrebbe potuto garantire un minimo di sicurezza agli uomini dell’equipaggio, la nave rimane incagliata tra ghiacci di grande spessore.
Più di ogni altra cosa, fu quell’impressione a colpire gli uomini durante le ultime poche ore in cui rimasero a bordo: l’impressione che la nave fosse un gigantesco animale in agonia.
Incagliatasi la goletta, con l’aumentare della pressione dei ghiacci diventa pericoloso per i componenti della spedizione ripararsi all’interno di essa. L’equipaggio decide di approntare un accampamento di tende sulla banchisa e di trasportarvi ciò che di utile rimane all’interno dell’imbarcazione.
Le circostanze divengono talmente precarie che la sopravvivenza degli uomini (la descrizione di Alfred Lansing delle condizioni in cui essi si trovano è minuziosa) pare dipendere unicamente dalla buona sorte. Quando la Endurance si inabissa, squassata dallo schiacciamento di enormi masse di ghiaccio, la squadra lancia in cielo un razzo in segno di saluto.
Il morale dell’equipaggio è altalenante, si studiano soluzioni, si progetta il raggiungimento con barche d’emergenza di luoghi dove potersi mettere in salvo e dai quali far rientro in patria.
Raggiunta l’inospitale Elephant Island, dopo quattro mesi di fame, freddo e disperazione, arriva la soluzione definitiva: Shackleton decide di raggiungere la Georgia del Sud (700 miglia da Elephant Island) con una scialuppa, accompagnato da cinque dei suoi compagni. La difficilissima impresa riesce e i restanti ventidue uomini dell’equipaggio rimasti a Elephant Island verranno tratti in salvo successivamente.
Diversi decenni dopo la Trans-Antarctic Expedition di Shackleton, precisamente nel 1959, l’inglese Vivian Fuchs e il neozelandese Edmund Hillary riuscirono nella traversata del continente antartico.
Approfondimento
Per ottenere il racconto completo delle circostanze relative alla spedizione antartica di Shackleton, Alfred Lansing si è servito della testimonianza diretta di dieci dei membri dell’equipaggio sopravvissuti all’impresa. Il giornalista e saggista americano, inoltre, effettuò ricerche sui documenti di bordo e sui diari personali di altri otto imbarcati.
Endurance – L’incredibile viaggio di Shackleton al Polo Sud, che certifica in modo puntuale una delle imprese che resteranno per sempre nella storia delle esplorazioni, è diventato un best seller. Ben scritto e ottimamente documentato, mostra i caratteri della letteratura di viaggio mantenendo lo stile giornalistico del reportage. È scorrevole e avvincente al tempo stesso e talvolta indugia sulle ‘immagini’ suggestive dei luoghi in cui gli eventi si svolgono (belle, per esempio, quelle riferite all’aurora australe).
Un buon libro, insomma, che non trascura neanche di riportare riflessioni ‘filosofiche’ personali di qualche componente della spedizione particolarmente portato per la meditazione.
Davvero, una vita così ha le sue attrattive”, scrisse Macklin. “Ho letto da qualche parte che tutto quel che serve a un uomo per essere felice è di aver la pancia piena e un tetto dove ripararsi e comincio a credere che sia vero. Niente preoccupazioni, niente treni, né lettere a cui dover rispondere, niente colletti alle camicie… ma vorrei sapere però chi non salterebbe dalla gioia tra di noi, per poter cambiare tutto da domani stesso!
Ho amato particolarmente, del libro, questa e altre simili notazioni presenti tra le pagine. Esse, di volta in volta, sono testimoni di alcune delle caratteristiche umane che trovano manifestazione proprio in situazioni di sommo disagio come quelle vissute ormai un secolo fa dagli uomini della Endurance.
In fondo, a essere protagonisti nell’opera di Lansing sono il grande spirito di avventura e di competizione dell’uomo nelle situazioni di estremo pericolo e la sua costante naturale capacità di adattarsi alle avversità della vita. L’istinto e la tempra dell’uomo emergono con forza anche quando l’uomo stesso, solo di fronte al sublime e alla grandiosità suprema della natura, riesce in certi momenti ad annullare se stesso per assaporare un poco di felicità.
Giovanni Graziano Manca