Autore: Heather Marshall
Pubblicato da Piemme - Gennaio 2023
Pagine: 400 - Genere: Narrativa, Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, Copertina Rigida
ISBN: 9788856687507
ASIN: B0BS2JB69Q
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Evelyn, Nancy e Angela sono tre donne legate da una lettera che una madre adottiva scrive alla figlia in punto di morte. Dagli anni ‘60 ai giorni nostri, un viaggio sulla maternità e sulle scelte delle donne in Canada.
Nessuno, in nessun momento ha mai chiesto a Evelyn cosa volesse lei. Questo bambino sta crescendo nel suo ventre, ma lei non ha voce in capitolo sul suo destino. Come puà definirsi una madre?
Evelyn è una giovane ragazza degli anni ‘60 che viene accompagnata all’istituto St.Agnes dai genitori. L’istituto si occupa di ragazze da riportare sulla retta via, in questo caso perché incinta fuori dal matrimonio. Durante la permanenza nessuno le dice quale sarà il destino del bambino che darà alla luce, sa solo che dopo il parto dovrà lavorare per loro, per ripagare il vitto e alloggio fornito e poi avrà la libertà di tornare alla sua vita precedente.
Nancy è una ragazza che negli anni ‘80 rimane incinta e decide di abortire. L’aborto sarà legale in Canada soltanto nel 1982 e per farlo deve rivolgersi ad un circuito illegale. Ricorda allora che una dottoressa le aveva detto di chiamare Jane se ne avesse avuto bisogno. Nancy abortisce nello studio di Evelyn che nel frattempo è diventata una dottoressa e pratica l’aborto per non far soffrire le donne come ha sofferto lei e soprattutto non farle morire come successo all’amica Maggie, conosciuta nell’istituto.
La rete degli aborti clandestini prende il nome di rete Jane e molte sono le richieste di aiuto che arrivano giornalmente. Nancy decide di collaborare a sua volta, anche dopo il matrimonio e la nascita della prima figlia. Lo fa anche perché ha saputo di essere stata adottata e vuole rendersi utile.
Angela è una donna che vorrebbe avere un figlio con la sua compagna e vive nel nostro tempo. Nel suo negozio di antiquariato trova una lettera nascosta in un cassetto. La lettera è di una madre che scrive alla figlia, le scrive la verità cioè di averla adottata e le rivela il nome di sua madre.
Grazie a questa lettera le tre donne avranno modo di conoscersi e di scoprire la verità negata.
Ogni capitolo di In cerca di Jane riporta il nome di una delle tre donne e la storia viene raccontata in terza persona come narratore esterno. Ci sono salti temporali di quasi venti anni a ogni capitolo, ma queste tre vite si riescono a seguire molto bene. La narrazione è lineare, linguaggio molto semplice e diretto, non ci sono molte descrizioni se non quelle essenziali legate agli ambienti interni dell’istituto e ai rapporti tra i vari personaggi. Il ritmo della narrazione all’inizio è un po’ lento e man mano che si va avanti ci sono anche piccoli colpi di scena o situazioni di suspense che fanno venire voglia di continuare a leggere per capire come andrà a finire. La storia pur essendo molto semplice una volta rivelata, durante l’intreccio narrativo più volte lascia presupporre altre soluzioni e il lettore può avere altre aspettative di risoluzione finale durante la lettura. Solo nel capitolo finale c’è una rivelazione inaspettata che rende il romanzo commovente ed emozionante.
Come dice la stessa autrice, Heather Marshall, nelle note finali, il romanzo è legato al tema della maternità. I personaggi principali devono risolvere o un conflitto con la madre o con sé stesse legate alla nascita di un figlio.
Il tema è molto attuale e commovente e invita il lettore a capire le scelte delle donne anche di fronte al rischio per sé stesse.
Mi è piaciuto il fatto che si legasse alla realtà di quel periodo e il modo in cui si è costruita la trama. Una lettura interessante, ma non molto espressiva ed emozionante sul piano delle scelte lessicali e narrative. Ottima costruzione della trama e solidità di tutta la struttura. Leggibile e fruibile da un largo pubblico.
Approfondimento
Heather Marshall si è occupata di comunicazione per diversi anni prima di scrivere In cerca di Jane, suo primo libro, subito bestseller in Canada, revisionato durante la sua gravidanza, come ammette nelle note finali. Il romanzo è rimasto in cima alle classifiche per diciassette settimane ed è in corso di traduzione in quindici paesi del mondo. Il libro si basa su fatti reali e realistici anche se luoghi e nomi sono pura fantasia. L’istituto St.Agnes non è mai esistito, ma c’erano istituti religiosi che si occupavano di giovani donne e vendevano bambini. Questi casi hanno suscitato molto scalpore in Canada, ma nessuno ha mai chiesto scusa a quelle madri e quei figli che non hanno mai saputo la verità.
Il punto di forza del romanzo è quello di saper raccontare questa realtà dolorosa e poter aprire un dibattito sull’aborto e la maternità, ancora oggi argomento divisivo. In Canada l’aborto viene legalizzato nel 1982 e la rete Jane pur non esistendo in modo così strutturato, trova riscontro in alcuni libri sul femminismo legati agli aborti clandestini, è realistica anche la scena dell’arresto e verosimile il modo in cui le ragazze incinte cercassero aiuto telefonicamente. Il romanzo invita a pensare al benessere delle famiglie e delle donne in ogni loro scelta.
Gloria Rubino