![Recensione di Racconti di pioggia e di luna di Ueda Akinari Recensione di Racconti di pioggia e di luna di Ueda Akinari](https://www.leggereacolori.com/wp-content/uploads/2020/06/Racconti-di-pioggia-e-di-luna-1.jpg)
Autore: Ueda Akinari
Pubblicato da Marsilio - Gennaio 2001
Pagine: 210 - Genere: Narrativa orientale
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Mille gru
ISBN: 9788831751094
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“Per caso possedevo alcune futili storielle e quando le ho buttate giù esse hanno creato un mondo fantastico, dove cantano i fagiani e i draghi combattono”
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Siamo nel 1768, Ueda Akinari, nato e cresciuto a Osaka, presenta la sua raccolta di racconti fantastici che chiama Racconti di pioggia e di luna; il perché del titolo lo spiega lui stesso nella prefazione del libro.
In una notte della tarda primavera del quinto anno dell’era Meiwa, finisco di scrivere quest’opera, accanto alla mia finestra, mentre, cessata la pioggia, è apparsa la luna appena velata; perciò, nell’affidarla al tipografo, la intitolo Racconti di pioggia e di luna.
La vera novità di questo libro rispetto agli altri testi di letteratura dell’epoca consiste nel far agire i personaggi dei racconti in modo coerente col momento storico e l’ambiente sociale in cui vivevano, quindi nel mescolare elementi fantastici, spesso estrapolati dal teatro e dal folclore locale, con gli avvenimenti storici del Paese.
La raccolta consta di nove racconti, tutti accomunati dalla presenza di fantasmi e demoni, spiriti in alcuni casi violenti e vendicativi, in altri benevoli. Questi spettri però non sono distanti e freddi come ci si potrebbe aspettare, ma hanno sentimenti come qualunque essere umano e a questi sentimenti sono da attribuirsi le loro azioni post mortem. Dal monaco-demone che si ciba di carne umana, all’imperatore roso dall’invidia che getta una maledizione sui suoi successori che lo hanno respinto e gli hanno usurpato il trono, dalla moglie fedele che aspetta inutilmente il marito a quella che uccide il suo congiunto e l’amante per averla tradita, gli spiriti conservano la memoria di ciò che furono, perseguitano i vivi e non trovano pace finché non raggiungono il loro scopo.
Non sempre gli spiriti sono subito riconosciuti come tali. Prendendo le sembianze di persone umane spesso ingannano il loro interlocutore che solo alla fine si rende conto di chi ha davanti e si comporta di conseguenza.
A fare da sfondo alle loro peripezie troviamo gli alberi di ciliegio, la pioggia, la luna, la natura insomma che entra a far parte di ogni storia alla pari di uno dei suoi personaggi rimarcando il profondo legame esistente tra uomo e natura nella cultura nipponica.
Approfondimenti
Libro che consiglierei agli appassionati della cultura e storia giapponese. Il periodo storico preso in esame per ambientare i fatti è quello che va dal X al XVII secolo. Per alcuni racconti è necessario conoscere il contesto storico per capire meglio la trama, ma per fortuna il testo è pieno di note che rimandano a spiegazioni più che esaurienti che permettono anche a chi è del tutto a digiuno di ciò che è accaduto nei secoli scorsi nel Paese del Sol Levante di avere un quadro chiaro davanti agli occhi. E inoltre un’esaustiva introduzione a cura di Maria Teresa Orsi aiuta e non poco a entrare nel mondo fantastico dell’autore permettendoci di gustare poi le pagine da lui scritte.
Logicamente parlando di Giappone non si può non tener conto nella lettura degli insegnamenti del confucianesimo e del buddismo, che sono sempre alla base della morale delle storie e dei quali spesso si servono i personaggi per giustificare i propri comportamenti come, per esempio, fa il fantasma dell’imperatore Sutoku in Shiramine rispondendo al monaco Saigyo venuto a pregare presso la sua tomba.
Ascolta. L’imperatore occupa il massimo grado fra gli esseri umani. Perciò se non rispetta la legge degli uomini, deve essere punito, in conformità al volere del Cielo e ai desideri dei sudditi.
E come ultima protagonista, ma non meno importante degli altri presenti in questo testo, non possiamo dimenticare la poesia di cui ogni pagina trabocca e alla quale l’autore tiene particolarmente tanto da far indossare le vesti del poeta a molti dei personaggi che riempiono le righe, poesia che si nutre degli spettacoli che la natura offre ai nostri occhi e che riesce a mitigare l’atmosfera anche dei racconti più tetri rendendo la lettura più piacevole.
Aira Ria