
Autore: Giorgio Scerbanenco
Pubblicato da La nave di Teseo - Marzo 2020
Pagine: 176 - Genere: Gialli
Formato disponibile: eBook
ISBN: 9788834604045

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Un narratore sconosciuto ci accompagna nelle vicende di Alberto Deravans, un miliardario rimasto cieco dopo un incidente, e del dottor Augusto Lindel, deciso a operare Deravans per tornargli la vista. Le cose si mettono male quando il dottor Lindel riceve una minaccia di morte che verrà attuata se deciderà di operare il signor Deravans; è qui che entra in gioco la polizia di Boston e in particolare Arthur Jelling, un archivista della polizia dallo spiccato spirito di osservazione e dai modi curiosi.

Sunder diceva che la timidezza di Jelling era la più strana del mondo. Sempre timidamente, quando ha fatto presa su una traccia, fa come il mastino, che non la lascia andare e stringe sempre più. Continua ad arrossire, a impaperarsi, a vergognarsi, ma stringe, stringe…
Le indagini di Arthur Jelling prendono subito una piega strana, è necessario infatti dimenticare tutto quello che si conosce delle indagini odierne e dei meccanismi di ricerca delle impronte e affidarsi al puro istinto. Il lettore viene quindi immerso in un percorso mentale complicato fatto di supposizioni paradossali e sospetti velati che Jelling decide di tenere per sé, accrescendo sempre di più la suspense all’interno del libro. Un solo elemento viene reso palese: una bambola senza occhi, trovata nella sala operatoria pronta per l’intervento.
La bambola cieca di Giorgio Scerbanenco è un romanzo dai toni lenti e descrittivi, a tratti macchinoso, ma compensati dai personaggi che coinvolgono il lettore e lo accompagnano fino alla fine.
Le vicende vengono raccontate in terza persona, il narratore infatti spesso riferisce semplicemente gli eventi. Tuttavia, essendo anche lui personaggio del libro, a volte parla di cose accadute a sé stesso parlando in prima persona. Questo espediente, seppur interessante, a volte fa smarrire il lettore, interrompendo la continuità della lettura. Nonostante questo la sua presenza ci permette di conoscere tutto quello che succede nel caso in questione e ci racconta anche qualche aneddoto e pensiero dell’improvvisato detective.
Lo affianca la capacità di Scerbanenco di proporre descrizioni fitte e molto dettagliate che permettono di creare un’immagine puntuale di tutto quello che succede, scelta che a volte rende il ritmo di lettura un po’ lento e difficile da seguire. Questa lentezza descrittiva si riflette anche in alcune vicende o azioni narrate, “colpevoli” di essere un po’ macchinose e a tratti paradossali, tutti elementi che appesantiscono il libro.
Approfondimento
La scelta del linguaggio è un retaggio legato agli anni in cui il libro è stato scritto: siamo nel 1941 e la narrazione segue i canoni letterari dell’epoca, caratteristica che si riflette nel personaggio di Jelling, un perfetto gentiluomo dai modi timidi ma affabili ed estremamente educati. La datazione del romanzo influenza anche i sistemi investigativi adoperati dalla polizia, che strappano un sorriso al lettore di oggi, che si trova a viaggiare nel passato e seguire un’indagine in una maniera non più così convenzionale.
Altro elemento positivo è la descrizione precisa e su più livelli dei personaggi che operano nella vicenda, il cui carattere è così coinvolgente e conturbante da essere un ottimo contrappeso rispetto alla lentezza del racconto e permette di arrivare alla fine della vicenda, grazie anche all’interesse costante che mantiene.
Alice Chiesurin