Autore: George Gissing
Pubblicato da La tartaruga - Marzo 2017
Pagine: 600 - Formato disponibile: Brossura
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Un gruppo di donne cerca di organizzarsi per ottenere dignità e indipendenza economica nella capitale vittoriana. Non sono rivoluzionarie ma vogliono poter lavorare per arrivare a sposarsi, in caso, per amore e non per bisogno.
Siamo nella fine del 1800 nella realtà londinese. Un gruppo di donne si sta impegnando per ottenere indipendenza economica nella capitale vittoriana. Dalle premesse classiche del marriage plot (una giovane bella e nubile appena arrivata nella grande città; un dandy intraprendente in cerca dell’amore; una donna bruttina ma di gran carattere decisa a seguire le proprie idee) si sviluppa una serie di equivoci ferocemente realistici, destinati a finire nell’unico modo in cui può finire un romanzo che vuol fare i conti con la realtà: con uno schianto. Con la verve e il sarcasmo del romanzo di costume di Jane Austen, nella Londra di Dickens e Thackeray, Gissing racconta in Le donne di troppo varie storie d’amore intrecciate con problemi di soldi e aspirazioni sociali: ma le racconta come se fossero vere, giocando a ribaltare gli stereotipi della fiction romantica calandola nella realtà delle pressioni sociali, del conformismo e, soprattutto, della discriminazione di genere.
Le donne di troppo mi ha ricordato spesso Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, non tanto per la storia in sé ma in quanto al titolo del libro della Austen che racchiude due parole che sono alla base della storia narrata da Gissing. Le donne protagoniste di questo romanzo possono essere suddivise in due gruppi: da un lato chi ha orgoglio da vendere e dall’altro chi l’orgoglio non sa nemmeno cosa sia. Il pregiudizio è ovunque. La maggioranza degli uomini, protagonisti o meno della vicenda, hanno una mentalità retrograda: le donne non devono lavorare, possono solo sposarsi e hanno il dovere di prendersi cura della casa, del marito e di procreare.
“È così energica e piena di risorse che sembra un uomo.” Questa affermazione è abbastanza eloquente: una donna non può essere energica? Una donna non può essere piena di risorse? La storia sarà anche ambientata nel 1872 ma da donna posso dirvi che sì, le cose sono migliorate, ma c’è ancora qualcuno che la pensa in questo modo; che veda la donna come il sesso debole; come colei che starebbe meglio a casa che in ufficio. Quello che voglio dirvi cari lettori è che questo romanzo è attualissimo, mi stupisco e allo stesso tempo mi rammarico che non sia così conosciuto come libro.
Non fraintendetemi, non prendo la difesa delle donne di questo romanzo per partito preso; sappiate infatti che anche alcune di queste donne hanno alcuni pregiudizi nei confronti degli uomini, considerati tutti degli ignoranti egoisti. Nessuno è perfetto.
Approfondimento
Tutti i personaggi di Le donne di troppo hanno delle caratteristiche peculiari e le personalità sono tutte ben caratterizzate.
Il personaggio femminile che ho preferito è Mary Barfoot perché nonostante abbia delle idee femministe ben chiari, queste non sono portate all’estremo mentre Rhoda, personaggio femminile molto forte all’interno del libro, ha idee femministe troppo estreme e in tutti i suoi anni ha coltivato troppa rabbia nei confronti degli uomini, portando avanti degli ideali in modo troppo aggressivo.
Le tre sorelle Madden invece si sono dimostrate delle donne senza forza d’animo, si sono sempre lasciate trascinare passivamente dall’onda degli avvenimenti senza cercare di combattere e di contrastare le sventure che hanno colpito la loro famiglia.
Infine, uno dei pochi uomini degno di essere chiamato tale è Everard Barfoot, cugino di Mary, che vede le donne in un’ottica diversa rispetto agli altri maschi del mondo: per Everard le donne non sono un oggetto sessuale ma sono esseri pensanti, certo alcune non spiccano per acume, ma altre sono intelligenti e per questo interessanti, perché portatrici di idee originali, ricche di contenuti.
In conclusione, vi consiglio assolutamente di leggere Le donne di troppo di George Gissing; non importa il genere, questo libro è cultura, per tutti. È un classico che merita di essere conosciuto tanto quanto i romanzi della Austen o di Dickens, è un classico ever green che almeno una volta nella vita va letto!
Erika Bosello
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