Autore: John R.R. Tolkien
Pubblicato da Bompiani - Giugno 2012
Pagine: 410 - Genere: Classici, Letteratura per ragazzi
Formato disponibile: Brossura
Collana: I grandi tascabili
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Nella Terra di Mezzo, la Montagna Solitaria nasconde un grande tesoro custodito dal perfido mostro Smog. Spetterà a una compagnia di dodici nani, un hobbit e uno stregone bianco riconquistarlo, non senza ostacoli e colpi di scena inaspettati lungo il cammino.
Nessuno è mai lieto di ricevere in casa inaspettatamente un ospite. Figurarsi se il numero di commensali sale a quota tredici. Bilbo Baggins non ne fu affatto lieto: un’intera compagnia di nani e uno stregone bianco, infatti, si era presentato davanti alla sua porta per l’ora del the. Benché si trattasse di perfetti estranei, la sua cordialità e disponibilità fece si che nulla mancasse loro in fatto di cibo e bevande, nonché di intrattenimento. Fu soltanto dopo aver bivaccato in abbondanza che lo stregone, l’unico di cui Bilbo aveva memoria, date le storie che lo ritraevano come un grande avventuriero della Terra di Mezzo, lo informò di cosa stava accadendo. Bilbo era stato scelto per partecipare alla prossima avventura verso la Montagna Solitaria. Lo scopo era riconquistare il grande tesoro di Thorin, discendente del Re sotto la Montagna, un regno caduto sfortunatamente nelle mani del mostro Smog. All’hobbit sarebbe spettato l’insolito ruolo di scassinatore, o per dirla in un’altra maniera, di “esperto cacciatore di tesori”. Pieno di rammarico, senza sapere realmente cosa lo aspettava e perché la monotonia della sua vita doveva essere interrotta per una missione a lui del tutto estranea, partì alla volta d’un viaggio che gli cambiò, se non la vita, la visione d’essa e di se stesso. Durante il cammino verso la Montagna Solitaria diversi saranno gli alleati, prime fra tutte le Aquile, altrettanti gli ostacoli e i nemici da superare e sconfiggere. Il signor Baggins, fra tutti, inaspettatamente, si ritroverà a giocare il ruolo d’eroe in più d’un caso, riuscendo a mettere in salvo la propria esistenza e quella dei suoi amici nani.
Approfondimento
Ogni romanzo d’avventura è anche un romanzo di formazione, di crescita, di scoperta del sé e del magnifico mondo che ci circonda. È una lettura che oltre che far sognare il lettore e catapultarlo in magici scenari, nasconde sottilmente fra le righe grandi insegnamenti. Così la storia di Bilbo Baggins scritta ne Lo hobbit, apparentemente un fantasy dedicato a un pubblico giovane o adolescenziale, è la storia di ognuno di noi, di quella chiamata alla vita di fronte la quale rispondiamo spesso impreparati. Anche il nostro hobbit, inizialmente dubbioso dell’apporto che poteva veramente dare alla riconquista del tesoro, essendo egli soltanto un hobbit, un essere così piccolo e senza alcun titolo nobiliare, risponde di sì alla sfida propostagli da Gandalf, ma arriva in ritardo all’appuntamento. Il tempo infatti sarà un altro dei grandi assi intorno cui tutta la costruzione de Lo hobbit, e in fondo della vita, gira.
Partecipare all’avventura spezza i ritmi della sua vita: la campana di vetro che finora lo aveva protetto è stata smantellata. Conoscere se stessi e il mondo prevede sempre una percentuale di rischio, di prove più o meno complesse da dover affrontare, talvolta supportati da amici, talvolta in solitaria. E questo, Bilbo e gli altri, lo impararono in fretta. Malgrado qualvolta la nostalgia di casa prenda il sopravvento sull’hobbit, è solo affrontando le proprie ansie e paure che egli scopre le proprie doti e qualità migliori. È nel buio di un tunnel, apparentemente senza uscita, che egli troverà un anello magico, la soluzione a ogni suo guaio. Da quel momento, imparerà a giudicarsi con maggiore oggettività, a non perdersi mai d’animo, a combattere per i propri ideali, per la salvaguardia di sé e degli altri suoi compagni.
Serena Testa