
Autore: Chiara Gamberale
Pubblicato da Feltrinelli - Febbraio 2019
Pagine: 224 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori

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Arianna ha perso il filo. È rimasta da sola, tradita, piantata in asso su quell’isola, tanto famosa, dell’abbandono. La realtà viene comparata al mito, in un romanzo introspettivo e indagatore delle emozioni umane.

Alla riunione dei “geni-soli” Arianna, protagonista del romanzo L’isola dell’abbandono di Chiara Gamberale, va controvoglia. Sono mesi difficili quelli che sta vivendo, o semplicemente tutta la sua vita è stata, fino a quel momento, un ingarbugliato labirinto di emozioni contrastanti. La domanda da porsi è se l’oscurità del vuoto provocata dall’abbandono è il tormento o, invece, il rifugio dietro il quale mascherare tutte le nostre paure.
Dieci anni prima, nella splendida isola di Naxos, Arianna venne abbandonata dal caposaldo della sua vita, Stefano. Grande amore dalla personalità difficile, ambigua e altalenante. Quell’avvenimento segnerà per lei un’irrimediabile perdita o un’ancora di salvezza? Il suo coniglio Pilù, fumetto al quale dedica tutto il suo lavoro, riuscirà finalmente a stabilire il suo “umorometro” nel mezzo, lontano dal brillante rosso dell’euforia e dal bieco blu della tristezza? Per scoprirlo c’è un solo rimedio: tornare su quell’isola.
Così, mentre allontana tutte le cose belle della sua vita per paura di perderle, decide finalmente di staccare da quella che la sua esistenza è diventata, staccare dal ruolo di mamma del piccolo Emanuele e partire per rincontrare Di. Di, quell’uomo dagli occhi sbilenchi, che le fece comprendere cosa davvero significasse amare ed essere amati. D’altronde, dice anche lei: “Se sapessimo di cosa abbiamo bisogno, non avremmo bisogno dell’amore”.
Una narrazione semplice per una storia complessa. Scorrevole ed emozionante, L’Isola dell’abbandono di Chiara Gamberale ha il potere di trasportare il lettore attraverso un ritmo incalzante come le emozioni provate dalla protagonista del libro, nell’antica Naxos. Come il filo che Arianna diede a Teseo per uscire dal labirinto, anche la nostra moderna Arianna percorre a ritroso la sua storia di vita per riprenderne in mano le redini e uscire da quel groviglio che lei stessa aveva intessuto per sé. Una matassa di timori e fobie ben architettate per evitare di soffrire, come se prendersi cura di una personalità più intricata della propria fosse un ottimo modo per ignorare la paura. Un romanzo indagatore dell’intimo, che porta a riflettere su temi quali l’abbandono e a scoprire come spesso siamo noi gli artefici di un destino che anziché allontanarci da quel baratro che tanto ci intimorisce ci porta proprio verso le sue fauci.Sono i sentimenti meno nobili che vengono, dunque, esaltati. La nostra protagonista non è perfetta, bensì un paradosso vivente, esempio strabiliante di tutti gli esseri umani.
Ci tengo a sottolineare quanto questa autrice, personalmente, sia stata una meravigliosa scoperta. Quindi, ed è il caso di dirlo sia per onestà intellettuale che per le emozioni che questo libro mi ha lasciato, grazie Chiara!
Approfondimento
L’isola dell’abbandono si snocciola sul filo del mito di Teseo e Arianna, per questo ritengo doveroso conoscerne la storia. Alla morte del re Asterione venne nominato successore Minosse, suo figlio adottivo. Minosse per dimostrare il suo diritto e la sua supremazia nei confronti dei due fratelli pregò Poseidone, dio del mare, di inviargli un toro da sacrificare. Il toro, però, non fu mai sacrificato ma fu messo tra le mandrie del nuovo re. Poseidone, allora, per vendicarsi fece innamorare del toro la regina. Da questo amore nacque il Minotauro che fu nascosto da Minosse nel famoso labirinto, in modo che mai vi fosse potuto uscire. Ogni nove anni per poterlo sfamare, Minosse costrinse la città di Atene a inviargli in sacrificio sette ragazzi e sette ragazze. Un anno si unì ai sacrificati Teseo. Egli riuscì a uccidere il Minotauro grazie all’aiuto di Arianna, figlia di Minosse nonché innamorata del giovane. Arianna diede a Teseo un filo in modo tale che egli potesse facilmente ritrovare la strada per uscire dal labirinto in cambio della promessa di diventare sua sposa. Il ragazzo, però, ottenuto il suo intento si pentì del patto e abbandonò Arianna sull’isola di Nasso (attualmente Naxos). Si deve proprio a quest’isola il detto: “piantare in Nasso”, divenuto poi: “piantare in asso”.
Alessia Bellizzi