
Autore: Georges Simenon
Pubblicato da Adelphi - Giugno 2018
Pagine: 208 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Biblioteca Adelphi

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Emile Maugin, celeberrimo attore giunto, a sessant'anni, all'apice del successo e della fama, che un giorno apprende di avere, al posto del ventricolo sinistro, «una specie di pera molle e avvizzita». Prepotente, scorbutico, cinico, Maugin regna da tiranno su un piccolo mondo di sudditi devoti e trepidanti, fra cui la giovanissima e amorevole moglie, ma vive nella costante paura della morte e nella nostalgia dell'unica cosa che non ha mai conosciuto: la pace dell'anima - quella cosa tiepida e dolce a cui il suo desiderio attribuisce la forma di una casa con le persiane verdi.

Protagonista di Le persiane verdi è Emile Maugin, un grande attore, un uomo di successo, ricco ed ammirato. Ma non è sempre stato così, perché il grande Emile, prima di essere tale, era un ragazzo dei bassifondi, un povero campagnolo con una vita infelice, cresciuto in una famiglia povera e malandata, che dopo una lunga gavetta e grandi sacrifici è divenuto il grande attore che è oggi. Ma il lettore non conosce il magnifico Maugin attore; lo incontra nello studio del dottor Biguet, dove l’illustre specialista gli diagnostica una malformazione al ventricolo sinistro. Niente di grave, ma per sopravvivere Maugin dovrà stare lontano dagli eccessi e condurre una vita morigerata e tranquilla.
A opprimerlo, in casa sua, in tutte le case in cui aveva vissuto, era il silenzio, l’immobilità dell’aria, una sorta di calma inesorabile, che dava l’impressione che il tempo si fosse fermato per sempre.
Durante tutto il romanzo, il lettore avverte che sta per accadere qualcosa, sente che dinanzi a lui sta per consumarsi un dramma irreversibile, ma, come Maugin, non riesce ad allontanarsi dalle quinte del teatro, dagli abiti dal taglio perfetto…e dai quei due bicchieri di rosso, bevuti in fretta, con rabbia e disperazione. È come l’abbattersi di una tempesta, che il lettore sente arrivare ma non riesce a staccarsi dalla visione struggente del mare in burrasca. Accade così anche per Maugin, il quale, in una specie di flusso di coscienza, ripercorrere la sua vita, le privazioni, gli stenti, poi la rivincita di una carriera di successo, gli incontri con le donne che lo hanno amato e che, forse, lui ha amato; poi d’improvviso si ritrova catapultato nel suo quotidiano dorato, con una moglie per la quale prova una profonda tenerezza e con una figlia che sa non essere sua, costretto nell’immagine patinata che gli hanno cucito addosso: il grande, burbero, celeberrimo Maugin.
Le persiane verdi è un romanzo di rara intensità. Con la sua prosa raffinata ed elegante, Georges Simenon scava, scava, scava fino a quando non raggiunge l’anima nascosta di Maugin e della sua colossale figura, della sua potente voce baritonale e ci restituisce la figura esile ed umanissima di un uomo che per tutta la vita ha rincorso qualcosa che non ha avuto mai. Ed allora quel miraggio di una casa dalle persiane verdi diventa paradigma di un porto sicuro, di un’ancora di salvezza e di conforto, di quella pace interiore, di quell’amore rassicurante e concreto dal quale, paradossalmente, Maugin è sempre fuggito, senza rendersi conto che non serviva scappare, ma bastava guardare con altri occhi e con altro cuore quella vita che si era costruito.
Approfondimento
Con Le persiane verdi, che fa parte a sé nella vasta produzione dell’autore, Georges Simenon si rivela un grande esaminatore dell’animo umano, uno scrittore capace di una profonda e raffinata analisi introspettiva; la sua scrittura diventa una lama affilata, capace di penetrare e scavare nell’animo umano, restituendo la figura vivida e umanissima di un personaggio, con il quale il lettore non può fare a meno di confrontarsi. Simenon ci porta dentro la psiche del suo personaggio e nel raccontare la vita di Maugin smonta e destruttura il suo carattere, scardina le sue certezze, polverizza le sue grandiosità, fino a lasciare nelle pagine del libro non l’attore, non il ragazzo povero…ma solo l’uomo Maugin, che, come ogni uomo, lungo tutta la vita ha rincorso qualcosa che non ha trovato mai.
Era scappato da tutti, nessuno escluso, e quando gli pareva che non ci fosse più nulla da cui scappare, si metteva a bere per scappare ancora.
Romina Celani
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