
Autore: Cristina S. Fantini
Pubblicato da Piemme - Marzo 2020
Pagine: 544 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Storica
ISBN: 9788856675092

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“Il buio aggrava le sofferenze, aumenta lo sconforto, invita alla rinuncia, ma la fioca luce dell’alba ridà a tutti la gioia di vivere.”

“Forza, potere, determinazione, grandezza”, queste le caratteristiche che contraddistinguono Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, divenuto tale dopo aver architettato l’arresto di suo zio Bernabó Visconti, un tiranno che governava la città ed il suo popolo. Gian Galeazzo e suo zio, però, non erano poi così tanto diversi: entrambi volevano dominare Milano, conquistare, espandersi.
Le tasse aumentavano, il popolo moriva ma loro erano disposti a tutto pur di ottenere quello che volevano.
Quando salì al potere Gian Galeazzo, l’arcivescovo di Milano, gli presentò un grande progetto: costruire una cattedrale in sostituzione alla chiesta della Santa Maria Maggiore. Un progetto ambizioso, un simbolo per la città, ma tutto questo poco aveva a che fare con la religione. La cattedrale doveva rispecchiare la grandezza, la grandezza del signore di Milano.
Questa grande opera portò scultori, ingegneri, falegnami, tutti uniti in un unico obbiettivo: realizzare il Duomo di Milano. Giorno dopo giorno, pietra dopo pietra … segreto dopo segreto.
Si crearono rapporti tra gli operai, le storie di ognuno di loro si intrecciarono, legati da un solo e unico destino.
Nel nome della Pietra è un viaggio, un percorso lungo 19 anni, fatto di segreti, potere, sofferenza e amore.
Marchetto e Costanza, due giovani innamorati, ignari di quello che la vita ha in serbo per loro. Costanza dovrà affronta-re le accuse ed i giudizi misogini da parte della famiglia, verrà schiacciata dal peso dell’esser donna a quei tempi.
Ci sono poi, Alberto e Pietro, Aima, il Monaco Anselmo … tante strade, tante storie, che inevitabilmente la vita porterà ad intrecciarsi diventando una cosa sola.
Questo libro è un salto nel passato, la scrittrice ci dà la possibilità di vivere uno dei momenti più importanti dal punto di vista architettonico del nostro paese.
Non solo, è un romanzo che apre gli occhi: noi viviamo in una società diversa, siamo abituati ad ogni sorta di agio, ab-biamo tutto. Nel 1386 era tutto più complesso. Le donne venivano messe all’asta come schiave, del loro pensiero poco importava. Il popolo moriva di fame, persino il pane era un lusso. Leggendo queste pagine ci rendiamo conto di quanto sottovalutiamo e diamo per scontato tutto quello che abbiamo a disposizione.
Nel nome della pietra è un romanzo di quelli che lasciano il segno.
Leggerlo vi darà modo di vedere tutto in maniera diversa.
La scrittrice utilizza un lessico ricercato, usando termini di un italiano tipico di quell’epoca. Descrive dettagliatamente ogni scena, facendo sentire il lettore parte integrante della storia.
La presenza di nomi, date e luoghi può rallentare un po’ la lettura, rendendola a tratti pesante.
Approfondimento
Il modo della scrittrice di descrivere ogni dettaglio delle scene, credo sia l’aspetto che ho amato di più. Quando si legge un libro è importante, almeno per me, riuscire a vedere quello che lo scrittore sta raccontando. Immaginare di essere lì, scorrazzare per le vie di una Milano diversa da quella che conosciamo. Sentirne gli odori, immaginare i colori, vivere le vite di ogni singolo personaggio; insomma vivere il libro che si sta leggendo. In questo la scrittrice è stata molto brava, sicuramente un gran pregio per il libro.
Un lato negativo, se cosi lo si può definire, è la presenza di tanti nomi, date e luoghi. Questo aspetto può rallentare un po’ la lettura, rendendola macchinosa. Trattandosi comunque di un romanzo storico è normale.
Nel nome della pietra è un romanzo di fantasia, ma all’interno della storia troviamo personaggi realmente esistiti. La scrittrice ha voluto rendere omaggio ai creatori di una cattedrale che per noi, ancora oggi, resta uno dei simboli del nostro paese.
Mi sento di consigliarlo a tutti, anche ai lettori che non amano particolarmente i romanzi storici. Ne vale la pena!
Lea Bellino