Autore: Valeria Parrella
Pubblicato da Einaudi - Febbraio 2014
Pagine: 97 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Super ET
ISBN: 9788806217037
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“Un libro di viaggio e d’amore. E perdonatemi se sembrano la stessa cosa.” Così esordisce la stessa autrice alle prime pagine di questo libro avvertendo il lettore su ciò che l’aspetta leggendo il suo racconto. Un viaggio a ritroso nel tempo, toccando le tappe di un amore calante, e contemporaneamente alla scoperta di una città affascinante come Buenos Aires.
Lui sorride, ma io so riconoscere un sorriso innamorato da un sorriso che finge di essere innamorato.
Così la protagonista descrive il sorriso di Michele, nel suo racconto autobiografico sul tentativo di salvare un amore che sta consumando i suoi ultimi giorni di vita. La scrittrice parla di sé stessa in prima persona, su come ha convinto il suo editore a organizzare un viaggio alla scoperta di Buenos Aires con lo scopo di scriverci un libro. Un viaggio che coinvolge ad arte la presenza del suo compagno Michele, nel tentativo di trascorrere con lui dei giorni intensi e coinvolgenti che, nei piani della protagonista, dovrebbero far rinascere il loro amore, il quale invece si sta lentamente ed inesorabilmente spegnendo. Ogni cosa che li circonda, ogni situazione su cui si posa l’occhio osservatore della scrittrice, pare essere un appiglio per paragonare un vero amore a un amore che non lo è più. Così anche la coppia di anziani seduti vicini in aereo diventa oggetto d’invidia perché “se due vecchi viaggiano, e hanno un anello al dito, allora viaggiano insieme” per davvero, non come lei e Michele che pare accompagnarla controvoglia per tutto il viaggio, senza starle veramente accanto, ma anzi sempre qualche passo scostato da lei, come si fa nell’adolescenza, un po’ lontano dai genitori per sentirsi più grandi. Sullo sfondo di questo rapporto ormai logoro, si stagliano i colori caldi di una città viva come può esserlo Buenos Aires, sui quartieri della zona di Palermo vecchia, dove è cresciuto Borges, autore-mito della protagonista, che trasforma il viaggio quasi in un pellegrinaggio nei luoghi del poeta argentino. La città latina viene così spesso paragonata alla vivace Napoli, terra natìa della protagonista, quasi in un parallelismo fra autori e terre d’origine. Quartieri difficili come Soho si alternano a quartieri eleganti come Puerto Madero che ricordano la California, dove l’autrice e Michele siedono al tavolo di un ristorante chic, mentre lei gli scatta l’ennesima fotografia come a voler fissare i ricordi, trattenere almeno qualcosa di lui, mentre il suo amore le sta scivolando via dalle mani.
Ma quale amore è solo apparentemente un libro facile e disinvolto. Non bisogna farsi irretire dallo stile immediato e tipicamente napoletano dell’autrice, poiché il lettore viene coinvolto direttamente più volte, come fanno i mattatori dal palcoscenico e non bisogna farsi cogliere impreparati. La lettura è come una corsa a cento all’ora fra i pensieri dell’autrice, i suoi ricordi e i suoi sentimenti, che si alternano e si rincorrono in un cambio continuo di carte e di gioco. La malinconia unilaterale, il dispiacere tutto femminile per un amore diventato pallido, nei confronti del protagonista maschile che non sa cosa sia la sofferenza, condisce il piatto dell’abbandono di un sapore inesorabilmente amaro.
Approfondimento
Questo libro pare essere un esperimento nel tentare di unire un reportage di viaggi ad un romanzo di narrativa romantica. A volte le descrizioni dei luoghi hanno un taglio giornalistico che non si mescola alla perfezione con lo stile narrativo, stridendo un po’ sull’effetto finale. Le motivazioni per cui il protagonista Michele giunge a voler troncare la relazione restano in una sorta di limbo sullo sfondo dei ricordi. Credo che questo personaggio meritasse una costruzione più accurata, ma potrebbe essere che l’autrice abbia così voluto sminuirne l’importanza, forse per una sorta di ripicca tutta femminile!
Francesca Balacco