Quello è stato l’inizio del nostro mondo privato. Un posto dove non ci chiedevamo chi fossimo o che cosa fossimo, sperimentavamo solo il corpo dell’altro, e per anni è bastato questo.
Dopo la morte del padre, Michael si trasferisce ad Oxford e al suo arrivo conosce Ellis, un bambino della sua stessa età. I due inizialmente si scrutano, cercano di analizzarsi. Michael dà subito dimostrazione delle sue conoscenze al primo incontro con Dora, la madre di Ellis, rimanendo incantato da un quadro riproduzione dei girasoli di Van Gogh.
Quel quadro era molto importante, segnava l’inizio della ribellione di Dora, contro un marito ormai assente e un padre decisamente tirannico. Era la sua libertà. A breve distanza di tempo, Dora morirà a causa di una malattia e lascerà un vuoto enorme nella vita di Ellis. Accanto a lui, la figura di Michael sarà essenziale, e proprio dopo il funerale della madre si scambiano il loro primo bacio.
Entrambi i ragazzi presentano forti problematiche famigliari, ma il fatto di aver vissuto quasi le stesse esperienze li aiuta a comprendersi e a supportarsi.
A distanza di anni, troviamo una situazione completamente differente. Subentra all’interno di questo inseparabile duo una terza figura, Annie, che successivamente diventerà la moglie di Ellis. Pur essendosi integrata perfettamente tra i due ragazzi, la sua entrata in scena porterà Michael ad allontanarsi progressivamente da Ellis, rimanendo comunque nel profondo del suo cuore il punto focale della sua esistenza.
Approfondimento
L’uomo di latta potrebbe richiamare il classico romanzo “sliding doors”: cosa sarebbe successo se Ellis e Michael avessero seguito i loro cuori e fossero rimasti in Provenza, come avevano deciso, durante la loro vacanza in Francia?
Se la madre di Ellis non fosse morta di malattia, Michael avrebbe comunque avuto il coraggio di farsi avanti per cercare di stargli accanto il più possibile durante quel periodo così doloroso?
Più volte viene citata la poesia di Walt Whitman in riferimento all’attimo fuggente, la quale non può che essere la chiave di lettura di questa delicatissima storia d’amore. Se i due protagonisti avessero colto l’attimo, probabilmente Ellis non avrebbe mai incontrato Annie e forse non avrebbe dovuto sopportare la perdita di così tante persone a lui care.
Michael pur essendo il personaggio “coraggioso” e che prende l’iniziativa all’interno di questa storia, mette da parte sé stesso e i suoi sentimenti rispettando il volere di Ellis, che sembra non essere pronto ad affrontare una situazione così diversa da ciò che può aspettarsi il padre o la gente accanto a lui.
Il metodo di scrittura della Winman, pur essendo chiaro e conciso, rende intensa ma allo stesso tempo delicata la lettura di questo romanzo, riuscendo a creare empatia tra il lettore ed i personaggi descritti.
La parte più struggente, a mio parere, sono i capitoli dedicati a Michael. Ciò che viene descritto è allo stesso tempo sia un enorme dichiarazione d’amore che un grido di aiuto. Dalla paura di un futuro incerto, alla solitudine provata in quegli anni di lontananza e l’angoscia di non poter provare mai più un sentimento così magnifico e viscerale per un’unica persona.
D’altro canto troviamo Annie, consapevole della “strana” relazione tra i due, ma mai ingombrante, preoccupata invece di lasciare sempre i giusti spazi.
Quello che possiamo leggere quindi, oltre a una struggente storia d’amore, è anche un’analisi introspettiva di ciascun personaggio, che ci aiuta a capire le fragilità affrontate e la forza di riprendere in mano la propria vita.
Pensaci, ho detto. Tutti quanti siamo stati costretti a uscire dall’oscurità per cantare.
Michela Pavanello