Autore: Benedetta Cibrario
Pubblicato da Mondadori - Ottobre 2018
Pagine: 756 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri
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Un romanzo che racconta la vita di una giovane donna, Anne Bacon, che con malinconia ma per amore deve lasciare la sua amata Terra Natia per raggiungere il suo altrettanto giovane sposo per iniziare una nuova vita insieme, uniti nel matrimonio; ma i dubbi iniziano ad insinuarsi sia nel cuore di lui sia nel cuore di lei: è stata la scelta giusta sposarsi o si è trattato di un errore al quale oramai è tardi per rimediare?
Anne Bacon e Prospero Carlo Carando de Vignon, due giovani ragazzi molto diversi tra loro per nazionalità, inglese lei, italiano lui, per discendenza familiare, per modo di pensare e di vivere, si conoscono a Londra e tra di loro sembra scoccare quella scintilla che instilla l’amore, sembrano anime gemelle che si incastrano alla perfezione, si sentono talmente attratti l’uno dall’altra che decidono di unirsi in matrimonio, convinti che questa unione sia non solo quella che decanta l’amore, ma anche quella che permetterà loro di iniziare una nuova vita insieme.
Ma l’inizio di questa nuova vita comporterà per la giovane Bacon un cambiamento radicale: dovrà lasciare la sua amata Patria, l’Inghilterra, e raggiungere il suo Prospero in Italia e precisamente in Piemonte, Torino, dove il marito presta servizio come Ufficiale in Piemonte Reale, e dove vive con il padre: il marchese Casimiro Vignon.
Anne, anima mansueta e fedele a ciò che il destino ha in serbo per lei, lascia a malincuore i propri affetti e si appresta a compiere questo lungo viaggio, all’oscuro di quello che ne sarà della propria vita ma con una certezza: in Italia sarà felice accanto al suo giovane e aitante marito.
Ma il destino, si sa, alle volte diventa come un bimbo dispettoso al quale piace prendersi gioco delle vite altrui e metterle dinanzi a situazioni che mai avremmo voluto affrontare; e così accade alla riservata Anne, la quale, durante la traversata dall’Inghilterra all’Italia contrae una grave, quanto mortale malattia diffusa in quell’epoca: il vaiolo.
Costretta quindi a sostare lungamente in Francia, qui riceverà le cure di un devoto medico che, seguendo la sua indole, cercherà di fare il possibile – e anche l’impossibile – per salvarla.
E se anche Anne riesce a scampare la morte dal vaiolo, le amare cicatrici restano ben visibili, non solo sul suo viso, ma anche sul suo cuore e, ahimè, saranno cicatrici che da quel momento diventeranno per lei un pesante fardello da portarsi sulle spalle.
E sarà proprio in occasione della malattia che inizierà a interrogarsi se l’avere sposato Prospero sia stata davvero la scelta giusta o sia stata piuttosto una scelta dettata dalla forte attrazione, a maggior ragione che la sua bellezza è stata irrimediabilmente, e in maniera beffarda, deturpata da questa orribile malattia.
Prospero, dal canto suo, in Italia attende l’arrivo della moglie, sa della orrenda malattia che l’ha colpita ma, nonostante ciò e nonostante ne avesse avuto la possibilità, decide volutamente di non raggiungere Anne e, dinanzi alla servitù intenta a sistemare gli effetti personali e non della giovane moglie, si sente quasi infastidito, senza capirne bene il motivo e pensieri confusi al riguardo, vorticano come fantasmi intorno a lui.
Era pentito, scosso. Aveva paura. Lei stava per arrivare. E arrivava per restare.
E così, quando la giovane moglie, dopo essere stata pervasa da mille remore tra le quali prevaleva quella di non raggiungere il marito considerato lo stato nel quale si presentava al suo cospetto, decide comunque di rimettersi in viaggio e una volta giunta a destinazione trova ad accoglierla un austero suocero, infiocchettato negli abiti d’epoca, e un Prospero affettatamente freddo, distante, che le rivolge di sottecchi sguardi indagatori e che la sfiora solo e soltanto con il classico baciamano.
Per Anne sarà un colpo al suo già malmesso cuore, il sentore di non essere accolta come avrebbe voluto, di non sentirsi un tutt’uno con il marito come lo erano a Londra prende forma, ma oramai è lì e non può fare altro che dare inizio a quella che sarebbe stata la sua nuova vita, lontano da casa.
Il rumore del mondo potrebbe sembrare un romanzo storico, considerato il periodo che copre, dal 1830 al 1840, periodo in cui in Italia si affacciano vari scenari politici: la morte di Carlo Felice, il Regno di Sardegna, la successione di Carlo Alberto, la promulgazione dello Statuto Albertino, considerata la prima Costituzione, la citazione a Camillo Benso Conte di Cavour. Tutti questi panorami farebbero pensare prettamente a un romanzo storico, in realtà così non è, tutti questi elementi faranno da contorno, supportandola e sostenendola, a una storia che non è tanto una storia d’amore, quanto la storia di una giovane donna, Anne Bacon, figlia di un semplice mercante di seta, rimasto vedovo giovanissimo, e che ha sin da subito dovuto pensare a forgiare ed educare, nel migliore dei modi, le sue due figlie.
Anne, dal fisico esile dimostrerà una forza inaudita, una forza che la porterà ad affrontare sfide che mai avrebbe pensato di dover sopportare, una Donna che saprà conquistarsi la stima e l’affetto del burbero suocero, e la riconoscenza e il rispetto di un Paese a lei straniero, tanto che di questo Paese imparerà ad amare, e comprenderne, ogni singolo aspetto.
Si troverà davanti un marito che non riconosce in quello che ha sposato, freddo e distaccato ma al contempo cordiale, un marito che non dividerà con lei nemmeno il “talamo nuziale”, che accamperà scuse e pretesti per trascorrere il maggior tempo possibile presso l’esercito piuttosto che a casa con la consorte, ma quest’ultima non smetterà mai di sperare, di credere che prima o poi ritroverà il Prospero che ha conosciuto a Londra e del quale si era invaghita.
Il suocero, dal canto suo, a seguito di un incidente diplomatico che ha coinvolto la giovane nuora, inviterà la stessa a trascorrere qualche tempo nella sua località di campagna, il Mandrone, relegandola lì per un tempo indefinito.
Sarà proprio questo stare a stretto contatto con la stessa che lo farà ricredere, che troverà nella nuora quella figlia che non ha mai avuto, e, dal canto suo, Anne scoprirà di preferire la tranquilla armonia del Mandrone, con i suoi colori persino durante le fredde stagioni, alla convulsa città di Torino fatta di salotti che la sottoponevano a esami inquisitori.
Anne non lo sa ma con il suo essere docile, pensierosa, entusiasta e generosa è stata come un balsamo, un calmante per il rude suocero da sempre chiuso nelle sue ostilità, nelle sue riflessioni intrise di malinconie e risentimenti ove l’unica consolazione risiedeva nell’accarezzare quella mezza pallottola di piombo che anni addietro, durante uno scontro, le si era conficcata nelle carni e, una volta estratta, l’aveva sempre tenuta con sé, come un cimelio porta fortuna.
Approfondimento
Il rumore del mondo è un romanzo delicato ma al tempo stesso forte, ben scritto, sapiente nell’utilizzo del linguaggio consono al periodo nel quale è ambientato, un linguaggio elegante, che non sarebbe male utilizzare anche al giorno d’oggi. Apprezzo il modo di esprimersi che un tempo si usava, così fine e rispettoso, senza troppi vezzeggiativi o, al contrario, termini dispregiativi della lingua italiana, insomma un linguaggio pulito.
Si riscontrano, peraltro, citazioni in lingua francese, inglese e in dialetto piemontese.
In questo romanzo Benedetta Cibrario ha raccontato la storia di una donna che nonostante la vita l’abbia messa a dura prova non si è mai arresa ma, anzi, ha trovato nella malattia, nel suo aspetto provato e mutato dalla malattia stessa, un motivo in più per andare avanti; molte volte ha pensato di abbandonare quel Paese a lei straniero per tornare nella sua amata Patria natia, correre dai suoi affetti, ma non lo ha mai fatto, si è sempre rialzata e rimboccata le maniche come da vera combattente.
Accetta un marito che non la guarda nemmeno, consapevole del fatto che intrattenga, verosimilmente, un’altra relazione, rifiutando la corte di un uomo che le aprirà il cuore, restando fedele e devota al suo matrimonio.
Un libro che va letto, per scoprirne tutti i particolari, per gustare fino in fondo ciò che accade nella vita di questa giovane donna.
Un aspetto che ho amato particolarmente è stato quello inerente le corrispondenze, ovvero le lettere scambiate e riportate, unico mezzo di comunicazione dell’epoca: sembra quasi un paradosso se paragonato ai potenti mezzi della tecnologia odierni ma, a ben vedere, io personalmente preferisco di gran lunga quel mezzo di comunicazione; scrivere una lettera, metterci dentro la tua anima, sentire le parole che profumano di inchiostro e di chi le ha scritte, poter osservare la grafia del mittente, ed è per questo che un grande plauso va fatto all’autrice per aver riportato meticolosamente tutte le corrispondenze.
Oltre ad Anne, personaggio principe del libro, anche gli altri personaggi portano in sé un bagaglio di emozioni e sensazioni che vengono descritte e intuite; Prospero, ad esempio, dà l’impressione di un ragazzo superficiale, un ragazzo freddo, distaccato da tutti gli affetti, come se nulla lo intacchi, quasi spocchioso, per utilizzare un termine moderno ma, in fondo, è un ragazzo che ha sofferto, un ragazzo che ancora in tenera età è stato spedito dal padre alla “Regia Accademia Militare”, contro la volontà della moglie. Un ragazzo al quale è sempre mancato l’affetto di un padre.
Prospero, infatti, non ha mai accettato la decisione del padre che arbitrariamente lo ha “ingabbiato” in quella Accademia separandolo da colei che era per lui la persona più importante, il suo punto di riferimento: sua madre.
Altro personaggio cardine che entra in punta di piedi, quasi da personaggio secondario – ma che a mio avviso non lo è -, e va conquistando uno spazio sempre maggiore è il giovane Enrico Verra, un avviato fabbricante di seta, che farà breccia nel cuore del marchese Casimiro e che sarà per Anne una piacevole scoperta tanto da renderle il cuore più leggero ma al contempo più pesante.
Nel romanzo, inoltre, viene dato spazio anche ai personaggi secondari, coloro che rivestono delle scene minori; anche per loro l’autrice ha pensato bene di descrivere le vicissitudini che li riguardano.
L’unico appunto che potrei fare è la lunghezza di talune parti troppo descrittive che potrebbero distogliere l’attenzione del lettore, magari continua e attenta e che potrebbe spezzarsi quando incorre in quelle parti che si perdono in descrizioni che, a mio avviso, potrebbero essere se non eliminate quantomeno ridotte.
Un romanzo che consiglio di leggere per tutti i motivi su indicati ma, soprattutto, perché solo leggendolo si potrà comprendere la profondità di animo e la purezza del cuore di Anne Bacon e di ciò che ne è stato del suo matrimonio e della sua vita.
Prospero ed Anne pensavano di essere lontanissimi l’uno dall’altra, e lo erano, senza dubbio; ma si sarebbero sorpresi, e commossi, se avessero immaginato che pensavano ad una cosa sola, penosa per entrambi, e non ancora risolta; anzi appena iniziata.
Alessandra Di Maio