Autore: Jenny Lawson
Pubblicato da Sperling & Kupfer - Settembre 2016
Pagine: 339 - Genere: Autobiografico
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Varia
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Pensate che non si possa essere irriverenti, politicamente scorretti, dissacranti, sinceri fino ai limiti della decenza e infinitamente adorabili contemporaneamente? Non avete ancora conosciuto Jenny Lawson: obiettivamente un disastro ma irresistibile come poche! Per comprendere la possibilità di coesistere di questi ossimori basta leggere le prime pagine, e non potrete fare a meno di divorarle tutte quante, tra una risata liberatoria e l’altra.
Ciò che ti definisce non sono i momenti imperfetti della vita, ma la tua reazione ad essi. Perché è una gioia accettare l’assurdità della vita invece che scappare via urlando.
Jenny Lawson, autrice, giornalista e blogger di successo americana, in questo scoppiettante romanzo autobiografico, Facciamo finta di niente, racconta la sua splendida “anormalità” tutt’altro che banale, a tratti folle, nell’accezione più colorata e meravigliosamente viva del termine.
L’autrice, facendoci entrare all’interno degli episodi più salienti e divertenti della sua esistenza, dandoci le chiavi della porta di una buffa stravaganza con umorismo e semplicità, spinge il lettore a riflettere sul proprio concetto di “normalità” e su quanto valga veramente la pena inseguirla a tutti i costi arrivando a omologarsi ad atteggiamenti e comportamenti non perfettamente in linea con suo essere ma desiderabili solamente in quanto socialmente considerati giusti. O, ancora, ci rende un po’ più consapevoli di quanta libertà possa esserci nell’essere realmente se stessi, accogliendo le proprie imperfezioni, prendendone coscienza senza farne necessariamente un dramma, ma rendendo anche questi aspetti extra-ordinari delle preziose risorse per sopravvivere, un salvagente per le crisi, appunto. Anche quando il dramma è dietro l’angolo. Lo sa bene Jenny, che ha vissuto momenti di disagio psicologico provocati da depressione e disturbi d’ansia, descritti nel romanzo in maniera del tutto originale, con una giusta dose di leggerezza che, in un mondo così pesante e complesso, certamente non dispiace.
Un percorso verso l’autoconsapevolezza e l’accettazione delle proprie imperfezioni (senza mai perdere l’umorismo dissacrante di fondo). Senza drammi e sempre con umorismo salvifico. È proprio questo il leitmotiv del testo. Chi non si riconoscerà nelle buffe e familiari situazioni narrate dall’autrice? Le assurde storie narrate da Jenny nelle occasioni che la costringono a stare con più persone nella stessa stanza e a socializzare con loro e che le fanno salire l’ansia alla gola, ad esempio, sono un meraviglioso ritratto di “normalità”, dove chiunque può rivedersi e tirare un sospiro di sollievo: “Allora non sono capita solo a me!”.
Esilarante, inoltre, la descrizione che Jenny Lawson dà del suo rapporto di coppia: i litigi epistolari con il marito (che lavora nell’altra stanza) sono indimenticabili momenti di umorismo e di normalità. Il personaggio del padre (vero concentrato di follia e di paradossi all’interno della storia), invece, regalerà al lettore stupore e lacrime (di ilarità).
Con una scrittura fluida e con un linguaggio decisamente informale e colloquiale, l’autrice porta il lettore nel suo meravigliosamente folle mondo, facendolo sentire, almeno per una volta, meravigliosamente imperfetto, senza sensi di colpa.
Approfondimento
Il personaggio di Jenny sembrerà al lettore come una sorella, spassosa e generosa. Un vero toccasana di risate che, almeno per la durata della lettura del libro, condurrà il lettore verso una leggerezza e un senso di benessere che, nel tran-tran quotidiano, spesso dimentichiamo di dover raggiungere, almeno di tanto in tanto.
Esilaranti sono gli intermezzi ironici sul libro stesso e sugli appunti che la sua editor farà a certe parti del romanzo con i quali l’autrice spezza la narrazione e nei quali si percepisce più la Jenny donna come tante che l’autrice-blogger di successo.
Una nuova normalità. Vedo che prendiamo confidenza con la nostra funzionalità disfunzionale, il modo tutto nostro che abbiamo di misurare i successi.
Laura Ventimiglia