
Autore: Stefania Bertola
Pubblicato da Salani - 2009
Pagine: 286 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura

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Agnese è appena tornata dalla Cina, dove il suo fidanzato l'ha lasciata per sposare due sorelle cinesi. Neanche Margherita, sua antica compagna di classe, se la passa troppo bene: ha mandato a monte il suo matrimonio quindici giorni prima delle nozze per amore di un violoncellista viennese con il quale ha una relazione saltuaria. La sua collega attrice Teresa, invece, questo coraggio non riesce a darselo: anche lei vorrebbe mandare a monte le nozze con Arturo, ormai imminenti, ma non ha il coraggio di dirlo. Emilia invece non se la sente di affrontare la sua difficile situazione coniugale: è sposata con un medico che lavora per un'associazione umanitaria in Kivu, e che lì si è fatto anche una nuova famiglia..

La soavissima discordia dell’amore di Stefania Bertola inizia con la primavera a Torino, un gruppo di ragazzi ormai grandini, che anni prima erano nella stessa classe di liceo, si ritrovano insieme a vivere una strana esperienza di teatro…Recitano “Shakespeare in cucina”. Quindici giorni soli, di prove,di confidenze e consigli: hanno tutti bisogno di parlare perché non è un bel momento per nessuno di loro… Agnese è appena tornata a casa, dopo anni passati in Cina con un fidanzato che ora la ha lasciata, e apre la porta e trova un tipo strano, che però ha un regolare contratto d’affitto e quindi non se ne và, come lei vorrebbe.
E’ Rocco Rotella il regista dello spettacolo che stanno preparando tutti i suoi ex compagni di classe, venuto da Crotone. Teresa vorrebbe mandare a monte il matrimonio con Arturo che è d’accordo con lei e già fidanzato con un’altra ragazza. Margherita ha una relazione molto saltuaria con un violoncellista viennese, Emilia è sposata con un medico che lavora per un’associazione umanitaria in Kivi, e che lì si è fatto anche una nuova famiglia, lei non recita è pittrice e scenografa per la compagnia amatoriale di Margherita ed ha un figlio di otto mesi. Anche Tancredi era compagno di classe ed è proprio lui, attore e miliardario, a riportare in vita il Tesk, il Teatro Elettrico coprendo tutte le spese, ma vorrebbe tanto recitare in televisione! Il racconto è surreale, i personaggi però sinceri e credibili, assolutamente realistici e coerenti anche se fanno una sterzata netta verso l’imprevedibile, e questo, ovviamente, genera l’effetto comico, però, non appare mai forzata: pur nella sorpresa è assolutamente in linea con tutto ciò che l’ha preceduta e per questo l’effetto comico che produce è tanto più forte e convincente.
Non avevo ancora letto nulla di questa autrice, sono felice di averla conosciuta, ho passato due giorni in allegria, leggendo questo romanzo brillante e leggero …una vera vacanza! Mi è piaciuto subito il volo d’inizio dalla Cina a Torino di Agnese “Vista dall’aereo in volo sulla città, la notte scintilla, ma di tutte quelle luci a noi ne interessano soltanto tre, che formano un breve arco da ovest a est”. Sono le luci accese nelle camere delle sue compagne del liceo…Una maniera di presentare le protagoniste veramente, efficace e piacevole: le vedi e le conosci subito, Margherita nella mansarda ad aspettare la telefonata, Teresa a cucinare per il fidanzato che è camionista, la terza luce è della camera di Emilia che sta guardando Edward mani di forbice, il suo film preferito, il marito è lontano medico di pace ed il piccolo dorme… E subito un carosello di cose che vanno storte: il tassista antipatico e scortese, la casa occupata da uno sconosciuto che ha un contratto d’affitto in regola e non se ne vuole andare… nessuno l’aveva informata, né i genitori, felici a godersi la pensione a Cuba, né Filiberto, il fratello al quale Margherita aveva chiesto di affittare la casa al regista del loro spettacolo per i tre mesi delle prove.
Poi tutto una giostra, un inseguirsi di fatti e racconti velocissimi e vivaci che toccano il culmine, quando le due quasi consuocere sequestrano con una bravura surreale Joseph l’eroe che avevano sentito dire al telefoono con la madre “Lo spettacolo era andato da Dio, tutti gli facevano i complimenti, si era divertito, e domenica avrebbe scippato Teresa all’altare.” Lo invitano a casa, lo addormentano col caffè corretto e lo chiudono in una tavernetta Ma poi un altro colpo di scena salva dal matrimonio i due poveri fidanzati pentiti. Il racconto è surreale, i personaggi però sinceri e credibili, assolutamente realistici e coerenti anche se fanno una sterzata netta verso l’imprevedibile , e questo, ovviamente, genera l’effetto comico, però, non appare mai forzata: pur nella sorpresa è assolutamente in linea con tutto ciò che l’ha preceduta e per questo l’effetto comico che produce è tanto più forte e convincente.
Biancamaria 1943