
Autore: Rafael Chirbes
Pubblicato da Feltrinelli - Giugno 2016
Pagine: 118 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Siglo XX

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Ana scrive al figlio. Vuole raccontargli della sua vita di cui lui, nato parecchi anni dopo la sorella, non conosce in effetti molto. Certamente una vita di sofferenza e sacrifici, ma lei la rimpiange perché c’erano anche tante persone che amava e che ora non ci sono più. Poi un giorno arrivò Isabel e tutto cominciò a sgretolarsi.

Ho di nuovo sentito tutta la notte quel profumo, come un presagio; come un ricordo. Ed è stato allora che ho pensato che dovevo raccontarti questa storia, o che me la dovevo raccontare attraverso di te.
La bella scrittura di Rafael Chirbes è un racconto dominato dai sentimenti. Profondamente permeato di triste nostalgia per quello che è stato e non è più: per i propri cari, per la gioventù, per le amiche, per le canzoni che cantavano e per i pomeriggi passati ballando. Erano persone semplici, povere, ma che si volevano bene. È vero che erano stati anni difficili, ma “il balsamo della gioventù … era un olio che lubrificava tutto”.
C’era stata la guerra, le fucilazioni, la prigionia del marito Tomás e la condanna a morte dello zio Antonio. Ma poi si erano ritrovati tutti insieme felici, a ridere di nuovo e a festeggiare. E Ana pensò che da allora in poi sarebbero rimasti tutti uniti lì, in quella casa, e nessuno se ne sarebbe più andato.
I cambiamenti sono spesso subiti, soprattutto se avvengono quando la propria vita ha già una rotta definita e Ana non sa accettare che qualcuno si inserisca e modifichi l’equilibrio della sua famiglia, tanto più se agisce spinto solamente da egoismo e interesse personale. Così Isabel, la giovane donna che è venuta a Bovra per conoscere e conquistare lo zio Antonio, il fratello piccolo di Tomás, rappresenta l’antitesi del modo di sentire e di vivere suo e di suo marito, ma ambedue si rivelano incapaci di difendersi da lei, che riuscirà a distruggere la loro unione e serenità familiari.
Nella vita situazioni e persone inaspettate possono causare sofferenza soprattutto a chi è più sensibile e per questo più fragile. Ana si sente sola, non sa ritrovarsi nel mondo presente. Il suo più grande conforto le viene invece dal passato e dai tanti ricordi di quello che è stato il suo mondo, anche se passato e ricordi spariranno con la sua morte come con quella di coloro che ne facevano parte, ma nessuno ha il diritto di spingerla a fare a meno di loro perché il passato e i ricordi che ne ha costituiscono la sua identità.
Approfondimento
Sebbene sul retro della copertina La bella scrittura sia definito “un piccolo grande romanzo”, a me è sembrato un racconto molto bello, ma un racconto. È ambientato in Spagna negli anni che precedono e seguono la guerra civile. La protagonista è Ana che desidera rivivere la propria vita attraverso la narrazione che ne fa al figlio. La sua indole, forgiatasi fin dall’infanzia in un’atmosfera di paura, la porta a evidenziare tutto ciò che le ha procurato sofferenza, angoscia e sacrifici. Certamente ci sono state la miseria, la guerra, la fame, la morte, ma non più per la sua famiglia che per altri. Pochi sono i ricordi legati a momenti di spensieratezza e serenità.
La sua negatività la convince della totale inutilità di ciò per cui ha lottato e di ciò che ha fatto. Con il passato che se ne va tutto si perde. È un libro breve che può essere letto in uno o due giorni. Il suo linguaggio è semplice e chiaro, il periodare scorrevole. Ci riporta a un mondo ricco di spontaneità e di sentimenti, di sincerità e autenticità che sono totalmente estranei a Isabel.
Antonella Battros