
Autore: Allyson Taylor
Pubblicato da Cignonero - Novembre 2021
Pagine: 276 - Genere: Narrativa rosa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Rosa cipria
ISBN: 9788832111538
ASIN: B09GY74NYF

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Jewel Opal Stevens è una ragazza fortunata. A ventisette anni è già una paleontologa di successo, ha un fidanzato che la ama e con cui progetta una famiglia. Tutto sembra incanalato nella direzione giusta, e il futuro si prospetta prevedibile e luminoso.
Poi, all’improvviso, arriva il buio.
Un bicchiere di troppo, uno stop non rispettato e la vita di Jewel cambia per sempre.
Costretta su una sedia a rotelle, Jewel si chiude in sé stessa, distrugge tutti i suoi sogni, tutti i suoi progetti. Il dolore per la sua nuova condizione sembra invalicabile, senza via d’uscita.
Fino all’arrivo di Chris.“ ‘Mi dispiace tanto’. Chinò la testa, appoggiandola sopra la mia mano, ancora inerme, e pianse a lungo. Pianse anche per me, che non riuscivo a far scendere nemmeno una lacrima.”

Jewel Opal Stevens è una giovane donna di ventisette anni che sta vivendo il momento più felice della sua vita: paleontologa rinomata, aspetta un bambino dal grande amore della sua vita, il marito Conor. La vita sorride alla futura famiglia e i due quasi genitori si godono il loro sogno d’amore. A Jewel non manca nulla, né lei prova ad immaginare una vita migliore di quella che ha.
Le cose, tuttavia, cambiano dopo un tragico incidente: passati col rosso, Conor e Jewel subiscono uno schianto con un’altra auto. Al suo risveglio in ospedale dopo giorni di coma, Jewel realizza di aver perso tutto: il suo legame con il marito, la vita che aveva sempre sognato, il bambino che portava in grembo e l’uso delle sue gambe.
Inizia così il viaggio di Jewel, un viaggio interiore che la porterà a scoprire i suoi lati più fragili, farci i conti e imparare a perdonare le proprie fragilità. Il buio nel quale si ritrova incastrata viene dissipato da più presenze, che la sosterranno nella dolorosa scoperta di una sé distrutta e le permetteranno di vedere spiragli di luce. Il più luminoso, quello a cui si aggrapperà facendo finalmente scomparire il buio è Chris, giovane violoncellista di successo.
L’amore travolgente che li accomuna salverà entrambi, pur con numerosi alti e bassi che li metteranno alla prova.
Musica per un giorno di pioggia è un libro con molti punti deboli, su tutti la voce narrante: proprio Jewel. Il lettore fatica davvero molto ad entrare in empatia con questa voce dai cambi repentini di umore e prospettiva, che per ogni soluzione ribatte con problemi ogni volta diversi e si autoimpone una condizione di solitudine esistenziale quando invece è circondata da amore. Il trauma della perdita delle gambe e del bambino la getta in uno stato di sconforto che si traduce in isolamento forzato e negazione di sé. A renderlo poco credibile, però, è il cambio repentino di Jewel, che conoscendo Chris si ridesta. Volendo credere a una visione romantica della vita si può pensare che l’amore salvi davvero tutti, ma nella personale opinione di chi sta scrivendo è un messaggio sbagliato presentare un personaggio che rifiuta categoricamente l’aiuto di uno specialista nell’elaborare il trauma superandolo grazie all’aiuto dell’amore. Gli specialisti non sono sostituibili o interscambiabili. La vicinanza emotiva è un supporto ad un aiuto specialistico, non viceversa.
Approfondimento
Il romanzo di Allyson Taylor purtroppo pecca di banalità: da dramma diventa repentinamente romanzo rosa.
Dopo un trauma che segna profondamente la protagonista solo un amore tipicamente adolescenziale a forti sfumature erotiche la riporterà alla luce. L’opera manca di equilibrio: ci sono cambi repentini di umore, relazioni, situazioni, perfino genere. Anche Chris, che affronta un momento difficile, da una pagina all’altra si getta tra le braccia di Jewel promettendole amore eterno quasi dimenticandosi che la settimana prima si era ubriacato per la ex ragazza.
Un romanzo costruito su uno schema di cliché tipici del romanzo rosa (il ritorno della ex ragazza, il malinteso) che mal si mischia con la prima parte decisamente dal taglio drammatico. I personaggi sono poco caratterizzati e perfino la protagonista, che è voce narrante e cardine della narrazione, risulta essere un continuo lamento piatto e monocorde. Difficile seguirla e soprattutto riuscire a trovare credibile uno cambio di prospettiva repentino che spacca di fatto in due il romanzo.
Un romanzo che nelle intenzioni dell’autrice voleva essere di rinascita e resilienza, e in un certo senso tiene fede al proposito: Jewel trova la sua nuova dimensione e il finale è aperto alla speranza.
Ciò che segna negativamente la lettura è la mancanza di equilibrio nel giusto dosaggio degli ingredienti: non è corretto affrontare il tema del trauma minimizzando la figura dello specialista, non è corretto parlare della disabilità mostrando solo quello che non si può più fare, non è corretto concedere al lettore di sapere cosa invece si può fare solo a letto, soprattutto non è corretto scivolare nella commedia romantica dopo aver passato metà libro in uno stato di angoscia perpetua.
L’amore forse ci salva davvero, ma è davvero realistico credere che basti solo quello?
Silvia Rodinò