Autore: Herta Müller
Pubblicato da Feltrinelli - Marzo 2011
Pagine: 192 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Universale economica
ISBN: 9788807891748
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Una donna giovane di cui non si conosce il nome. Una città rumena. Un appuntamento obbligato con i servizi segreti del regime di Ceausescu. Il tragitto in tram, necessario per raggiungere il luogo della convocazione, diventa occasione per far scorrere nella mente immagini della propria vita passata che si mescolano al presente, agli interrogatori e ai soprusi a essi legati.
Durante l’interrogatorio siedo al tavolino, rigiro il bottone e rispondo con calma, anche se dentro di me tutti i nervi stanno ronzando. Albu va su e giù, dover fare le domande giuste rode la sua quiete, proprio come dover rispondere giusto rode la mia. Finché resto rilassata lui ha affrontato qualcosa, forse tutto, in maniera sbagliata. Tornata a casa dall’interrogatorio indosso la camicetta grigia. Si chiama: la camicetta che aspetta ancora. Me l’ha regalata Paul. È vero che spesso mi faccio degli scrupoli per via di questi nomi. Ma finora non hanno mai nuociuto, nemmeno nei giorni in cui non ero convocata.
In una non meglio precisata città della Romania, una donna, su un tram, ripensa alla propria esistenza, mentre attende di raggiungere il luogo in cui è stata convocata, per l’ennesima volta, dalla polizia del regime dittatoriale del paese. Si tratta, come al solito, dell’interrogatorio con un personaggio insidioso e ambiguo, che tiene in mano il destino della sua vita e di quella di tutti gli abitanti della sua terra. E allora è normale non riuscire a prendere sonno e ripetere, come un mantra, tutta una serie di azioni rituali che possono, si spera, contribuire a far sì che l’interrogatorio non lasci ferite e si concluda rapidamente.
Il viaggio in tram per raggiungere il luogo della convocazione è lungo, ben oltre un’ora. E allora ci si può perdere nei propri pensieri e ricordare. Ricordare il primo matrimonio – un fallimento – e la vita attuale con Paul, alcolizzato senza speranza; ricordare la morte di Lilli, l’amica del cuore, e le avances del suocero; ricordare i racconti del nonno e la fabbrica, con le sue paure e le sue regole.
La giovane donna cerca di riavvolgere il film di una vita che, sotto dittatura, vita non è. L’unico modo per non lasciarsi andare è estraniarsi da sé ed evitare che la mente si accorga dello scempio che la dittatura ha fatto del corpo. L’unico modo per sopravvivere è cercare di non incontrare sé stessi.
Certe cose diventano brutte solo quando se ne parla. Io mi sono abituata a tacere in tempo, eppure è quasi sempre troppo tardi, perché voglio impormi per un poco.
E quando si è abbandonata la propria esistenza, l’unica cosa da fare per non morire una volta ancora è accettare la sconfitta: Il fallimento della felicità procede liscio, e ci ha piegati. La felicità è diventata una pretesa assurda, e la mia felicità rovesciata è un tranello. Se vogliamo proteggerci a vicenda, falliamo.
Approfondimento
In Oggi avrei preferito non incontrarmi, romanzo del premio Nobel per la letteratura nel 2009, Herta Müller fa i conti con un tempo non tempo e con uno spazio non spazio attraverso i ricordi e il flusso di coscienza di una protagonista la cui identità non viene mai rivelata, perché in fondo non importa sapere esattamente di chi si tratti.
Quel lungo viaggio in tram, metafora della vita nella sua interezza, è un ritratto spietato, crudo e senza sconti di una dittatura. È un racconto grigio, soffocante e intriso di dolore.
In città dovevo stare in guardia per non sfuggirmi, come il respiro d’inverno, o quando sbadigliavo dovevo stare attenta a non ingoiare me stessa.
Il clima di oppressione della Romania di Ceausescu si respira in ogni pagina; il senso di squallore di relazioni personali alla deriva rispecchia la sensazione di soffocamento che nasce quando la libertà non è più un diritto e, purtroppo, l’unica realtà possibile, rimane la consapevolezza che “Io non sono nulla, oltre ad essere convocata.”