
Autore: Daniele Mencarelli
Pubblicato da Mondadori - Gennaio 2023
Pagine: 180 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Audiolibro, Brossura, eBook
Collana: Scrittori italiani e stranieri
ISBN: 9788804761280
ASIN: B0BNM68FCS

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La vita si ferma all’avvicinarsi di limiti invalicabili. Ci concede del tempo, unica vera risorsa deperibile, e uno specchio d’acqua da cui guardarci e in cui, se scegliamo di lottare, rinascere. È quello a cui assistiamo osservando Pietro e Jacopo, la scelta disperata e caparbia di lottare, nonostante tutto.

Jacopo, neonato diciottenne, da almeno quaranta minuti osserva rapito un pezzo di lamiera piegata che il vento fa ballare avanti e indietro. Il rumore che produce quel movimento inutile all’universo è una specie di fischio breve.
Sant’Anna del Sannio è un’oasi senza tempo, un grumo di case fuori portata delle principali tratte stradali situato nel cuore dell’Italia. Popolata ormai da pochi superstiti incartapecoriti, dimostra di contenere ancora vita solo nella locanda Da Arturo, istituzione villaggiesca tenuta in piedi da Agata e Gaia, due donne che, da sole, riflettono l’Italia che fu e quella che si vorrebbe che sia.
In questo spazio confinato che pare eterno, come tra un respiro e l’altro, si ritrovano loro malgrado Pietro e Jacopo: padre e figlio viaggiavano verso Sud, alla ricerca della spiaggia dove Pietro e sua moglie Bianca si conobbero da giovani, finché pure la macchina non decide di abbandonarli. Inutile tentare di girarci intorno, così come inutili sono i pensieri di qualunque anima viva che per la prima volta si trova di fronte a Jacopo: il ragazzo è lì, c’è, eppure no; ti guarda, ma non vede, non capisce.
«Jacopo è un essere a basso, bassissimo funzionamento», così inizia il discorso standard di Pietro di fronte a ogni domanda, a ogni perplessità di chi, della vita, conosce una sola ricetta. Padre e figlio saranno costretti a fermarsi a Sant’Anna, a mostrarsi. Con passo calzante, mentre calano i veli sulle reali intenzioni del loro viaggio, si eleva a protagonista la disperata quotidianità in cui i due vivono, senza alcuno spazio per facile pietà e ritornelli cantati.
Approfondimento
Con questa breve opera, Daniele Mencarelli si cimenta in un’impresa tutt’altro che banale. Il racconto, per la qualità delle impressioni e la grande attenzione al “gesto” di ciascun personaggio, su cui tra tutti dominano proprio le movenze di Jacopo, potrebbe facilmente prestarsi a un adattamento teatrale. I dialoghi in Fame d’aria tracciano dettagli personali con tratto fulmineo, esprimendo per il più delle volte impressioni e sentimenti di pancia – l’anima emerge nell’immediatezza. Lo sono un esempio le poche parole, ma precise, di Pietro sui piatti preparati da Agata, o gli epiteti che sceglie per riferirsi ai compari disprezzabili del paese. Tra tutti i personaggi, però, Jacopo ha il dialogo più forte: un rumore che vale per ogni cosa, un attestato di esistenza che ribalta le regole, obbligando tutti gli altri a fermarsi per capire cosa lui voglia esprimere, rompendo ogni tentativo d’indifferenza generale.
Noi lettori, così come le vagabonde anime di Sant’Anna, ci ritroveremo nel limbo in cui Pietro ha smesso di voler vivere. Una palude di insicurezza e incertezza, in cui si tenta ogni appiglio sperando si trasformi in sostegno, mentre veniamo continuamente attratti verso l’abisso del giudizio facile.
Agata se ne rende conto, prende atto di quanto quel desiderio, apparentemente naturale, microscopico, sia per lui impossibile da realizzare. Poter fare una domanda, e aspettarsi una risposta.