
Autore: Paul Scott
Pubblicato da Fazi - Settembre 2020
Pagine: 444 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9788893256858

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India 1942, in tutto il mondo è in corso il secondo conflitto mondiale.
La popolazione indiana, guidata dalle campagne non violente di Gandhi, inizia a sognare l’indipendenza e comincia a boicottare le attività inglesi. A partire dalla missionaria Miss Crane, tutti i membri della comunità di Mayapore dovranno fare i conti con rivolte, segreti e crimini violenti.“Questa è la storia di uno stupro, degli eventi che vi hanno condotto e che l’hanno seguito e del posto in cui è ac-caduto. Ci sono le azioni, le persone e il luogo; sono tutti correlati tra di loro, ma nel complesso sono del tutto isola-ti dal continuum etico delle vicende umane”.

Il romanzo si presenta scritto in sette capitoli, ognuno incentrato su personaggi diversi che mirano ad approfondire ed intrecciare la trama principale.
La storia si apre con Miss Crane, direttrice presso la scuola della missione a Mayapore, la quale aveva fatto dell’India la sua terra adottiva dimostrando, a differenza di altre nobildonne, un’apertura ed una propensione verso questo popolo che stimava ed aveva imparato ad amare.
Rimase sconvolta a seguito dell’aggressione ai danni del signor Chaudhuri, insegnante della scuola missionaria, che durante i tumulti perse la vita per mano di ribelli, incontrati per strada mentre tornavano a Dibrapur, che lo considerarono un traditore perché stava viaggiando al fianco di una donna inglese.
Nella stessa notte, si consuma quello che è il perno dell’intera vicenda, lo stupro di Daphne Manners per il quale, non perse tempo, il sovrintendente Merrick ad accusare il giovane Hari Kumar assieme ad un gruppo di altri ragazzi indiani che si trovavano nei pressi dei giardini di Bibighar.
Hari è un indiano cresciuto ed educato in Inghilterra, dovuto rientrare nel suo paese natio dopo la dipartita del padre che non gli ha lasciato nulla. Verrà torturato dalla polizia nel tentativo di estorcergli una confessione sul suo coinvolgimento nella vicenda dello stupro, senza mai ottenere una confessione e la realtà dei fatti.
In Kumar era una cupezza dell’anima, in Merrick era una tenebra della mente, del cuore e della carne
Approfondimento
Leggere Il gioiello della corona è stato davvero complesso e impegnativo, Scott riempie pagine con descrizioni minuziose che necessitano di molta attenzione, rallentando allo stesso tempo la narrazione. Spesso infatti ci si può ritrovare a rileggere più volte le stesse frasi, dovuto forse anche ad una scrittura a volte disordinata e ad una punteggiatura non così attenta.
Non avevamo fatto niente per l’integrazione delle comunità, a parte costruire ferrovie tra l’una e l’altra perché le loro ricchezze arrivassero più rapidamente nelle nostre tasche.
L’intento del romanzo è quello di trasmettere quanto l’occupazione inglese sia stata ingombrante, soffocando la cultura indiana e a volte discriminandola. Basti pensare a come gli inglesi creassero circoli vietandone l’accesso alla popolazione locale. O come alcuni quartieri fossero riservati solo alle persone dalla pelle bianca, emarginando chi era diverso da loro.
La storia del giovane Hari infatti, sottolinea che per quanto possa essere cresciuto ed aver vissuto fra gli inglesi, al suo ritorno in patria, l’India, non riesce a trovare il suo posto all’interno della società. Invisibile per i bianchi ed escluso dalla sua stessa razza, in quando non riconosciuto come tale. Sente il peso dei fallimenti del padre e prova repulsione per la sua parte indiana.
Cercherà costantemente di integrarsi tra gli inglesi, per ricordare la sua vita in Inghilterra, attirando le antipatie del sovrintendente Merrick ma anche le attenzioni della giovane Daphne che, a causa delle differenze razziali, non potranno fare altro che portare a sofferenze per entrambi.
Note interessanti sono anche i capitoli riservati ai racconti e punti di vista del brigadiere Reid e del vicecommissario White. Il primo pronto a tutto, pur di mantenere la stabilità dell’impero britannico ed il secondo dedito alla salvaguardia della popolazione resistendo fino allo stremo delle forze, pur non piacendosi particolarmente lavorarono assieme per ristabilire l’ordine.
Curioso, che quella che pare la soluzione giusta per l’Inghilterra debba sembrare completamente sbagliata per la parte dell’impero che Disraeli definì il gioiello più luminoso della corona
Michela Pavanello