
Autore: Federica De Paolis
Pubblicato da DeA Planeta - Giugno 2020
Pagine: 304 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narrativa italiana
ISBN: 9788851182472

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Anna si è persa. Il matrimonio, le sue responsabilità di madre l’hanno allontanata da sé stessa.
Forse è proprio il crollo di quelle certezze, a cui si è rimasti aggrappati per troppo tempo, a permettere di ritornare a scoprirsi, di toccare con mano, ognuno, le proprie imperfezioni. E di accoglierle.

Dal punto di vista delle sensazioni fisiche era certa che l’amore e la morte fossero lo stesso tipo di iniezione; ne conseguivano stati diversi, ma il risultato era il medesimo: la perdita di sé stessa.
Anna è donna, è madre ed è figlia. Ma non è sufficiente. Anna vive una vita da cui si sente esclusa, a cui sente di non appartenere più. Il suo matrimonio sembra essere giunto a un punto di non ritorno. La convivenza con Guido è affaticata dalle ore piccole che il marito trascorre nella clinica, gestita insieme ad Attilio, il padre di Anna. È principale figura di riferimento con la quale la protagonista misura le proprie scelte di vita e le sue relazioni. Anche quelle con Gabriele e Natalia, la cui infanzia è costretta ad assorbire i turbamenti coniugali dei propri genitori. Anna avverte il ruolo di madre come un peso, come una rinuncia al proprio io, perennemente trattenuta dal suo senso del dovere. Ed è a ragione di tali sentimenti che il senso di colpa scava dentro la donna, nel momento in cui inizia una relazione segreta con Javier. Un giovane padre, di origine spagnola, con il quale instaura incontri che si convertono quasi in un ciclo rituale: ogni mattina, dopo aver lasciato i rispettivi figli in asilo, Anna scivola nell’appartamento bianco dell’uomo. È in questi brevi istanti che la protagonista riacquista padronanza di sé, come donna. Le attenzioni rivolte da Javier corrispondono all’ora d’aria che Anna si concede fuori dalla sua prigionia. E anche quando Guido confessa alla moglie il bisogno di una pausa, il senso di colpa della donna svanisce e cede il passo al sollievo, quasi come se non fosse più necessario nascondersi. Anna riesce, finalmente, a trascorrere del tempo per sé stessa, senza la preoccupazione di mancare di rispetto a qualcuno. Eccetto che per suo padre.
Ma questa breve parentesi spensierata viene spezzata da un grave scandalo che investe la clinica e dall’improvvisa perdita del padre. Eccolo, il punto di rottura. Il dolore segna la perdita, il ritrovamento dentro Anna e malgrado la sofferenza, apre al confronto con lo stato delle cose. La dura e fredda realtà, come il marmo che ricopre la casa del padre. Da ora in poi il racconto inizia a sciogliersi assieme ad Anna e alla sua disperazione. Il tormento diventa necessario per ricostruire e ricominciare dalla propria vita e da quella di Gabriele e Natalia; di fatto, il tragico evento avvicina la protagonista ai due figli piccoli. Il suo senso del dovere si trasforma in senso di protezione e di appartenenza, per la prima volta. L’autrice ci fa assistere a un’identità afflitta di figlia, moglie e madre in lotta con sé stessa e in relazione alle principali figure maschili, compresa quella del piccolo Gabriele. Il suo sguardo spento, ma già così consapevole, in tenera età, è il segnale d’allarme di cui Anna si accorge, senza capire come spegnerlo. Il lettore prende confidenza con le abitudini quotidiane della protagonista, scandite dall’orario della piscina, dell’asilo, delle nanne; le reazioni disorientate dei bambini diventano specchio degli errori e delle bugie degli adulti. In aggiunta a ciò, il passato e il presente infittiscono i turbamenti quotidiani della protagonista, scoprendosi fallibile e incompleta. Ma i dubbi e le incertezze di Anna si oscurano ancora di più durante il primo incontro con Maria Sole, una dipendente della clinica del marito e del padre. Maria Sole è giovane, seducente ma il suo corpo eccessivamente esile cela ben altro tipo di disagio. Anna lo capirà a poco a poco.
Malgrado il titolo del romanzo, Le imperfette potrebbe essere un riferimento alle pretese di vivere secondo le apparenze. Ma ben presto la protagonista del romanzo scoprirà che l’imperfezione abita anche quel mondo in cui, fino ad ora, ha creduto di vivere protetta e di cui non si è che proiezioni di qualcun altro. Ma, allo stesso tempo, è quest’imperfezione, il motore delle nostre esistenze, a spingerci attraverso i nostri dubbi e a vivere.
APPROFONDIMENTO
L’autrice svela una storia comune a molti altri. Quante persone sono disposte a mentire pur di mantenere in piedi un’illusione, senza pensare alle conseguenze? Così il racconto si presenta intessuto di una fitta trama di bugie che si rivelano mezze verità. Anna nutre un profondo senso di colpa verso sé stessa e gli altri. Sin dalla prima pagina la incrociamo, lungo una strada di montagna, con il fiato corto che l’accompagna durante l’intera durata della lettura. Ma la sua incompletezza nasce da una precedente imperfezione e così via…L’angoscia della protagonista scandisce il ritmo della scrittura: a tratti è irruente, quando il presente si fa più burrascoso; a tratti si placa, quando il ricordo del padre le addolcisce i pensieri.
Laura Belano