Autore: Alessandra Borghese
Pubblicato da Mondadori - 2013
Pagine: 180 - Genere: Erotico
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Scrittori Italiani
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Dal diario di una nobile donna del Seicento che per vendetta verso gli uomini che l'hanno solo ferita, decide di diventare una prostituta e dominatrice pur di vendicarsi.
Vi ricordate le noiosissime lezioni di storia, dove per ore il professore parlava della vita quotidiana di uomini morti e sepolti secoli orsono, e voi cercavate di ricreare nel cervello il suono dell’elettrocardiogramma piatto? Adesso immaginate di leggere un libro che per le prime 50 pagine non dice assolutamente nulla, a parte una caterva d’informazioni sui papi, cardinali e via dicendo, che annienterà seduta stante la vostra voglia di leggere. Non intendo darvi false speranze, anche dopo le prime 50 pagine continua a parlare di nulla. La Padrona di Alessandra Borghese è la storia di una nobildonna che viene sedotta e abbandonata da un corteggiatore, da qui la decisione di far soffrire ogni uomo che le capita sottomano. Il fatto che trovo strano è che decida di andarseli a cercare facendo la prostituta!!!
Lo dice espressamente, non ha bisogno di soldi, lo fa solo per divertimento, ma allo stesso tempo si preoccupa di avere buon cuore: ogni guadagno ricavato dall’attività di mistress (sì, è l’antenata delle moderne dominatrici tutte latex e frustino) lo dà in beneficenza. (Presumo che la storia sarebbe stata più carina se avesse “dato” in beneficenza anche un’altra cosa, senz’altro avremmo avuto di lei un’immagine meno squallida.) La storia procede fra noiosissime pillole di storia e incontri nei bordelli, finché la nostra protagonista capisce di aver commesso un errore vivendo una vita tanto sregolata.
La decisione è presa, di colpo la Padrona scopre di essere un’anima pia e di aver trovato Dio, trasformandosi in benefattrice. Intellettualmente trovo che sia troppo facile avere a disposizione una fede che comunque perdona, lasciandoci liberi di fare quel che vogliamo, tanto c’è sempre Dio, ci perdonerà tutti. Il tipo di stile scelto dall’autrice è elementare, fin troppo direi. La vicenda ci viene narrata sottoforma di diario che pare scritto da un’adolescente alle prese coi primi sbalzi ormonali. Peccato che il testo copra diversi anni restando sempre uguale. Non c’è verosimiglianza. Chiunque tenga un diario vedrà come cambiano la scrittura, i pensieri, il modo di esprimere le emozioni nel giro di un anno.
Stando a questa considerazione logica, dovrebbero avvenire dei profondi mutamenti anche nella psicologia della protagonista, invece no. Escludendo la fede ritrovata, il romanzo sembra un riassunto del libro di storia tratto da una qualsiasi classe di terza media raccontato da una teenager affetta da ninfomania. La trovata potrebbe essere anche originale, tenendo conto che ogni libro erotico venuto dopo 50 Sfumature sembra un copia/incolla dello stesso (come dare torto agli autori, visto lo spropositato numero di copie vendute, e poi si sa, siamo in tempo di crisi nera) tuttavia appare scritto in maniera affrettata, senza che l’autrice abbia sviscerato a fondo i quadri psicologici della Padrona, unica protagonista del romanzo.
Non c’è nessun altro personaggio stabile, niente. Non domande esistenziali, sentimenti di amicizia, amore, odio, colpi di scena… piatto come il mare d’agosto. Naturalmente questa è un’opinione mia, discutibilissima, come lo è il suggerimento che do ai lettori suggerendo di puntare su altri titoli della Mondadori nel caso avessero voglia di trovare qualcosa da leggere.