Autore: Graham Hancock
Pubblicato da Tea - Giugno 2014
Pagine: 675 - Genere: Non fiction, Saggi
Formato disponibile: Brossura
Collana: I grandi della TEA
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Che cosa lega un mappamondo del 1513, le opere dei Maya, degli Atzechi, degli Incas e le monumentali costruzioni egiziani? Hancock rivela un messaggio universale celato nelle grandi opere e riportato nei miti e nelle leggende di tutte le popolazioni...e una premonizione!
Graham Hancock, l’autore di Impronte degli dei e giornalista appassionato di antichi misteri, si avventura, insieme alla fotografa e compagna Santha, in un viaggio attraverso i grandi siti archeologici del passato.
Partendo da Nazca fino ad arrivare in Egitto, passando da Perù, Bolivia e Messico, va alla ricerca di una connessione, un legame, tra mappe, miti e opere architettoniche, lasciateci da popolazioni geograficamente lontane le une dalle altre e con una preparazione culturale, tecnologica e ingegneristica apparentemente non così avanzata da poter realizzare tali opere.
Il viaggio prende spunto dall’analisi del misterioso mappamondo di Piri Reis, disegnato nel 1513, in cui è riportata l’esatta linea costiera antartica che noi conosciamo grazie all’utilizzo di potenti mezzi tecnologici, ma che è nascosta all’occhio umano dalla calotta glaciale (che risale circa a 40.000 anni fa). La mappa è sicuramente autentica e, altrettanto sicuramente, nel 1513 non avevano i mezzi per rilevare tale formazione al di sotto dello spesso strato di ghiaccio. La spiegazione più plausibile su come Piri Reis abbia potuto disegnare la sua mappa è che sia venuto a conoscenza di dati tramandati nei secoli; ma tramandati da chi? Questa misteriosa popolazione deve aver visto le coste prima della glaciazione e quindi essere esistita prima della classica preistoria. E ha qualcosa a che vedere con i misteri che circondano le grandi opere maya, inca, atzeche e egiziane?
Per rispondere a queste domande, Graham Hancock parte per un lungo viaggio che lo porterà ad analizzare in maniera molto tecnica e scientifica i principali siti archeologici delle prime civiltà a noi note. Il suo viaggio è un continuo susseguirsi di domande e nuove scoperte; un’incalzante ricerca di risposte e analogie tra le opere architettoniche e i miti tramandati da popoli e civiltà così lontani tra loro. Chi, e perché, ha costruito quelle opere monumentali? È possibile che ci sia un legame tra tali opere? Sono solo costruzioni fini a se stesse o nascondo un messaggio?
Attraverso le sue osservazioni e i suoi approfondimenti, Hancock scopre caratteristiche comuni agli antichi popoli, non solo nei miti che ci hanno tramandato ma anche nelle conoscenze scientifiche e astronomiche.
Graham trova un filo logico tra i miti raccontati dalle prime civiltà, le conoscenze astronomiche (che dovevano essere molto avanzate) e le grandi opere realizzate da una civiltà misteriosa (a questo punto appare chiara la presenza di una civiltà ignota, data la mancanza di prove evidenti che possano attribuire competenze tali alla realizzazione di opere così complesse alle popolazioni da noi conosciute).
Il giornalista mette poi in discussione anche la datazione attribuita ai principali siti archeologici: potrebbero essere più antichi di ciò che pensiamo e risalire a prima della glaciazione e, forse, celare una premonizione che solo un elevato grado di conoscenza scientifco-astronomica potrebbe mettere in luce.
Approfondimento:
In generale Impronte degli dei mi ha appassionato e incuriosito, le spiegazioni a certi misteri sono ragionevoli e senza dubbio esistono diverse somiglianze fra le varie leggende che narrano di misteriosi uomini arrivati presso gli antichi popoli per portare conoscenza e sapere.
Devo dire però che le parti puramente tecniche le ho trovate un po’ ostiche e poco scorrevoli; mentre per gran parte della narrazione la lettura è fluida, scorrevole e avvincente, spesso, quando Graham Hancock si sofferma sugli aspetti puramente scientifici, diventa un po’ pesante e si avvicina molto ad un trattato scientifico più che a un vero e proprio romanzo.
Nel complesso comunque la lettura di Impronte degli dei è piacevole e lo consiglierei soprattutto a chi ama gli antichi misteri ed è interessato alle antiche catastrofi (glaciazioni, diluvio, fine del mondo) e alle profezie.
Infine, per gli amanti del cinema, volevo segnalare che il film “2012” di Roland Emmerich è stato in parte ispirato da questo romanzo.
Licia L.