
Autore: Dario Buzzolan
Pubblicato da Mondadori - Marzo 2020
Pagine: 468 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narrative
ISBN: 9788804723851

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Ogni storia d’amore o rapporto con altri esseri umani è un mondo. Fatto di gesti, parole chiave, percorsi reali e mentali, sapori, odori, abitudini, gusti comuni o diversi ma complementari, luoghi.

La nova è più luminosa della stella da cui è nata.
Dario Buzzolan ci mostra maliziosamente il suo orologio, che pare perfetto, preciso e infinito, come il tempo che scandisce, con il pregiato quadrante a far bella mostra di sé, una solida cassa sotto, la ghiera a fare da trait d’union con l’ansa, le lancette e la corona. L’incanto però dura poco, perché sin da subito ci si accorge di una piccola crepa, piccola come il polso di una bambina.
La famiglia Trovato, il tecnico dei tecnici, Tommaso, Amelia, Cloe, HP, Faatina, vivono le loro vite sino a quando la crepa non si allarga mettendone a repentaglio l’impermeabilità. I protagonisti si infradiciano, si inceppano, si arrabattano, tremano e al tempo stesso si mondano, traghettati ineluttabilmente verso la nudità da tutte le menzogne e le false aspettative. Si ritrovano a fare i conti con chi sono veramente, loro stessi e tra loro. A complicare le cose, e a fungere da comburente, interviene la LiebenKraft Company, dove tutto è flexi e apparentemente moderno e all’avanguardia, ma che piuttosto tradizionalmente acquisisce aziende per fagocitarle e rubarne il core business.
Chi è suo padre? Chi è sua madre? Che cosa è la Stella, e che cosa mai bisogna farne?
Buzzolan mette in scena una vera e propria commedia, cinica, lucida e nella sua schiettezza coinvolgente. Non esprime nessun giudizio sui suoi personaggi, lasciando così il giusto spazio al lettore, uno spazio sacro nel quale si può godere il romanzo dalla prima all’ultima pagina.
…una di quelle certezze di fede che ci accompagnano nei sogni e di cui poi, al risveglio, non ci capacitiamo: molto simili, probabilmente, alle certezze che ci guidano nella vita di ogni giorno, da cui però è impossibile svegliarsi…
Approfondimento
I personaggi sono ben caratterizzati, e lo sono tanto quanto nascondono a loro sessi le proprie verità, verità che si intrecciano dando vita alla narrazione, verità che li spingono a sorprendersi e a sorprendere il lettore che non può che tifare incondizionatamente proprio per la verità.
Personalmente mi sono affezionato a qualcuno di loro e ho provato compassione per qualcun altro, ho provato rabbia e commozione. In verità mi è piaciuto lo stile di Buzzolan, fatto di incisi e pennellate secche e vivide, la lucidità e la capacità con cui è stato in grado di descrivere le emozioni e i meccanismi che possono condurre un essere umano verso un destino che alla fine chiede il conto.
Il romanzo regala note di inaspettata, se pur sempre aspra, ironia, che lo impreziosiscono, proprio come uno dei leggendari orologi delle manifatture Stella.
Acquista solida consistenza trattando a margine, ma non troppo, anche temi scottanti, delicati e decisamente attuali quali l’immigrazione, l’intolleranza, l’ignoranza abissale di chi non conosce la storia, ma pensa di essere padrone della verità.
Dove Gaetano Muglia, sul punto di essere licenziato dalla famiglia Trovato, riceve uno spiffero che si rivela fruttuoso.
I titoli dei capitoli sono un racconto a sé, un piccolo gioiello, degni della più ispirata Wertmüller, leggeri, divertenti, essenziali. Non svelano ma invogliano.
Il dipanarsi della storia ha la cadenza della vita di una stella, esponenziale, inevitabile, velocemente indirizzata all’implosione, a brillare potente come una nova e poi….
Per Buzzolan un protagonista su tutti regge il gioco e tira le fila, un protagonista invisibile, mai nominato, ma che con tocco leggero e penetrante impone pesantemente la propria presenza.
Non resta che scoprire chi sia, il convitato di pietra.
Cristiano Dall’Asta