
Autore: Viveca Sten
Pubblicato da Marsilio - Giugno 2023
Pagine: 560 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Farfalle
ISBN: 9788829711826
ASIN: B0C74DNL79

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Andreis Kovac, potente e sfuggente, è il boss della malavita a Stoccolma. Per incriminarlo, Nora Linde, procuratore capo, punta a una condanna per evasione fiscale. La chiave è la testimonianza di Mina, giovane moglie di Kovac. Protetta in una casa-famiglia sull'arcipelago, deve essere difesa da Kovac che vuole riaverla. Nora e l'ispettore Thomas Andreasson proteggono Mina e suo figlio, cercando di portare Kovac davanti alla giustizia.

Lo sguardo di Ulrika si spostò d’istinto sulla fotografia di Fiona sulla scrivania. Suo malgrado le riaffiorarono alla mente le parole amare di Stefan Talevski “Come può difendere un uomo così abominevole e continuare a vivere in pace con sé stessa?”.
Mina aveva ventun anni quando conobbe Andreis, un emigrato della guerra in Bosnia, lei era la tipica ragazza svedese di ceto medio bionda con gli occhi azzurri, suo padre Stefan era contabile e la madre Katrin una insegnante di scuola materna, Mina e Andreis erano molto innamorati, la loro sembrava una favola, uniti in una famiglia chioccia dove l’uno provvedeva all’altra senza farle mancare nulla. Un idillio che durava da quattro anni e che aveva visto nascere il loro primogenito Lukas, una poesia che nascondeva una donna frustrata, manomessa, picchiata e abusata, una donna che, come unica scelta, aveva quella di fuggire e nascondersi per poter continuare a sopravvivere, una donna che credeva nell’uomo che aveva spostato, ma che non riusciva più a riconoscerlo. Andreis un piccolo uomo cresciuto in fretta fra le granate, amareggiato e consunto dalla guerra, che con il passare degli anni era diventato irascibile e crudele, un boss della malavita, sporco di criminalità e afflitto dalla droga che gli aveva piano piano macerato anche il cuore. Una storia quella di Mina e Andreis intensa e riflessiva, dove la donna è ancora una volta vittima di violenza, stuprata nell’anima dal suo stesso amore, ma che con coraggio decide di vincere sul male optando per l’unica decisione possibile: la confessione.
Quella di La scelta è una trama fitta accompagna il lettore, scene raccapriccianti ci mostrano un delinquente alle prese con le proprie assurde pulsioni omicida, che trascina sangue e dolore dietro di sé e che le scuse non riescono più a proteggere, nessuno è più capace di vedere in lui quel bravo ragazzo fuggito in preda al pianto con la madre ed il fratello da un paese distrutto, nessuno neppure Dino, il suo amico d’infanzia, che lui ucciderà brutalmente insieme ad Emir il fratello subdolo e malvagio. Neppure la difesa di Ulrika, una donna spietata, un avvocato di primordine, riusciranno a proteggerlo dalle sue stesse malefiche azioni né a riportarlo alla pace.
Andreis era tormentato dagli incubi. Parlava nel sonno, gridava chiedendo aiuto, in bosniaco e in svedese. A volte si svegliava di soprassalto, terrorizzato, bagnato di sudore, e i suoi occhi pieni di lacrime si riempivano di odio appena si accorgeva che era stato solo un sogno. Che lui era ancora vivo, mentre tanti altri non c’erano più […] Mina sapeva che nei suoi sogni riviveva la fuga dalla Bosnia. Ogni volta che si svegliava in quello stato lei cercava di consolarlo. Lo stringeva, lo accarezzava, lo cullava finché non riprendeva sonno.
Nora e Thomas indagheranno spinti dalla passione di difendere la dolcezza di Mina, l’innocenza di Lukas, un neonato di soli tre mesi, la vita di tutte le donne insieme, quelle che si nascondono nel buio e non hanno la forza di dichiarare alla polizia di conoscere i loro aguzzini, carcerieri che si stagliano dietro di loro, che vivono con loro, dormono nei loro letti… padri dei loro figli.
L’epilogo è quello che ci sia aspetta, la vittoria in qualche modo sull’arroganza dell’uomo, la famiglia che soccorre l’amata Mina, ma che lascia un amaro in bocca, una paura per il futuro, un indizio a quello che ancora potrà accadere, anticipando un seguito al romanzo.
Un orrido pensiero resta, possiamo ancora fidarci dei nostri fratelli? O è di loro che dobbiamo temere?
Approfondimento
Un romanzo in cui le donne sono la figura centrale, con le loro forze, insieme volte a soccorrersi a vicenda, anche Anna-Marie la responsabile della casa-famiglia dove verrà ospitata Mina farà il possibile per difenderla, rischiando la vita.
La tristezza della narrazione nasce dalla consapevolezza del racconto sulla guerra, piccoli frammenti di storia vengono ad intervallarsi raccontando quello che accadde anni prima in Bosnia ad Andreis e alla sua famiglia e aiuta a comprendere il male, quel grande e perfido male insediatosi nel cuore e nella testa dei Kovac.
Un male che abita chi fugge e chi cerca riparo in un altro paese, ma che non sempre riesce ad andarsene dal suo ospitante, e che esce inconsapevole in atti di pura violenza, efferati e scellerati, spinti da impulsi e privi di ragione. Un’opera che certamente fa riflettere e ha profondi risvolti psicologici, ben congeniata e godibile, semplice e di impatto. Una scrittura pulita che arriva diritta al punto.
Nausicaa Baldasso