Autore: Elisabetta Rasy
Pubblicato da Mondadori - Maggio 2020
Pagine: 272 - Genere: Arte, Non fiction, Saggi
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Oscar bestsellers
ISBN: 9788804724346
ASIN: B07P4MFCHJ
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“Le donne di cui scrivo sono diverse tra loro per epoca, situazione familiare, carattere…ma c’è qualcosa di essenziale che le accomuna: il talento e la voglia di non piegarsi alle regole del gioco imposte dalla società del loro tempo.”
Le disobbedienti di Elisabetta Rasy è un libro encomiabile, che, con la sua scrittura fluida e elegante, ha voluto presentarci sei donne coraggiose, protagoniste del mondo dell’arte nei secoli scorsi. Conosciamole un po’ più da vicino.
La prima è Artemisia Gentileschi, figlia di Orazio Gentileschi, noto pittore del 1600. Degna erede di suo padre, da esso non fu molto valorizzata in quanto donna. Lo stupro da parte di Agostino Tassi, anch’egli pittore e grande amico paterno, fu la sua rovina. Il processo che ne seguì marchiò Artemisia per sempre, senza per questo piegarla. Il suo dolore, la sua rabbia, verranno testimoniati dalle sue tele, dove il corpo femminile diverrà espressione dell’anima.
Elisabeth Vigée Le Brun nasce in Francia all’epoca di Luigi XV. Suo padre era un ritrattista; osservandolo dipingere, la bimba comincia a giocare con pennelli e colori con somma gioia del genitore che da subito ne intuisce il talento. La vita agiata e mondana che respira nella casa paterna, verrà da Elisabeth rincorsa in tutti i suoi anni a venire. Grazie alla sua bravura, riuscirà a entrare nelle grazie della regina Maria Antonietta, diventando la sua ritrattista ufficiale.
Con Berthe Morisot ci tuffiamo nel mondo dell’impressionismo. Il suo nome è strettamente legato a quello di Edouard Manet per il quale posò diverse volte. È lei che appare in Colazione sull’erba e in Olympia, tele dipinte dal grande maestro nel 1863. Ma la Morisot non è nata per fare la modella, lei vuole dipingere! I soggetti dei suoi quadri saranno principalmente le donne, delle quali riuscirà a mettere in luce l’interiorità.
Non denuderà mai le sue modelle la Morisot, al contrario di Suzanne Valadon, che si porrà l’obbiettivo di liberare la figura femminile dallo sguardo maschile. Per questo le sue modelle saranno sempre nude, mai idealizzate, e rappresentate esattamente come nella realtà.
Avranno come tema la realtà anche gli schizzi che Charlotte Salomon consegnerà al dottor Morisot poco tempo prima di essere deportata e morire ad Auschwitz. Ennesima vittima innocente del nazismo, con i suoi 1325 fogli di annotazioni, appunti e gouaches, creèrà un’opera d’arte che inneggia alla vita che è stata, prima di uscire definitivamente di scena.
Frida Kahlo, forse, tra tutte quelle nominate sinora, è l’artista che più conosciamo, in quanto temporalmente a noi più vicina. Il suo corpo diviene il simbolo stesso della sua arte, il suo modo di vestire e di truccarsi diventano espressione della sua anima. Convinta che le donne abbiano sorriso troppo in pittura, decide di ritrarre anche il loro tormenti, i dolori, per raccontare con colori e disegni la loro interiorità, spesso schermata dal corpo.
Approfondimento
Leggere Le disobbedienti è come fare un breve viaggio nella storia dell’arte al femminile. C’è da chiedersi come mai, nonostante la pittura non sia una prerogativa maschile, nessun nome di donna abbia squarciato i veli del tempo per arrivare alle orecchie, non solo di chi di arte vive, ma anche di coloro che sfiorano questo mondo solo occasionalmente.
Motivi ce ne sono tanti, ma, primo fra tutti, vi è il modo in cui la donna veniva vista nei secoli scorsi: doveva essere sottomessa all’uomo in quanto inferiore.
La Rasy, con questo libro, ha reso giustizia a delle vere e proprie eroine del pennello, che hanno dovuto sgomitare per ritagliarsi un po’ di visibilità e raccontare il loro modo di intendere la vita, l’amore, il dolore, l’essere donna.
Quando finalmente sono diventate le artiste che volevano essere, ognuna a suo modo ha rivolto alle realtà femminile uno sguardo diverso e partecipe, capace di raccontarne gioie e ferite come la mondo maschile non aveva mai fatto.
Con la loro storia, con il loro coraggio che ha tramutato la fragilità in forza, sono riuscite a portare le donne al centro della scena. La Rasy le definisce “maestre di disobbedienza” perché sono riuscite ad emergere combattendo i pregiudizi del loro tempo, superando incomprensioni, ostacoli e condanne.
Grazie ai loro quadri, l’universo femminile verrà rappresentato nella sua totalità, privo di etichettature o ruoli predefiniti. Accompagnando le loro vicende personali con autoritratti o elencando altre loro opere, la Rasy ci prende per mano e ci fa entrare nelle emozioni di ognuna di loro, trasformando queste pagine in un percorso di emancipazione della figura femminile che ancora oggi non si è concluso.
Aira Ria