Autore: Silvia Ronchey
Pubblicato da Rizzoli - Novembre 2017
Pagine: 254 - Genere: Religione & Spiritualità
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Saggi Italiani
Da quali antichissime simbologie proviene la mezzaluna divenuta emblema dell'islam? A quale passato si riallacciano le distruzioni di statue e monumenti dell'lsis e cos'hanno a che fare con l'iconoclastia? In che modo il paganesimo si è ibridato con il cristianesimo? E chi era Cristo? Quanto passato c'è nel nostro presente e quanto presente nel nostro passato? Per dissipare pregiudizi e malintesi nati da interferenze nella trasmissione dei saperi o da vere e proprie falsificazioni, Silvia Ronchey ci accompagna in questo libro in un viaggio avventuroso alla ricerca del sacro perduto, riportando alla luce una topografia rimossa dalla nostra coscienza storica e dalla nostra identità collettiva.
“Oggi sta al mondo salvare il retaggio di tradizione e bellezza dell’oriente cristiano chiuso tra antichissime mura sotto la vetta sacra a tre religioni.”
Un’antica leggenda narra come, a causa della cattiveria dell’umanità, un villaggio intero e la sua cattedrale vennero sommersi da un’alluvione. Da allora, un lontano rintocco di campane rimanda agli uomini un sordo monito affinché la loro malvagità non generi altri danni. Da questo lontano rimando, cullato dagli accordi dell’omonimo preludio di Debussy, Silvia Ronchey, docente di letteratura bizantina, rimanda all’immensa civiltà bizantina che l’Occidente ha inabissato racchiudendo l’aggettivo “bizantino” nel connotato quasi caricaturale di una burocrazia puntigliosa e inefficiente e, da questo punto di partenza, comincia uno straordinario viaggio alla ricerca del sacro, del mistico, delle affinità e delle somiglianze tra le grandi religioni del mondo. È un viaggio difficile e che richiede impegno e pazienza, perchè obbliga il lettore a riflettere, a studiare, a conoscere, ad entrare nell’essenza delle cose, a cercare “la faccia” e non “l’immagine”; ma allo stesso tempo è un viaggio fatto di meraviglia e di scoperte, di conoscenza e di mescolanze fra elementi di religioni a volte inconciliabili. Dal Dio Mithra così simile al Gesù cristiano, alle sacre icone e al legame tra mito e sintomo, Silvia Ronchey mostra quanto Oriente c’è nel nostro Occidente e come l’antichità continui a suggestionare il nostro tempo.
Il romanzo si compone di una serie di saggi brevi in cui l’autrice, dissotterrando le radici comuni tra oriente ed occidente, intesse e racconta i continui scambi tra le culture, le reciproche influenze che hanno caratterizzato la vita delle tre grandi religioni monoteiste, tutte generate nella medesima terra, quell’oriente, che sentiamo così lontano ma che, al contrario, tanto ci ha influenzato. Leggendo, il lettore spazia dal Corano a Budda, si addentra nei miti e nei riti propri delle varie religioni; conosce San Paolo e la sua predicazione e viene affascinato dal mondo delle idee di Platone, posto fondamento delle ideologia cristiana; ammira estasiato la ieratica sacralità delle icone nell’oriente cristiano, e si indigna dinanzi alle lotte iconoclaste che hanno sconvolto il mondo bizantino, fino ad arrivare alla mitologia fantasy contemporanea, esemplarmente rappresentata da the Game of Thrones. Una menzione a parte merita il capitolo dove, con dovizia di particolari ed attenta analisi, viene ricostruito il percorso compiuto dal simbolo dalla svastica – o croce uncinata -, ideogramma dell’Eterno Ritorno, collegata al moto perpetuo nella Grecia pre-ellenica, simbolo sciamanico dei nativi americani, in altre parole un segno universale fino a quando nel 1895 un monaco cistercense austriaco, Adolf Lanz, appassionato di occultismo non lo trasforma nell’emblema della sua setta dove si praticava l’esaltazione della razza ariana e del suo ruolo di purificatrice dell’umanità contro la degenerazione ebraica. Da qui Hitler prende spunto per inserire la svastica nella bandiera del partito nazista, facendone un simbolo di morte e di terrore.
La cattedrale sommersa non è certo un romanzo di facile lettura, infarcito di terminologie e rimandi non sempre di facile comprensione, ma allo stesso tempo è una lettura affascinante, che comprende una casistica svariata, che spazia ed intreccia oriente ed occidente, passato e presente, bizantino e moderno; è una lettura che crea interrogativi, che spinge alla conoscenza, che induce il lettore ad andare oltre all’ovvio, allo scontato, al “tramandato” ed arrivare all’origine del mito.
Approfondimento
La lettura di questo romanzo-saggio suscita di certo reazioni contrastanti; apprendere quanto le religioni debbano l’una all’altra, quanto numerosi siano stati i prestiti, le influenze, le imitazioni, quanto affanno e ingegno, quali contrasti, le dottrine, le liturgie, i miti di fondazione hanno richiesto per essere organizzati, non può certo lasciare indifferenti. Ma credo che suscitare riflessioni, delusioni o disincanto, ovvero rafforzare certezze e generare contraddizioni sia il fine ultimo della letteratura e della conoscenza.
“Non esiste il Medioevo, né esistono i secoli bui: esiste l’antico, con le sue persistenze, rinascenze, resistenze oscurantiste; ed esiste il moderno, con le sue rivoluzioni e le sue barriere, sociali, etniche, geografiche. Il Medioevo è la rappresentazione irreale, puramente astratta, della dialettica tra l’antico e il moderno, la sua materializzazione in un territorio immaginario di castelli e duelli. È un’ossessione continuamente emessa, ridefinita e ricreata dalla psiche collettiva e dai suoi interpreti ”
Romina Celani
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