
Autore: Jeanine Cummins
Pubblicato da Feltrinelli - Gennaio 2020
Pagine: 416 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori
ISBN: 9788807033810

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Una famiglia solida, un’esistenza agiata e tranquilla sconvolta da un uomo colto e raffinato, amante dei libri, dietro il quale si nasconde uno dei più pericolosi boss dei cartelli di Acapulco. Una madre ed un bambino, nella nuova e stretta veste di migranti, in fuga, lontano, verso la libertà e verso nuovi sogni.

Fuori dalla finestra sente i passi esitanti di Mami, la sua scarpa che sfiora delicata i resti di qualcosa che è andato in frantumi. Un solo respiro, troppo teso per essere un singhiozzo. Poi affretta il passo mentre attraversa il cortile con decisione, compone un numero sul telefono. Quando parla, nella sua voce c’è una nota acuta che Luca non ha mai sentito, alta e stretta in fondo alla gola. «Mandate aiuto».
Un signore della droga che scrive poesie e prova un amore quasi viscerale per la giovanissima figlia; i suoi uomini che uccidono sedici membri della famiglia di Lydia- proprietaria di una libreria e moglie di Sebastián, un giornalista- durante una quinceañera. Con l’eco degli spari ancora nelle orecchie ed il cuore che batte a mille, Lydia ed il figlio Luca riescono a fuggire e da quel momento nulla sarà più uguale a prima, da quel momento sarà inutile chiedersi a vicenda se si stia bene, perché quella domanda porterà per sempre il peso di una dolorosa assurdità.
Si apre così la storia dei due protagonisti e di tutti gli altri migranti che i due incontreranno lungo la loro strada verso gli Stati Uniti e la salvezza. Una strada durissima, ma necessaria, perché rimanere in Messico, dopo la carneficina della loro famiglia, significa morte certa per Luca e sua madre. Una strada lastricata di sangue e dolore, perché per far perdere le proprie tracce madre e figlio devono evitare i percorsi ed i mezzi di trasporto più comuni, per poter arrivare al Norte, gli Stati Uniti, sani e salvi.
La sola cosa buona del terrore, ormai Lydia l’ha capito, è che è più immediato del dolore. Sa che presto dovrà fare i conti con quello che è successo, ma per ora il pensiero del rischio che corrono serve ad anestetizzarla dalla peggiore delle angosce… Si dice che non c’è nessuno. Si dice che sono al sicuro.
Una strada pericolosa, lungo i binari di “La Bestia”, il treno merci su cui si deve saltare al volo e ci si ritrova con altri migranti provenienti da posti diversi e situazioni differenti, ognuno con la propria storia di dolore da trasportare come un fardello su quel treno e poi ancora più lontano, nel Norte.
Una strada di speranza e solidarietà, nei rifugi tenuti in vita dalla carità e dalla pietas dei volontari e nella traversata del deserto, fra narcos violenti, poliziotti corrotti e compagni di viaggio indimenticabili, nel disperato tentativo di conservare la propria dignità ed umanità in un’esperienza che è tutto fuorché umana.
Il sale della terra è un romanzo epico, con una prosa ricca, coinvolgente e mai violenta in cui, tra una zaffata di sofferenza ed un alito di speranza, si parla della bestialità dell’odio e della potenza dell’amore. È un romanzo che convince, una storia che resta attaccata all’anima e che spinge a ricordare che “También de este lado hay sueños”, come recita il graffito sul muro di confine a Tijuana. Anche da questa parte esistono i sogni.
Approfondimento
Nove case editrici si sono disputate il libro negli Stati Uniti e il vincitore, Flatiron Books, se l’è aggiudicato per un compenso milionario. Il libro prometteva di scalare le classifiche a tutta velocità ed è stato esattamente così. Nessuno, però, aveva messo in conto le numerosissime critiche che la pubblicazione avrebbe provocato. La scrittrice è stata accusata di abuso di luoghi comuni, sensazionalismo, appropriazione culturale, spettacolarizzazione del dolore. In molti non le hanno perdonato il fatto di scrivere dal punto di vista di una donna messicana traumatizzata, essendo invece una donna bianca.
E dire che nella postfazione al romanzo, Jeanine Cummins aveva cercato di prevenire le polemiche:
Da non migrante e non messicana credevo di non avere il diritto di scrivere un libro ambientato quasi interamente in Messico, tra migranti. Avrei voluto che lo scrivesse qualcuno con la carnagione un po’ più scura della mia. Ma poi ho pensato: Se sei una persona capace di diventare un ponte, perché non farlo?
Critiche a parte, il romanzo è uscito negli Stati Uniti il 23 gennaio 2020 ed in cinque giorni ha venduto oltre cinquantamila copie.
Connie Bandini