Autore: Elizabeth Strout
Pubblicato da Einaudi - Maggio 2022
Pagine: 184 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Supercoralli
ISBN: 9788806250034
ASIN: B09Y97QTVX
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Lei è un’autrice di successo, ha un rapporto premuroso con le figlie ormai adulte e nel cuore ancora piange l’adorato secondo marito, scomparso da un po’. Lui ha settantuno anni, è al terzo matrimonio e la sua carriera di scienziato è ormai giunta ai titoli di coda. Lei e lui, Lucy e William, erano sposati un tempo e la loro vita coniugale è stata un intrecciarsi di piccole miserie e profonda intimità.
Quando eravamo sposati certe volte lo detestavo. Mi sentivo sul petto una specie di intorpidimento dovuto alla paura e capivo che con il suo garbato distacco, le sue espressioni delicate, lui non era disponibile. Anzi peggio. Perché, sotto la sua montagna di gentilezza, si annidava una scontrosità giovanile, un malanimo che gli fremeva sul cuore […] e spesso mi pareva che ce l’avesse con me, […] anche quando mi chiamava “tesoro”, mi faceva il caffè […] e me lo serviva con quell’aria da martire.
Elizabeth Strout è un’autrice bravissima e lo dimostra sempre più ad ogni pubblicazione. Sa essere trasparente e profonda come pochi altri. È essenziale in tutto ciò che scrive. Sa raccontare con una semplicità e un garbo unici – senza per questo essere meno incisiva di quanto occorra – il vivere quotidiano, le sue sfumature e ogni ferita che si accompagni a qualsiasi azione, compresa quella all’apparenza più insignificante.
Questa volta, in Oh William!, la Strout prende per mano il lettore e gli offre il ritratto di un ex marito così come viene vissuto ed elaborato da una ex moglie – operazione niente affatto semplice. Dalla fine del loro matrimonio, Lucy e William hanno attraversato diverse fasi di vita, tutte decisamente interessanti: lei ha cresciuto le due figlie avute con William e ha trovato una buona serenità affettiva accanto a David, l’amato secondo marito da poco scomparso.
Oh, che nostalgia avevo di David! Mi mancava terribilmente. Indicibilmente, mi mancava. Pensavo a lui che sapeva della mia passione per i tulipani e mi portava sempre – sempre – mazzi di tulipani, anche quando non era stagione; andava dal fioraio della zona e arrivava a casa con i tulipani.
William, d’altro canto, si è sposato altre due volte, di cui l’ultima con una donna molto più giovane di lui. Tanta vita, quindi, si è accumulata tra loro, ma l’intesa amichevole tra i due è profonda e intensa: è all’ex marito che Lucy rivela della malattia di David, non appena ne viene a conoscenza; è a lei che William chiede di accompagnarlo quando, lasciato all’improvviso dalla giovane terza moglie, vuole intraprendere un viaggio nel Maine, dove ha appena scoperto di avere una sorellastra.
Ed è proprio durante questo viaggio dei due ex coniugi che i ricordi di una quotidianità astiosa e a tratti struggente riaffiorano e raccontano, più di mille parole, il profondo legame tra i due. Ogni gesto, ogni sguardo, ogni pensiero, ogni scintilla trasuda un rimpianto permeato di pietà, il rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato e la pietà per ciò che i due non sono riusciti del tutto a concretizzare.
Sono anni che facciamo questa conversazione […] da quando ci siamo separati, non spesso, ma ogni tanto salta fuori: un giro di scuse reciproche. Può sembrare strano, ma non per William e per me. È la stoffa di cui siamo fatti, in parte.
Oh William! È un meraviglioso ritratto della provincia americana, ma è anche molto di più. È un abbraccio universale che racconta l’essenziale e lo fa – come ormai l’autrice ha da tempo abituato il lettore – in maniera eccezionale.
Approfondimento
Oh William! Può sicuramente essere letto come racconto autoconclusivo, ma è interessante notare che la Strout ha fatto di Lucy Barton la protagonista di due precedenti lavori: Mi chiamo Lucy Barton e Tutto è possibile, pubblicati entrambi in Italia da Einaudi, rispettivamente nel 2016 e nel 2017.
Nel primo, Lucy si trova in ospedale dove è stata sottoposta a un intervento chirurgico. Al suo capezzale arriva prepotente la figura della madre e l’occasione è l’ideale per raccontare un legame familiare piuttosto tortuoso.
Nel secondo episodio di quella che potrebbe essere definita la storia di Amgash – località del Midwest dove Lucy ha trascorso un’infanzia segnata da privazioni, violenze e miseria – Lucy si confronta con un’altra parte della famiglia d’origine, cioè quel fratello e quella sorella che non riescono a perdonarle il fatto di aver avuto successo ed essere diventata “qualcuno.”
Oh William! si pone a conclusione della trilogia ed è una lettura splendida, una voce che buca la pagina e arricchisce chi ha l’opportunità di ascoltarla.