
Autore: Alessandro Robecchi
Pubblicato da Sellerio - Aprile 2014
Pagine: 420 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura
Collana: La memoria

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Carlo Monterossi è l’autore-ideatore di una fortunata serie televisiva dal nome “crazy love”dove si racconta tradimenti, odi, sentimenti, sotterfugi, rancori della gente comune al grido di “anche questo fa fare amore”. Stanco di lucrare sulle disgrazie dei partecipanti, si dimette e proprio quando si gode i frutti della sua scelta spunta fuori un killer pronto a ucciderlo. Ha così inizio un giallo intenso e rocambolesco firmato Robecchi.

Milano non è una città da guardare ad altezza d’occhi, per capirla davvero bisogna guardare in basso dove i seminterrati si riempiono di traffici, magazzini e laboratori oppure in alto dove i palazzi del novecento sono cresciuti come per levitazione.
Milano, fine estate del 2013. Il geniale, tranquillo, ordinato, ironico autore televisivo Carlo Monterossi decide di abbandonare programma televisivo da lui stesso creato, nonostante l’enorme successo ottenuto, dal titolo Crazy Love. Il motivo è l’insofferenza dell’autore alla speculazione fatta dai responsabili del network sulla pelle della gente non famosa, la quale vede sbattere in prima serata fatti di vita privata.
Carlo Monterossi non riesce però a godere della tranquillità derivante dalla sua coraggiosa decisione, poiché la sera stessa dell’ufficializzazione dell’abbandono del programma un killer cerca di ucciderlo nella sua abitazione. Fortuitamente si salva, ma la polizia, indagando, si rende conto delle analogie con due precedenti omicidi e della pista che conduce a un campo rom poco fuori Rozzano. Da qui ha inizio un caleidoscopico susseguirsi di colpi di scena, indagini, personaggi improbabili e fulminanti battute, che renderanno la lettura di Questa non è una canzone d’amore piacevolmente scorrevole dalla prima all’ultima pagina.
Una trama bel sviluppata da un nutrito gruppo di curiosissimi personaggi tra cui spiccano: due killer dall’animo filosofico, una presentatrice famosa soprattutto per l’intelligenza non proprio eccelsa, una coppia di zingari in cerca di vendetta, una poliziotta che smarrisce la professionalità e un dito durante le indagini fino ad arrivare ad un gruppo di fanatici nazisti pronti più per il manicomio che per la guerra.
Colonna sonora e deliziosa cornice di questo godibilissimo libro è Bob Dylan, da cui si evince la passione di Alessandro Robecchi per la buona musica di cui è anche un grande intenditore.
Approfondimento
Conoscevo Alessandro Robecchi come uno dei “mostri sacri”, autori dei monologhi televisivi satirici di Crozza. Quando ho iniziato la lettura di Questa non è una canzone d’amore ero quindi afflitta da mille dubbi e moltissima curiosità. Finché non mi sono imbattuta in questa frase:
IL PM è alto, magro, sui 40 con la barba appena accentuata. Pantaloni di velluto,gilet di velluto,mezzo toscano di velluto,occhiali di velluto,ventiquattrore di velluto e Clark beige ai piedi. Se i magistrati vogliono smettere di farsi dare dei comunisti sarà meglio che comincino a vestirsi in modo diverso.
Da qui ho iniziato a ridere di gusto svegliando gatto e vicini di casa e non mi sono più fermata fino alla fine.
Per intendersi, Questa non è una canzone d’amore non è soltanto divertente: in alcuni capitoli, è pieno zeppo di sparatorie, dita mozzate e combattimenti degni di Street Fighter pur restando piacevolmente leggero e scorrevole.
L’attingere al mondo televisivo, del quale Robecchi è parte integrante, è semplicemente geniale come geniale è il personaggio di Carlo Monterossi, il quale riesce a condurre le indagini come un vero professionista ma senza mai farci perdere il sorriso. Un personaggio ben descritto e strutturato che darà molti spunti di riflessione sull’etica e la strada che oramai un certo tipo di giornalismo ha intrapreso lucrando sul sensazionalismo del dolore e della disperazione.
Ma soprattutto il libro ha un unico vero protagonista: la città di Milano, con il suo desolante hinterland e una realtà metropolitana fatta di murales e nebbia, dentro la quale si muovono furtivi i nostri personaggi alla ricerca della verità in un finale per niente scontato.
Elena