
Autore: Lionel Duroy
Pubblicato da Fazi - Gennaio 2020
Pagine: 420 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9788893255042

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Come si arriva ad odiare il proprio dirimpettaio, il proprio insegnante, il proprio farmacista? Perché improvvisamente il fatto di essere ebreo diventa sinonimo di traditore? Sono queste le domande che la giovane protagonista di questo romanzo si pone davanti agli orrori che investirono la Romania durante la Seconda guerra mondiale. Di fronte al male, apparso nella sua veste più brutale, diventa infatti necessario interrogarsi sulle ragioni della sua origine. Solo così sarà possibile continuare a vivere, senza arrendersi all’idea che l’intera umanità sia ormai morta.

Crediamo ciecamente alle parole dei nostri genitori, e a nostra volta crescendo le riprendiamo per trasmetterle ai nostri figli. Perché è così difficile andare contro quelle parole, risvegliarsi al dubbio e poco alla volta alla coscienza di una “verità diversa?
Dal 1919, con la fine della Grande Guerra, la Romania, sotto le pressioni della Francia, dovette naturalizzare gli ebrei. Da quel momento si diffuse un antisemitismo strisciante e virulento. I romeni si sentirono assediati, in costante pericolo. I membri della comunità ebraica conquistavano posti di prestigio, rilevavano attività, prosperavano. Se fossero stati allontanati, quelle posizioni sarebbero potute essere occupate dai “veri” romeni. Non si parlava ancora di condanne o deportazioni. Sarebbe stato sufficiente invitarli ad abbandonare lo Stato. Ma presto le cose cambiarono. Gli ebrei iniziarono ad essere picchiati in pieno giorno, sotto lo sguardo di spettatori indifferenti.
Eugenia, studentessa della facoltà di Lettere, assiste all’aggressione dello scrittore Mihail Sebastian. Davanti a quelle immagini d’inaudita violenza, i pregiudizi razziali con cui è cresciuta iniziano a dissolversi. È come se qualcuno avesse squarciato un velo, permettendole di vedere la realtà con occhi nuovi. Improvvisamente le parole d’odio da cui è circondata le suonano terribili, inaccettabili. Non può più permettere a sé stessa di restare inerme. Deve agire: prendere posizione.
Lascia così la cittadina di Iasi e si trasferisce a Bucarest dove inizierà a lavorare come giornalista. Qui, dopo averlo rincontrato per caso, s’innamorerà di Mihail pur sapendo che il suo cuore è già occupato dall’attrice Leny Caler. Con il passare dei mesi, mentre Eugenia non riuscirà ad arrendersi all’antisemitismo dilagante, Mihail apparirà sempre più rassegnato, quasi pronto alla morte. Rifiuterà gli inviti ad abbandonare la Romania, a scappare, a mettersi in salvo. Dopo aver scelto di non fuggire e di non combattere, si rifugerà nella scrittura, cercando di trovarvi una consolazione e uno sfogo.
Tra il 28 e il 29 giugno 1941 Eugenia, tornata a Iasi, assisterà ad uno dei più violenti pogrom della storia. Tredicimiladuecentosessantasei persone, tra cui anche donne e bambini, verranno barbaramente uccise tra le strade. L’odio sembra aver raggiunto la sua vetta più alta. Non c’è più pietà. Gli ebrei, considerati traditori al soldo dei comunisti, devono essere sterminati. Eugenia è incredula, trafitta dal dolore. Non riconosce più la sua città. Scappa via, incapace di assistere ad un tale massacro. Due anni dopo si renderà conto di aver sbagliato e tornerà in quelle stesse strade per parlare con i carnefici. Vorrebbe capire le loro motivazioni, scavando nelle loro convinzioni, ma nessuno sembra disposto a ricordare. Quella giornata di giugno è stata come dimenticata: cancellata dalla storia. E con lei anche migliaia di ebrei, uccisi in nome di un fanatismo cieco. E sarà proprio questo il fardello con cui la Romania dovrà convivere a guerra conclusa, quando la normalità tornerà a bussare alle porte dei sopravvissuti.
Approfondimento
Eugenia è un romanzo crudo, vivo, schietto. Lionel Duroy ha raccontato la storia della Romania tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento senza fare sconti. Ha descritto, passo dopo passo, gli sviluppi di una forma d’odio sempre più accesa e invadente. Ci ha mostrato come una Nazione possa spaccarsi in due e poi in decine di pezzi. Romeni contro ebrei. Fascisti contro comunisti. Tutti contro tutti. Sempre alla ricerca di un capro espiatorio: qualcuno su cui addossare ogni tipo di colpa. La colpa di una guerra, di un bombardamento, di una sconfitta. Le colpe per una vita che non è quella che si sarebbe desiderata. E poco importa se, come afferma la senatrice Liliana Segre, l’unica colpa degli ebrei è quella di essere nati. Ci si convince gradualmente sia giusto sterminarli, quasi a voler compiere un rito liberatorio. Ma qual è il significato profondo del male? È su questo che proverà ad interrogarsi Eugenia, cercando così di fare luce su uno dei periodi più bui della storia dell’umanità.