Autore: Anne Holt
Pubblicato da Einaudi - 2014
Pagine: 384 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura
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“E’ come se tu dovessi sempre pensare in modo diverso dagli altri. E’ una qualità. Di norma. Il mondo progredisce proprio grazie alle persone che la pensano diversamente”.
Sta in questa riflessione di Nefis, rivolta a Hanne, sua compagna, nonché detective della centrale di Oslo, la scintilla scatenante lo sbrogliare della matassa del caso Stahlberg, il più brutale quadri- omicidio degli ultimi tempi. La soluzione non è alla portata di tutti. Ci vuole un’indagine svolta da una bella investigatrice, uscita dall’accademia col massimo dei voti, rispettata e ammirata nel suo dipartimento, con un solo lato oscuro, in tanta perfezione.
Romanzo giallo. O mio Dio, io detesto le storie di detective, delitti, sangue, avvocati e testimoni. A sentir parlar di Camilleri o Jo Nesbø mi vengono i brividi. Non quelli gradevoli da cute anserina ma piuttosto da rifiuto totale d’intrighi più o meno logici senza un niente d’introspettivo psicologico. Quel certo non so che, che ricerco nella lettura, che mi permetta l’entrar nei panni dei personaggi o che mi lasci almeno qualcosa, penso di non riuscire a trovarlo. Togliere il famoso ragno dal buco in questo genere letterario mi sembra arduo, semmai entro, di malavoglia, in un labirinto, dove mi perdo e non ci capisco un granché. Ma mi tocca e per Leggere a Colori, lo faccio volentieri (?) e vediamo cosa ve ne viene fuori. Colpo di scena ne esce una critica … positiva. Parlare, senza sapere di cosa, è un grosso errore, sempre. Un pregiudizio è distorsione, quindi ho toppato e me ne accorgo non dico dalle prime pagine, sennò esagererei, ma man mano che m’immergo nella lettura dello scandinoir Quale verità.
E’il settimo sequel traduzione del (per ora) penultimo volume Sannheten bortenfor, datato 2003 in lingua originale, pubblicato in Italia da Einaudi uscito nelle librerie il 6 maggio 2014, di Anne Holt , la regina incontestata del giallo nordico con oltre tre milioni di copie vendute in tutto il mondo, dedicato a Hanne Wilhelmsen. Già, Hanne, impersonata da Kjersti Elvik nella nuova serie poliziesca di TV2 “Blind Dea” trasmessa da mittenti nordiche, mi sta proprio simpatica. Non è l’eroina per antonomasia, semmai come si definisce essa stessa un prodotto avariato, una persona danneggiata, con abbastanza merda da dover mettere in ordine. Come non innamorarsene e comprendere suo stato d’animo diciamo un po’ incasinato, con un background pesante e complicato che viene districato lentamente nel romanzo. E’ omosessuale e non è un caso che anche l’autrice Anne Holt lo sia (nel 2000 ha convogliato a nozze con la sua compagna Tine Kjær) per cui non voglio per forza definirla figura autobiografica, ma per lo meno chi scrive sa bene su cosa scrivere, anche perché oltre l’identità di genere identica, è stata la Holt anche avvocato nel dipartimento di polizia, Procuratore e perfino Ministro della Giustizia .
Quindi al di là dell’intrigo degli assassini di Eckersbergs, più uno spunto il crimine raccontato in maniera sciolta e semplice, in Quale verità, la scrittrice eviscera altro, un’analisi del mondo scandinavo diversa da quella che si pensa di tolleranza e libertà. Si sente il puzzo di corruzione, intolleranza, xenofobia, alcol e droga sdoganati in tutte le classi sociali e tanti “bei” difetti come la protezione dell’onore e l’infossamento di prove, che si pensa essere caratteristica del paese pizza e mandolino invece anche la fredda monarchia dalla bandiera rossa, con croce blu bordata in bianco ne è ridondante. Ecco perché merita dare una scorsa ai prequel e sequel di Anne Holt: riflessione e documentazione, ciò di cui abbiamo bisogno per eliminare paraocchi e renderci conto che tutto il mondo è paese.