Autore: Erri De Luca
Pubblicato da Feltrinelli - 2012
Genere: Racconti
Formato disponibile: eBook
Collana: Zoom
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Correva l'anno scolastico 1966-1967, due compagni della sezione B, seconda liceo classico dell’Istituto Umberto I di Napoli, rimuovono un pannello della cattedra per dare concretezza alle fantasie erotiche suscitate dalla moda corrente indossata da una nuova giovane supplente: la minigonna. Scatta l'azione punitiva del corpo docenti e la reciproca resistenza degli studenti. La saggezza dell'erudito, autorevole professore di greco scioglierà questa insalubre e improduttiva barricata portando alla riflessione, alla coscienza e responsabilizzazione delle proprie azioni. La sua morte sembra simboleggiare la fine di una scuola ispirata al sapere e alla disciplina, quella autorevole "legittima perché impersonale e a fin di bene".
Venti pagine per farci intuire, con la sola descrizione aneddotica di una bravata liceale, un cambiamento epocale: la rivoluzione studentesca del 1968. Una contestazione globale che porterà sì alla democratizzazione dell’accessibilità all’istruzione, un bene innegabile, ma insieme anche all’inizio del deterioramento dell’insegnamento e di quella autorevolezza necessaria a creare e ispirare valori e ambizioni positive nei giovani. Erri De Luca sembra averne intima nostalgia. Oggi, forse, viviamo il decadimento sociale erede di quella rivoluzione, che avrebbe dovuto limitarsi a liberalizzare l’accessibilità agli studi per tutti, indistintamente, e lasciare che il merito facesse poi la dovuta giusta selezione. Ma come in tutte le rivoluzioni, l’esito eccede sempre il principio e spesso a discapito proprio di coloro che se ne erano fatti promotori con le migliori intenzioni, la cui vittoria rischia di essere, infine, solo apparente.
È così dunque che nel perseguire un diritto inalienabile, si corre il rischio di perdere un valore più grande, quello semplice e spontaneo di rispettare il prossimo, di non umiliarlo per il solo apparire, pur in mancanza di ostentati legami di fratellanza e chiassosa anarchia, “… quel trattenersi dal dare la risposta era una pratica che insegnava a non mortificare il proprio compagno, a rivolgergli perciò un’attenzione non solo scolastica.” Il sentimento di solidarietà che nell’immediato ha un’accezione positiva, può concretizzarsi anche nel suo opposto, se il principio che l’ha ispirata non è poi così puro.Alle porte degli anni settanta, con il vecchio professore di greco ormai prossimo alla pensione, il siciliano Giovanni La Magna, si estingue, con profonda nostalgia dell’autore, la gerarchia illuminata discente-discepolo.
Viene rimosso un pannello per entrare nell’intimità di una figura di cui prima non si osava neppure pensare avesse una vita privata: era il Professore e basta. Il pannello viene impudentemente rimosso, è la frattura di un’epoca. La vista di quelle gambe non ripagheranno della privazione di una solida cultura. Racconto breve autobiografico, semplice nell’idea e nell’esposizione, ma incisivo nel messaggio nostalgico dell’autore. Sembra più l’incipit di un romanzo storico contemporaneo e lascia perplessi voltare pagina e non trovarne lo svolgimento. Ritengo abbia più senso per il lettore, per facilitare la conoscenza dell’autore e del suo pensiero, acquistare il racconto nell’ambito della raccolta “In alto a sinistra” da cui è tratto.
Aurora Landriani