
Autore: Martin Cruz Smith
Pubblicato da Mondadori - Marzo 2017
Pagine: 249 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Omnibus

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Agli sgoccioli della seconda guerra mondiale, in un'Italia in cui tra partigiani, fascisti, milizie tedesche imperversa l'incertezza più totale. In questo clima di diffidenza e di affaticamento fisico e mentale, si inserisce la storia del pescatore Cenzo. A Pellestrina, dove si diletta tra reti, esche e pittura saltuaria, una notte trova a mare il corpo di una donna, Giulia, una ragazza di una ricca famiglia ebrea, che sta scappando della persecuzione tedesca e che Cenzo decide di aiutare. Iniziano così le loro peripezie tra la Resistenza e i soldati hitleriani, tra Venezia e la Repubblica di Salò, tra la terra e il mare.

Non era un uomo istruito ma era saggio. Un filosofo per natura, si potrebbe dire. Un po’ sognatore. A volte non catturava tutto il pesce che avrebbe potuto perché si incantava a guardare il mondo. Sapeva dirti quando un gheppio stava per lanciarsi sulla preda, o descriverti le ali di un’anatra che sbattevano sull’acqua. Per lui era un mistero che la natura potesse essere equanime e il bello e il brutto potessero scambiarsi di posto indifferentemente.
La ragazza di Venezia di Martin Cruz Smith è una grande opera d’amore nei confronti dell’Italia e in particolar modo del movimento della Resistenza, del suo valore per la costituzione della pace odierna, dell’impatto che ha avuto sul finire della seconda guerra mondiale e che ha ancora tramite il ricordo. Infatti lo spaccato offertoci dall’autore è quello di una penisola oramai dilaniata dalla guerra, in cui una stanchezza morale ed emotiva, oltre che fisica, caratterizza i militanti di ambedue le fazioni, in cui l’atmosfera di precarietà regna sovrana, nella quale la distinzione tra alleati e nemici si fa sempre più labile.
Peculiare è, in questo contesto, la scelta di adottare come protagonista di queste intricate vicende Cenzo, un pescatore che dalle vicende umane, troppo umane, si tiene a debita distanza. Cenzo, infatti, ha trovato la sua piccola fetta di pace nella sua barca, nei suoi quadri, nelle sue reti, nel mondo marino e dei suoi abitanti, le cui caratteristiche ed abitudini comprende meglio di quelle di molti esseri umani. Rimasto traumatizzato da una precedente esperienza in Afghanistan per arruolamento forzato, Cenzo aborrisce tutto ciò che la guerra è e che la guerra comporta, con la sua capacità di distruggere l’arte, il bello, il buono e di creare per contrasto falsi miti e ipocriti valori. Solo la presenza di Giulia smuoverà in Cenzo la voglia di agire, di riscatto, di combattere per ciò che si ritiene degno d’esser salvato.
Nelle vicissitudini nelle quali incorreranno i protagonisti di La ragazza di Venezia (e che porteranno alla nascita di un vero e proprio sentimento d’amore), gli eventi storici acquisiscono esplicazione negli eventi della microstoria, fatta delle relazioni personali che legano i personaggi. Esemplare è l’antitesi fra Cenzo, pescatore isolato e di tendenze anti-belliche, e il fratello, il “leone di Tripoli “, celebre attore di film di chiara propaganda mussoliniana, che risiede a Salò e la cui immagine viene ammirata ovunque. Antitesi che si trasporta anche sul piano sentimentale, legata a vicende passate, amori rubati e dubbi mai del tutto risolti.
L’opera di Cruz Smith si rivela così intensa emotivamente, per le vicende storiche, sociali, personali narrate e per quel filo costante di tensione capace di condurre il lettore per tutta la narrazione, sottolineando l’essenzialità della memoria, del ricordo vivido e costante della storia contro la volontà, spesso fin troppo presente, di dimenticarsene.
Approfondimento
La ragazza di Venezia di Martin Cruz Smith è un ibrido ben riuscito tra un romanzo storico, un thriller e un romanzo di investigazione. Infatti le alleanze nascoste e modificate, la percezione costante che chiunque – compresi amici e parenti – possano rivelarsi potenziali nemici, il senso imminente di morte, l’improbabile e quasi proibita storia d’amore tra Cenzo e l’ebrea Giulia e i misteri familiari contribuiscono a creare quello stato di suspance e tensione costante che rende ancor più incalzante la narrazione. A tutto ciò si unisce comunque uno stile narrativo che, non solo scorre veloce, ma che è capace di essere, con lucidità e limpidezza, anche molto poetico e di rendere liriche anche situazioni con potenziale drammatico importante.
L’universo marino, con i suoi misteri e la fascinazione che da sempre riesce a trasmettere, è un elemento importante della narrazione e si rivela essenziale per creare contrasto tra equità e l’ordine della natura e il caos imperituro del mondo umano. La ragazza di Venezia dunque, si rivela adatto ad un grande pubblico: sia a chi è interessato a certe tematiche storiche – non troppo spesso affrontate e ricordate – sia a chi vuole avere un primo approccio ad esse, sicuramente agevolato dall’intreccio legato indissolubilmente alle vicende politiche.
Gabriella Esposito
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