
Autore: Georges Simenon
Pubblicato da Adelphi - Aprile 2018
Pagine: 165 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura, eBook

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Il dottor Jean Dollent è un giovane medico di campagna che, per la sua statura non imponente, ma soprattutto perché è una persona semplice e gentile, i pazienti chiamano familiarmente «il dottor Jean», o anche solo «il dottorino». Irruente, competitivo ed entusiasta, sensibile al fascino femminile e incline all'innamoramento, il dottorino scopre di possedere notevoli capacità investigative, di essere «un risolutore di enigmi umani» e pronto a mettersi nella pelle degli altri, a «vederli muoversi nel loro ambiente» per risolvere gli inquietanti delitti che turbano la placida provincia francese.

Lui sapeva che le cose non erano così semplici! E, con la stessa medesima ostinazione di quando giocava a bridge, avanzava passo dopo passo nel suo ragionamento, e ogni volta che arrivava a un punto morto ricominciava daccapo.
Ne Il fiuto del dottor Jean, il protagonista Jean Dollent non è proprio quel che definisce un investigatore; è solo un semplice medico di campagna, minuto di statura, sensibile al fascino femminile ed incline al buon vino, ma il dottorino ha anche un mente vivace e curiosa, un talento naturale al ragionamento che lo porta a risolvere enigmi, a trovare il bandolo della matassa, anche in situazioni che sembrano senza soluzione. E così, un po’ per caso ed un po’ per mettersi alla prova, il dottor Dollent si trova a risolvere dei delitti che turbano la placida quiete della campagna francese e si accorge che il suo non è solo un talento naturale, ma una vera e propria inclinazione a scoperchiare legami e situazioni torbide. Ed è tra le pagine di questi racconti che spicca l’esaltazione della capacità del dottorino di immedesimarsi nei personaggi, nelle loro vite, e dell’intuito, quel “fiuto” particolare che gli fa scoprire dettagli essenziali, che gli permette di intuire e stigmatizzare motivazioni e moventi.
Il dottor Dollet si lascia guidare solo dal suo ragionamento, smonta e rimonta le situazioni, gli ambienti, studia e analizza le persone, i loro comportamenti, le loro reazioni senza lasciarsi ingannare dalle apparenze, seguendo solo la pista dettata dal suo logico e ferreo ragionamento; è il suo fiuto infallibile a indicargli la strada da percorrere. Una strada che va oltre le apparenze, oltre la rispettabile patina di cui i personaggi che animano i quattro racconti si ammantano; l’arguzia e la logica del dottorino strappano il velo di omertà e di mascheramento per portare a scoprire la pura e semplice verità. Accanto al dipanarsi del mistero vi è una velata denuncia delle società borghese degli anni ’40, nascosta dietro la cortina opaca delle apparenze, al di là della quale si nascondono le più feroci atrocità.
Il fiuto del dottor Jean si inserisce nella colossale produzione di Georges Simenon e ci fa scoprire un nuovo personaggio, ben lontano dal commissario Maigret, un “investigatore” sui generis, senza alcun piglio poliziesco, senza carisma, amante delle donne e del buon vino, ma tuttavia semplice, intelligente, a volte anche frivolo, ma al quale il lettore si affeziona ed empaticamente spera che sia proprio lui, e non la polizia, a risolvere il delitto. Seguendo i passi del dottor Dollet il lettore mette alla prova le sue proprie doti investigative, si cimenta in un gioco di ruoli e di suggestioni che lo porteranno, insieme al nostro intrepido dottore, a scoprire l’assassino.
Approfondimento
Georges Simenon è un giallista di razza, con una scrittura raffinata e arguta e con un impianto narrativo inconfondibile. Di certo il racconto breve non è il suo ambito migliore, ma già nelle pagine di Il fiuto del dottor Jean ritroviamo in nuce tutte le caratteristiche più pure e cristalline della sua opera. Tra le pagine emerge con chiarezza la concezione del giallo secondo Simenon: la predilezione per il ragionamento logico, l’esaltazione della capacità dell’investigatore di immedesimarsi con vittime e carnefici, l’attenzione felina al dettaglio, la capacità fotografica di raffigurare luoghi e ambienti, l’importanza di capire piuttosto che giudicare, mescolarsi alla gente e non lasciarsi trarre in inganno dalle strade troppo evidenti; perché, si sa, la verità è sempre sotto al nostro naso.
In seguito il dottor Dollent avrebbe cercato, con un accanimento da collezionista, ogni occasione per risolvere misteri, o meglio per esercitare il curioso dono che aveva scoperto di avere: far emergere dalle storie in apparenza più complicate la pura e semplice verità.
Romina Celani
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