
Autore: Wisława Szymborska
Pubblicato da Adelphi - Marzo 2025
Pagine: 139 - Genere: Poesia
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Piccola biblioteca Adelphi
ISBN: 9788845938375
ASIN: B0DYPJC3YV

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E se, una notte buia, per le scale, ansimante, arrancasse una musa in scarpette ormai misere, dovrò tenervi d’occhio, non distrarmi un istante, perché sarebbe tragico se vi dovessi perdere. Se poi un giorno in tavola mancassero i bicchieri, metterei nei miei versi qualunque altro utensile: il bricco, il pentolone, casseruole e teiere–trascurare gli oggetti non sarebbe gentile.
L’albero oltre i suoi limiti caparbio si protende e con tutti i suoi rami dà la scalata al cielo, si attacca ad ogni vento, ad ogni uccello in volo, invano proiettato in ciò che lo trascende. E il poeta che dice? Non parla. È imbarazzato. Nell’aggrapparsi all’aria non è suo il primato.

Wisława Szymborska, premio Nobel per la letteratura nel 1996, con Racconto antico ci affida indirettamente le sue memorie, il suo stile e la sua visione curiosa sul mondo attraverso una affascinante e controversa raccolta postuma, rinfoltita dall’attenzione del marito e anche da successivi ritrovamenti.
Quello che ne esce è esattamente il senso prezioso e poetico della scrittrice. Nulla è lasciato al caso, e anche nella più totale assenza di una cornice figurativa racconti, favole, poesie, lasciti politici si ammorbidiscono nell’insieme riproducendo alla perfezione il suo pensiero, la sua critica, la sua vivacità, che ben sa distinguersi con autorevolezza e assertività.
“L’anima allora era avvezza a lavorare nel dettaglio, paziente, diligente, zelante, lenta. Le notizie da lontano arrivavano di rado, alcune intagliate fino al flauto d’osso, per il lungo migrare”.
“Se dirai Sì diventerai finalmente migliore dei peggiori perché i peggiori saranno quelli che hanno detto No Se dirai Sì ti apprezzeranno gli oratori in nome delle masse Se dirai No.”
La prima parte della raccolta è composta da una serie di favolette dall’umorismo piccante e divertito, contraddistinto dal capriccioso realismo e dalla gioia di scrivere; una animosità importante che lascia seguito morale, come la storia del secchio, sin troppo gioviale, incapace di domarsi e di destreggiarsi nella contentezza a tal punto poi da riempirsi di rifiuti anziché d’acqua come un villano che cincischia.
Oppure come quella povera sedia che scricchiolando in continuazione si è segata le gambe da sola…
Le restanti parti sono un alternarsi eterogeneo e variegato fra drammatismo, poesie ideologiche, distacco dall’epoca vissuta come se la potesse osservare da lontano estraniandosene, fervente e attivo interesse per la pace, influenze metafisiche e riflessioni esistenziali sull’amore.
Memore di possibile censura, questa eredità non è voluta, anche perché ci sarebbero argomenti rischiosi per le stagioni vissute dalla donna, ma oggi tuttora attuale senza risultare corrosiva dell’opinione pubblica, la quale può solo ritrovare una superficie nitida in cui rispecchiarsi.
Approfondimento
l blu dei fiordalisi non è duraturo. E il nostro amore? Cosa ne sarà? So come fa una voce squillante a diventare rauca in un istante e so come i ricordi rattrappiscono. Conosco persone dal cuore ormai spento che però dicono: stiamo benissimo e quando ridono in realtà mentono […] Nulla può mai restare uguale a prima. Tutto si trasfigura. Anche l’amore o fiorisce o appassisce.
Se dirai No tu stesso di tua volontà cancellerai il tuo nome e in tal caso il censore.
La sua rielaborazione è un metro regolare, composto da rime e versi giovanili marcati da potente affermazione e contrapposizioni, atti a moralizzare atteggiamenti tipici e a razionalizzare avvenimenti sociali; ad esempio con il suo Lamento di Mari e Monti comprendiamo appieno il suo scopo totalmente intenzionale di mettere in guardia la società dalle sue cruciali e inaspettate contraddizioni e le sue accuse al tempo e alla sorte che non fanno sconti né promettono, trascurando ambizioni e attese.
La sua appassionata metrica battezza questioni di genere e denuncia episodi tipici di razzismo,
Anche l’anima mia è nera come la mia pelle, o più; perciò, è triste e si dispera sotto l’ombra del bambù […] Io sono bianca, e anche istruita, leggo stampe missionarie, la mia anima è pulita, so che cosa occorre fare.
Una lettura regina per approcciarsi alla poetessa con leggerezza e senza pretese, ma con la possibilità di raccogliere dimostrazioni maturi della sua mano.
Nausicaa Baldasso