
Autore: Antonio Manzini
Pubblicato da Sellerio - Ottobre 2020
Pagine: 240 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: La memoria
ISBN: 9788838941382

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Quando lo scorrere della vita si ferma completamente dopo un preciso avvenimento, come si ricomincia a vivere? E quante possibilità ci sono di trovare nello stesso treno, la persona che meno al mondo vorresti rivedere?
«Non è possibile», ripeté. «Cinque anni, due mesi e quattro giorni?»

Nora sta tornando a casa in treno, risvegliata dopo un leggero assopimento, i suoi occhi notano un uomo dall’aspetto famigliare. L’uomo in questione è niente di meno che Paolo Dainese, l’assassino di suo figlio Corrado. Istintivamente, per non perderlo di vista, scende alla stessa fermata anziché proseguire la corsa verso casa. Dopo un breve pedinamento però, lo perde di vista tra vie e palazzi.
Cos’ho provato? Odio. Abissale, totale, invasivo.
Tornata finalmente a casa, prende coraggio e confessa l’accaduto al marito, riaprendo una ferita mai rimarginata e rimanendo scioccati nel saperlo libero dopo soli cinque anni. Entrambi non riescono ad accettare la realtà. La legge parla chiaro e non c’è nulla di irregolare nella sua uscita dal carcere.
Le vite di Nora e Pasquale si sono letteralmente fermate il giorno in cui Corrado è morto.
Pasquale continua a incolpare sé stesso, per non essere stato al posto del figlio quel maledetto giorno in tabaccheria e non riuscendo inizialmente a reagire alla notizia riguardante la libertà di Paolo, cerca conforto nell’acquisto di una pistola per riportare l’equilibrio spezzato. Nora invece, decide di agire in modo più subdolo e psicologico.
Se Corrado non può più vivere la sua vita, neanche il suo assassino può avere modo di ricominciare come nulla fosse, ma la sua impresa ha un caro prezzo da pagare.
Un uomo è condannato per sempre allora? Fine pena mai? A cosa servono i processi, la legge, la galera? Lui aveva capito, aveva capito tutto. Gli errori commessi, la voglia di ricominciare, lasciarsi alle spalle quello che era una volta. Voltare pagina e provare essere un uomo migliore.
Approfondimento
Il destino rimette sulla stessa strada tre persone, che non avrebbero mai dovuto rincontrarsi.
Come si supera la morte di un figlio? Quanti anni di carcere può valere la vita di una persona? Siamo di fronte a domande che non hanno risposta e forse non possono avere risposta.
La cosa che condividono entrambi i protagonisti, Nora e Pasquale, è la rabbia. Sicuramente più accentuata in Nora, che si scaglia contro l’ex ragazza di Corrado dopo averla incontrata con il suo nuovo fidanzato. Le persone lasciate indietro, cosa dovrebbero fare? Vivere aggrappati ad un ricordo? Le anime che ci lasciano vorrebbero davvero questo per noi?
Nora è il personaggio più cupo in Gli ultimi giorni di quiete, un romanzo dove l’assassino diventa quasi una vittima e la vittima il carnefice. È un’ombra, non proferisce parola, segue Paolo come un fantasma osservandolo con occhi spenti. Vuole distruggere la sua nuova vita, come lui ha distrutto la loro. Nonostante Paolo stia cercando di ricominciare, con un nuovo lavoro e una compagna che lo accetta malgrado i suoi trascorsi, il passato continua a perseguitarlo. È giusto che un assassino torni a vivere in libertà come nulla fosse? È giusto che la legge consenta di accorciare le pene da scontare?
D’altro canto se Pasquale inizialmente sembrava aver intrapreso la strada più “facile” per regolare i conti, alla fine riesce a capire che il figlio sicuramente non vorrebbe vedere il padre trasformarsi a sua volta in un assassino. Non solo riesce finalmente a rinsavire da quegli anni tristi e grigi, ma ha la forza di fare quel passo in più per ritrovare finalmente la serenità perduta.
Un libro tanto piccolo che pesa come un macigno. Da leggere tutto d’un fiato.
Portare i fiori sulla tomba del figlio è contro natura. Piangere sulla tomba di un figlio è contro natura. Vivere al posto di tuo figlio è anche peggio.
Michela Pavanello