Autore: Iaia Caputo
Pubblicato da Feltrinelli - Maggio 2016
Pagine: 168 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: I narratori
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Si può, dopo tanto peregrinare, trovare il senso della propria vita attraversando un dolore lancinante come la perdita di una madre? È ciò che succede ad Alice, danzatrice e viaggiatrice del mondo, sempre in cerca di un riscatto che non arriva. Alice scopre sua madre nel suo vegetare e riscopre suo padre affettivamente abbandonato troppi anni prima.
Io ti chiedo perdono, Alice. Tu saprai perdonare tuo padre?
Alice ha riempito la sua vita di sogni perduti, viaggi vuoti, amori scialbi e giornate a cercare qualcosa che non ha mai trovato. Quando sua madre si accascia al suolo nella stazione di Parigi, dove la stava accompagnando a prendere il treno, Alice inizia a vivere. Il vegetare senza speranza di sua madre la fa scoprire incattivita con il mondo, con gli uomini, con suo padre prima di tutti. Arturo l’ha delusa molti anni prima, facendole subire la mai sopita umiliazione di avere un padre piegato dalle scelte sbagliate e, per colpa di queste, in carcere.
Alice impara a conoscere sua madre attraverso le pagine di un diario che le aveva scritto anni prima e impara ad amarla come madre e a comprenderla come donna. Aaron, il suo fidanzato francese, è troppo fragile e insicuro per Alice, la quale ha bisogno di certezze e di affermazione personale più che sociale. Giovanni, un vecchio amico, la traghetterà inconsapevolmente nella nuova vita che la attende dopo la morte di sua madre.
Solo Sinforosa, la nonna, con il suo bagaglio di esperienza e il suo ardore, le farà comprendere, attraverso il racconto del suo amore, il vero senso della vita: “Ci siamo amati? E certamente, a vent’anni tutti si amano. Che ce vo’? Ma per il resto della vita ci siamo voluti bbene assaie, che è molto di più…“. Solo dopo la morte di sua madre Alice imparerà a far pace con il mondo, con suo padre e con se stessa.
Era mia madre è un libro dal lessico preciso e dalle pagine che scorrono veloci. Come un lettore insaziabile si va avanti affamati di storia e di vita. Sì, perché quella di Alice è la storia di tutti: il suo dolore, la conseguente accettazione che l’unica eredità di cui disponiamo è l’amore che abbiamo ricevuto, l’amore che ci ha preceduti.
Approfondimento
Era mia madre. Il titolo del libro. Il verbo al passato. Nemmeno si inizia a leggere di Alice che già qualcosa non c’è più. E non è qualcosa qualunque, non è la brillante docente, non è la donna che cerca di rendere la vita della sua famiglia felice, anche solo con dei fiori ben curati e una casa che trasuda di agio e conforto. È una madre. Una madre che ha deciso prematuramente di fare un bilancio della propria vita a sua figlia, la donna che dopo di lei sarà donna e madre e che lo ha deciso perché accetta di lasciare spazio al suo destino senza opporre resistenza ma rimettendo tutto al proprio posto, prima di lasciare per sempre il suo.
Alice crede di perdere tutto ma trova molto più di quello che ha sempre cercato e in cui avrebbe mai sperato. E con le lacrime agli occhi Alice, Arturo, Sinforosa e ciascuno di noi comprende che quelli che restano non hanno altra scelta che mettere un piede dietro l’altro e andare avanti, avanti, e ancora avanti come se fosse per sempre.
Adele Marra