Autore: Schirach Ferdinand
Pubblicato da Longanesi - 2013
Pagine: 179 - Genere: Attualità / Reportage
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: La Gaja Scienza
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Giustizia ed equità sono al centro del dibattito dei più clamorosi casi giudiziari di Schirach von Ferdinand che ci conduce in un labirinto di violenze e inganni dove la verità mostra sempre più di una faccia, se non un volto dai tratti ambigui e sfuggenti.
I colpevoli non è un romanzo nel senso stretto del termine e neppure una raccolta di racconti: è un rincorrersi di fotogrammi noir in cui si alternano furti e omicidi, stupri e tormenti interiori. A far da filo conduttore – nonché da voce narrante – è un avvocato che, in quanto tale, non ha il compito di decretare chi sia innocente e chi colpevole, ma soltanto di difendere chi ha chiesto di essere difeso.
Emerge, da questi piccoli camei a tinte fosche, quanto sia sottile il confine tra bene e male e quanto spesso possa capitare che chi è formalmente innocente abbia in realtà una responsabilità criminale sul piano morale. Ciò che accomuna questi racconti è, inoltre, un forte senso di redenzione. Una redenzione che talvolta è voluta e desiderata o che, altrimenti, giunge con molti anni di ritardo, quando ormai il colpevole aveva quasi dimenticato il suo delitto.
Particolarmente interessante – nonché inquietante – è un racconto di molestie sessuali su minore. Per tutta la durata della narrazione si ha la sensazione che l’uomo sia davvero colpevole e che abbia davvero molestato una bambina innocente; tuttavia, si scoprirà soltanto in seguito che l’intera vicenda era soltanto una menzogna architettata dalla minorenne per un suo rendiconto personale. L’autore ci dimostra, con questo libro, quanto il male possa essere subdolo e possa insinuarsi tra le pieghe di ognuno di noi. Non è necessaria la fantomatica cicatrice sulla guancia per fare dell’uomo un criminale: anche un bambino può essere colpevole.
Colpevoli lo si può essere in tanti modi diversi. Il male ha moltissime sfaccettature e spesso non è altro che l’ombra del bene: l’uno non potrebbe esistere senza l’altro. Chi ha commesso il delitto: l’uomo che ha tentato di violentare la ragazza o il fidanzato della ragazza che l’ha ucciso per difenderla? E il bello è che non esiste una risposta al di fuori di quella della legge: il ragazzo è colpevole. E’ stato lui a commettere il reato. Spetta al lettore, poi, darsi (o no) le risposte che stava cercando.
Inquietante e crudelmente sincera: sono queste le caratteristiche della narrazione di Von Schirach, il quale compare in prima persona, con tanto di nome e cognome, nell’ultimo racconto del libro. Avvocato, scrittore e nipote di un gerarca nazista, Ferdinand von Schirach ha conosciuto il male e ne ha intravisto il fascino sfaccettato come attraverso un prisma ed è esattamente questo ciò che trasmette con la sua scrittura. Naturalmente, non posso definire questo libro una lettura piacevole perché si tratterebbe di un aggettivo fortemente fuori luogo. I colpevoli è un romanzo “brutto” in quanto spietato e, benché io non ne abbia apprezzato le eccessive asetticità e freddezza, devo ammettere che queste caratteristiche sono assolutamente funzionali alla narrazione e agli scopi che l’autore intendeva raggiungere: svelare al lettore la trama del male e con essa avvincerlo e spaventarlo al tempo stesso. Chi legge avverte la distanza tra sé e “il colpevole” eppure, per qualche strano motivo, non può fare a meno di immedesimarsi in lui. Non a caso, in una sua intervista per L’Espresso, lo stesso Von Schirach ha affermato: “Racconto i casi raccolti durante la mia carriera di penalista. Forse è questo che affascina i lettori: avvertono non solo il fascino del mostruoso, ma anche il richiamo della follia quotidiana. Ognuno di noi percepisce dentro di sé un potenziale omicida”.
Bianca Rita Cataldi