
Autore: Valerio Varesi
Pubblicato da Frassinelli - Ottobre 2018
Pagine: 315 - Genere: Gialli
Formato disponibile: eBook, Rilegato

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Il commissario Soneri decide di fuggire dall’afa agostana di Parma concedendosi una vacanza sull’Appennino insieme ad Angela, la sua compagna. La tranquillità del piccolo borgo di Montepiano viene però scalfita da una serie di urla agghiaccianti provenienti dal bosco vicino. Qualcuno è stato attaccato dai lupi? O qualcosa di molto più inquietante ha iniziato a farsi strada tra l’apparente quieto vivere dei monti?

Pensi di poterti riparare tra questi monti, ma ci trovi gli stessi spettri che aleggiano in città. E forse la serenità che immaginavi non è mai esistita. Forse è una ricostruzione di comodo della mente per darsi speranza.
Fuggire dalla città, dai suoi ritmi, dai suoi rumori, dal suo caos. Rifugiarsi in un mondo parallelo in cui la modernità pare non essere così pervasiva, così assurdamente penetrante. Cercare un nascondiglio sicuro nei luoghi della propria infanzia, in cui niente sembra mai dover cambiare.
Sono questi i motivi (oltre al caldo asfissiante della Pianura Padana) che spingono il commissario Soneri, protagonista di La paura nell’anima, ad allontanarsi da Parma per trascorrere alcuni giorni sull’Appennino. Ma Montepiano diventa presto teatro di episodi inquietanti che si succedono seguendo un apparente disordine.
Ha tutto inizio con una sequela di urla che dal bosco raggiungono le case del borgo. Cosa sta succedendo? Gli abitanti accorrono spaventati e facendo un rapido appello capiscono subito chi può essere stato ad urlare: a mancare alla conta sono il boscaiolo Tilò e il cercatore di tartufi Brunetti. Prima che le ricerche dei carabinieri riescano ad ottenere dei risultati, è lo stesso Tilò a presentarsi con Brunetti caricato sulla groppa della mula Teresa. L’uomo è stato ferito e si trova in un evidente stato di shock che gli rende impossibile parlare. Tra lo sgomento e la perplessità generale viene caricato su un’ambulanza e portato in ospedale. Per un piccolo e tranquillo paese già questo sarebbe un avvenimento capace di saziare la brama di avventura e mistero, ma a sconvolgere la routine intervengono nuovi inaspettati rivolgimenti. Soneri viene infatti informato dall’ispettore Juvara sulle recenti vicissitudini del serbo Sinisa Vuikovic (meglio noto come Vladimir Potianov), il quale, da poco uscito di prigione, ha rapinato e ucciso un barista a Colorno per poi darsi alla macchia nella zona di Montepiano. Il commissario tenta di starne fuori, rivendicando il suo diritto a godersi le ferie e la sua mancanza di giurisdizione sulla zona, ma qualcosa sembra tramare contro i suoi progetti di svago. Un giovane di venticinque anni, Maurizio Martelli, è infatti sparito da qualche giorno senza dare spiegazioni, lasciando a casa i suoi oggetti personali. Davanti alla chiamata del magistrato Falchieri che gli chiede di seguire le indagini sulla sparizione del ragazzo facendo da supervisore, Soneri capisce che non può più restare in disparte: anche per lui è arrivato il momento di entrare in campo.
Mentre uno squadrone dell’Arma continua a setacciare la montagna alla ricerca del serbo fuggiasco, in paese si diffonde un clima di paura e timore. È una paura nata nei recessi più oscuri dell’anima che, invece di unire in un’atmosfera di solidarietà, allontana mettendo tutti contro tutti. Crescono la diffidenza e l’incertezza. Diventa impossibile fidarsi: chiunque potrebbe aver mentito. Non è più tempo per il gioco di squadra, ci si muove in solitudine curando solo il proprio interesse. Saltano improvvisamente tutti i coperchi: i segreti vengono rivelati uno dopo l’altro, lo spauracchio del ricatto reciproco ha cessato di essere efficace.
È possibile che la presenza di Vladimir sia stata così gravida di conseguenze? In realtà a esserlo non è la sua presenza ma l’incertezza che l’accompagna. Nessuno sa dove si trovi, nessuno è sicuro di averlo visto. “La vaghezza è un’aggravante, lo rende ubiquo, lo fa vedere ovunque come un’ossessione”, alimenta le paure, le fa crescere ed esplodere. Ma è tutto solo apparenza? Ci sono solo spiriti e visioni o esiste anche qualcosa di reale? E se esiste di cosa si tratta?
Approfondimento
Valerio Varesi ci racconta la paura nella sua forma più invasiva e accecante: la paura che nasce da noi stessi o che, pur scaturendo da una causa esterna, trova terreno fertile nel nostro inconscio. È la paura legata all’incertezza, ai dubbi, alla vaghezza; capace di farci vedere in chi pensavamo di conoscere solo un estraneo: potenzialmente minaccioso. È la paura che ci allontana da ciò che ritenevamo familiare, rendendoci fragili e impulsivi.
Ed è così che alla fine la presenza di un assassino senza scrupoli passa in secondo piano. La notizia del suo arrivo ha messo in moto un meccanismo complesso, in grado di sopravvivere indipendentemente da ciò che lo ha generato. Il serbo potrebbe essere già andato via, chissà, potrebbe anche non essersi mai avvicinato così tanto. Non è questo ad essere importante. Ciò che conta è che qualcosa è cambiato. Ogni forma d’angoscia si è come amplificata. Il rancore soffocato per anni è pronto ad esplodere. I segreti gelosamente custoditi non sono più tali. E allora diventa chiaro che niente potrà mai tornare come prima. Qualcosa è stato ormai smosso: irreparabilmente.
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