Autore: Cristina Cassar Scalia
Pubblicato da Einaudi - Novembre 2021
Pagine: 320 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Audiolibro, Brossura, eBook
Collana: Stile libero big
ISBN: 9788806250591
ASIN: B09KC8FMN3
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Un cadavere che scompare, poi riappare. Un duplice omicidio accompagnato da una macabra messinscena. Con il Capodanno alle porte, pasticcio peggiore non poteva capitare al vicequestore Vanina Guarrasi. Se poi una delle vittime è un prete, il caso diventa ancora più spinoso. Comincia tutto in una notte di neve, sull'Etna. Il custode di un vecchio albergo in ristrutturazione chiama la Mobile di Catania: nel salone c'è una donna morta. Quando però i poliziotti arrivano sul posto, del corpo non vi è più traccia. Ventiquattr'ore dopo viene ritrovato nel cimitero di Santo Stefano, proprio il paese dove abita la Guarrasi. Al suo fianco è disteso un uomo, un sacerdote, anzi un monsignore, assai conosciuto e stimato; entrambi sono stati uccisi. Intorno a loro qualcuno ha disposto fiori, lumini, addobbi. Il mistero si dimostra parecchio complesso, oltre che delicato, perché i conti, in questa storia, non vogliono mai tornare, un po' come nella vita di Vanina. L'aiuto del commissario in pensione Biagio Patanè può risultare al solito determinante. Quell'uomo possiede un intuito davvero speciale, ma ha il vizio di non riguardarsi. Una cattiva abitudine che, alla sua età, rischia di essere pericolosa.
Una convivenza tra ghiaccio e fuoco che a pensarla pareva impossibile.
Un nuovo misterioso caso da risolvere si presenta per il vice questore Guarrasi in Il talento del cappellano di Cristina Cassar Scalia.
Dopo quattro anni, finalmente, Vanina, nome con cui tutti chiamavano il vice questore Giovanna Guarrasi, aveva deciso di trascorrere le vacanze di Natale a Palermo, insieme alla mamma, alla sorella e al suo patrigno.
Per tutti, per la sua famiglia e per i suoi colleghi, era un evento davvero straordinario, vista la sua totale e fedele dedizione al lavoro. A sconvolgere però i suoi piani ci sarà una telefonata, nel cuore della notte, dell’Ispettore Bonazzoli, che la informerà del ritrovamento del corpo di una donna. Senza nemmeno batter ciglio, l’indomani mattina, lascerà la sua famiglia nel pieno dei festeggiamenti, per raggiungere il resto della sua squadra a Catania.
Giunta a Catania, si butterà anima e corpo nel nuovo caso, vorrà sapere ogni dettaglio, ogni informazione, vorrà essere aggiornata su tutto.
Come già anticipato dalla telefonata della Bonazzoli, la polizia aveva ricevuto, la sera precedente, una chiamata da un certo Scimemi, il custode del cantiere del Grand Hotel della Montagna che li aveva informati del ritrovamento, all’interno dell’hotel, del corpo di una donna. Dopo la segnalazione, all’arrivo della polizia sul posto, il corpo però era scomparso.
Come era possibile? Era stata una svista? Un’invenzione? Un falso allarme? Una fantasia? Dove era finito il corpo?
Scimemi era stato descritto da tutti come un uomo alquanto bizzarro, con fantasie e fissazioni strane. Con la sua reputazione, aveva tutti contro, nessuno sembrava credergli.
Solo Vanina, vedeva in quello strano ritrovamento qualcosa di reale, qualcosa che da lì a poco si sarebbe mostrato come un caso vero e proprio, con tutte le difficoltà che ne avrebbe portato.
Difatti, un’altra telefonata informerà Vanina del ritrovamento del corpo di una donna nel cimitero di Santo Stefano, nella cappella dei Murgo ma, cosa ancora più strana, era che quello della donna non era il solo corpo ad essere stato rinvenuto. Accanto a lei c’era quello di Monsignor Murgo. Intorno ai due corpi qualcuno, presumibilmente l’assassino, aveva disposto fiori, lumini, addobbi.
Il corpo della donna ritrovato, che risultava essere lo stesso rinvenuto la sera precedente da Scimemi, era quello della Dottoressa Azzurra Leonardi, il cui marito la mattina stessa ne aveva denunciato la scomparsa.
Il mistero si infittiva sempre di più. Cosa potevano avere in comune la dottoressa e il monsignore? Perché erano stati uccisi e poi posizionati nel medesimo posto? Dove erano stati uccisi? Chi era stato ucciso per primo e perché l’assassino li aveva disposti proprio in quella cappella e in quel modo? Le due vittime si conoscevano?
Queste erano solo alcune delle domande a cui Vanina e la sua squadra dovevano dare delle risposte. Era necessario risalire a tutti gli ultimi spostamenti delle vittime, scoprire dove erano stati, cosa avevano fatto, se avevano dei nemici. Era indispensabile sapere tutto, ogni più piccolo dettaglio, bisognava scavare a fondo nel presente ma soprattutto nel passato di entrambe le vittime.
Il metodo Guerrasi era proprio quello di scavare nel passato delle vittime per capirne il presente.
L’unica certezza di questo caso era che il corpo di Azzurra Leonardi era stato spostato. Ma perché? Perché si era recata in quell’Hotel? Dalle indagini in corso era emerso che la sera dell’omicidio, Azzurra Leonardi si era recata ad una rimpatriata con i suoi ex compagni di scuola nei pressi del Grand Hotel e che fu l’ultima ad arrivare e una delle ultime ad andare via.
Dove era stata però prima della cena? Dove era andata? Cosa aveva fatto? Perché aveva raccontato a tutti che il suo ritardo era stato causato da un problema a lavoro e, invece, da informazioni certe risultava fosse andata via prima? E dopo la cena dove era andata?
C’erano dei vuoti da colmare, delle cose che non tornavano.
Il mistero si infittiva sempre di più. Quella che nel corso delle indagini sembrava poter essere una pista, sarebbe stata davvero quella giusta? Tutte le informazioni raccolte erano sufficienti per la risoluzione del caso? Qual era il movente? Dove bisognava ricercarlo? La dottoressa e il prete avevano calpestato i piedi a gente pericolosa? C’entrava forse la criminalità organizzata?
Il caso si complicava di giorno in giorno ma Vannina non temeva le sfide, non era di certo un tipo da arrendersi e poi non era da sola, al suo fianco aveva una squadra molto eterogenea ma in perfetta sintonia con lei. Grazie al suo intuito, ai suoi fedeli collaboratori e all’aiuto prezioso del vecchio commissario ormai in pensione Biagio Patanè, anche questa volta il caso sarà risolto.
Approfondimento
Il vice questore Giovanna Guarrasi, per tutti Vanina, ama il suo lavoro, ama dedicarsi completamente alle sue indagini, ama avere la testa impegnata e risolvere casi e misteri irrisolti.
Scavare nel passato delle persone è il suo forte, ma il suo forte non è quello di scavare nel suo di passato, nella sua di vita. Una vita segnata dalla morte improvvisa del padre, ispettore ucciso per mano di cosa nostra da quattro killer, sotto i propri occhi quando aveva solo quattordici anni.
Mentre lavora riesce a tenere lontani i fantasmi del passato, fantasmi che però sembrano non volerla abbandonare mai, insinuandosi costantemente nei suoi pensieri.
A Catania è sola, lontana dai vecchi ricordi ma anche dagli affetti, affetti che però sembra non volere. Intorno a lei solo muri che nessuno riesce davvero a valicare. Le sue giornate le trascorre in commissariato, con i suoi colleghi, ed è con loro che passa la maggior parte del tempo, lavorano insieme, litigano, scherzano e, spesso, l’unica cosa che rende più leggere le loro giornate è il buon cibo, che sia esso rappresentato dai cornetti al mattino, dal pranzo da Nino. Il cibo, infatti, risulta essere per loro un momento di massima convivialità, di socialità, di calore, quel calore, quella gentilezza, quell’amore che la sua vicina Bettina non le farà mai mancare al suo rientro a casa.
Vannina è una donna forte, caparbia, affronta con passione e tenacia ogni sfida professionale che le si presenta, ha il fuoco dentro, un fuoco che riesce a far uscire solo nel suo lavoro. Vanina è come un vulcano, ma il suo vulcano è l’Etna, e si sa, l’Etna nei periodi più invernali è ricoperto da una coltre di neve e ghiaccio, lo stesso ghiaccio che avvolge la sua personalità, il suo essere, il suo carattere schivo con chi davvero ama.
Simona Signoriello