
Autore: Gioconda Belli
Pubblicato da Feltrinelli - Aprile 2013
Pagine: 264 - Genere: Narrativa rosa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Universale economica
ISBN: 9788807881213

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Stanca del maschilismo imperante a Faguas, paese immaginario del Centro America, la caparbia giornalista Viviana San-sòn fonda il Partito della Sinistra Erotica assieme alle compagne del Club del Libro, come lei decise a portare una venta-ta di femminismo in un mondo organizzato soltanto per gli uomini. Ma quando Viviana viene eletta Presidentessa e su-bisce un attentato, saranno le nuove Ministre a indagare per scoprire chi non vuole le donne al potere.

Non avrei mai immaginato che un giorno voi donne ci avreste comandato.
A seguito di una forte esplosione del vulcano Mitre, tutti gli uomini di Faguas appaiono fiacchi, rintontiti, appesantiti: insomma, hanno perso la virilità. In una nazione particolarmente vittima di abusi di potere, corruzione e criminalità, la seducente e impulsiva giornalista Viviana Sansòn sale alla ribalta smascherando il magistrato Roberto Jiménez, simbolo di questa decadenza politica e morale e a capo di un giro di prostituzione mondiale; con i soldi dei contribuenti si è installato in casa una cella frigorifera per un pinguino imperatore che ha comprato dal traffico clandestino degli animali esotici, per fare un esempio. Dopo questa grande impresa, Viviana accoglie le richieste degli spettatori affezionati al suo programma e si candida con il partito che ha fondato assieme alle amiche del Club del Libro: il Partito della Sinistra Erotica o PIE (Partido de la Izquierda Erótica). Vincere le elezioni per la Sansòn e la sua squadra è un gioco facile, con la fama che precede la candidata e gli uomini fuori gioco, ma far approvare il piano di governo e abituare la popolazione di Faquas alla nuova normalità è una vera sfida.
Il punto di forza del romanzo, infatti, sta proprio nelle proposte di legge che vengono fatte dal nuovo governo di sole donne. Già, potrà essere una scelta drastica, ma per cominciare da capo bisogna eliminare tutto ciò che ha a che fare con il passato e la prima azione del governo neoeletto è lasciare a casa gli uomini e portare le donne qualificate nel pubblico impiego: solo in questo modo, infatti, gli uomini possono farsi da parte e lasciar fare tutto alle donne, che piaccia o no, pur di risolvere la situazione del paese. Alcuni uomini ne soffriranno, altri, i più lungimiranti, ne capiranno il motivo e gli obiettivi. Da donna, ho trovato emozionante come le donne, fino a quel momento vittime del dualismo casa-lavoro, della maternità e della convenzionalità dei ruoli prestabiliti, si sono buttate a capofitto per decidere delle loro vite e di come dovrebbe andare un paese, dando la priorità non alle armi e alle esportazioni, bensì alle scuole, alla pulizia dei quartieri, alle ritorsioni contro stupratori e pedofili. L’ideologia promossa dal PIE, il felicismo, che promuove la felicità della popolazione come obiettivo dello Stato, forse dovrebbe apparire anche da noi, chissà.
Personalmente, ho trovato la scrittura di Gioconda Belli a volte troppo descrittiva nella rappresentazione dei personaggi e le donne del partito mi sono sembrate tutte un po’ uno stereotipo. Non considero credibile che siano tutte di bell’aspetto e che ci sia la precisina, la dura, la crocerossina… tuttavia, a parte il mio gusto personale, per le donne è molto facile immedesimarsi nelle situazioni e nelle scelte dei personaggi e la lettura scorre rapida come un giallo.
Insomma, si arriva alla fine del libro con grande voglia di iscriversi al partito e di sapere perché qualcuno non vuole le donne al potere.
Approfondimento
Nonostante sia un romanzo di finzione, ambientato in una nazione che non esiste, Nel paese delle donne si fa carico delle problematiche femministe di fortissima attualità e per questo andrebbe letto considerando il potenziale che abbiamo noi donne anche negli ambiti che ci sono tradizionalmente preclusi. Il PIE, infatti, nasce da un’esperienza realmente vissuta dall’autrice durante la dittatura sandinista in Nicaragua fra il 1979 e il 1990. In fondo, come dice il personaggio di Martina: “Viandante non c’è cammino, il cammino si fa con l’andare…”
Laura Pegorini