
Autore: Lina Maria Parra Ochoa
Pubblicato da Feltrinelli - Aprile 2024
Pagine: 224 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori
ISBN: 9788807035883
ASIN: B0CYM4HFXK

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Quando quattro mosche invadono la casa di Lina a Medellín, un mistero si svela: Ana Gregoria, una donna dalla pelle scura come la notte, la chiama. Lina scopre così una storia di eredità e magia, intrecciata con la vita di sua madre Soledad e la figura enigmatica di Ana Gregoria, una maestra che porta con sé segreti ancestrali. Con la scomparsa del padre, Lina si trova a un bivio: accettare o rifiutare il dono della "mano che cura", una dote che può essere sia benedizione che maledizione. Attraverso una scrittura potente e avvolgente, Lina María Parra Ochoa dipana una narrazione carica di tensione tellurica, mescolando abilmente magia e realtà nell'atmosfera della migliore letteratura sudamericana.

La prima cosa era la certezza della certezza, ovvero la sicurezza che, d’un tratto, sapeva qualcosa, qualcosa che prima non sapeva. Poi arrivava il mal di pancia. E, alla fine, come se si accendesse un’unica lampadina che penzolava dal soffitto, faceva la comparsa anche il contenuto della certezza.
Lina, dopo la morte del padre, si ritrova a riflettere su quello che è stato il rapporto con il padre, la madre e con la sorella Estefania. Deve decidere cosa fare dei libri del padre, ovvero quali tenere e quali dare via. L’atmosfera che si sta creando attorno a loro è molto strana: la madre, non parla, perché sa che se lo facesse correrebbe il rischio di crollare dopo essersi tenuta tutto dentro per molto tempo. La sorella Estefania sparisce tutto il giorno per motivi lavorativi e torna solo alla sera. Lina, nel suo appartamento, inizia a trovare sempre più mosche, compare una polvere strana sui mobili e tutte le piante muoiono nel giro di pochi giorni.
Spaventata dalla situazione Lina decide di chiedere consiglio alla madre Soledad certa che lei sappia dirle cosa sta accadendo. La donna non si esprime chiaramente, ma le dice solo di cercare Ana Gregoria, maestra elementare di Soledad. Un flashback mostra l’infanzia della piccola Soledad e del momento in cui entra in contatto con la sua maestra Ana Gregoria, una nera, di origine ignota che tutti ritengono una strega. Tra le due si crea un rapporto molto speciale perché la maestra si rende conto che anche Soledad ha i poteri, e le insegna come gestirli per usarli nel modo corretto. Con il passare del tempo Ana Gregoria si ritrova costretta ad abbandonare la piccola Soledad che si ritrova spaesata senza più una guida. Quando la figlia Lina, le chiede come affrontare la questione delle mosche in casa dopo la morte del padre, ha una sola certezza: l’unica persona che può dire loro cosa fare è Ana Gregoria che Lina scoprirà risiedere in una casa di riposo.
Quando Lina si reca a trovare la donna, si rende piano piano conto che anche lei, come sua madre, ha dei poteri e li può utilizzare per decidere il destino delle loro vite prima che tutto vada a rotoli e precipiti nel vuoto. Deve decidere cosa fare prima che sia troppo tardi e prima che i suoi poteri la distruggano completamente. Riuscirà finalmente Lina a decidere la sua storia e lasciare dietro di sé un senso di colpa che rischia di divorarla?
La mano che cura è un romanzo che oscilla tra realtà e superstizione. Si occupa di indagare a fondo l’animo umano e quello che avviene dopo un lutto in famiglia, quando tutto rischia di sgretolarsi e diventa difficile mantenere insieme i pezzi. Chi sopravvive a un lutto familiare importante si trova di fronte a un bivio e deve capire quale strada prendere per non lasciarsi sopraffare dal dolore. Il tema trattato l’ho trovato molto interessante, ma la narrazione che spazia tra passato e presente rischia di mandare un po’ in confusione il lettore, rendendo difficile e pesante la lettura.
Approfondimento
La mano che cura è il primo romanzo di Lina Maria Parra Ochoa. Fin dal principio si fa fatica a stare dietro al ritmo della narrazione che diventa incalzante e tratti ripetitiva (quasi prolissa) e salta tra passato e presente creando molta confusione. Solo alla fine, quando si arriva al nocciolo della questione, la lettura si fa via via più interessante e si riesce a cogliere il significato di tutta la vicenda. Trovo che sia un viaggio alla ricerca delle proprie radici per accettare un’eredità che in principio non volevamo, ma che ci ritroviamo costretti ad accettare e usare al meglio per non rischiare che questa distrugga completamente quello che siamo.
Mi è piaciuto molto la crescita del personaggio di Lina, una delle protagoniste, che da ragazza inconsapevole del proprio destino, grazie all’aiuto della madre e di Ana Gregoria, riesce a prendere piena consapevolezza della sua vita.
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