
Autore: Francesco Muzzopappa
Pubblicato da Fazi - Giugno 2022
Pagine: 184 - Genere: Racconti
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le meraviglie
ISBN: 9791259671332
ASIN: B09Z363JGQ

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Ennio Rovere fa testamento. Ha impiegato l’intera esistenza per costruire un sogno e ci è riuscito met-tendo su un mobilificio di successo che porta il suo nome in Brianza. Si è fatto da solo, ha avuto fortu-na, anche se la sua vita non sempre è stata facile. Ha avuto amori più o meno fortunati, mogli più o meno fedeli, figli più o meno litigiosi, collaboratori più o meno capaci. Con il testamento, però, ha l’occasione di rimettere tutti a posto: dalla prima moglie all’esuberante donna di servizio, dal figlio minore allo zelantissimo autista, dal dentista al cane devoto. Mai come adesso, si sente libero di parla-re e dire finalmente la sua.
Con la scusa di distribuire in maniera equa il suo patrimonio, il protagonista di questo libro ripercorre-rà per iscritto la propria esistenza, intrecciando dinamiche familiari e lavorative, premiando quanti davvero hanno meritato il suo affetto e punendo senza pietà tutti gli altri, senza risparmiarsi neppure nel giudizio.
Ormai, questo è chiaro, non ha più nulla da perdere.

E mi raccomando: quando sarò nell’aldilà, cercami con il telescopio.
Magari riusciamo a vederci.
Un testamento particolare, fuori dal comune, è quello che scrive Ennio Rovere.
Redatto in prima persona, Sarò breve, è quasi un memoriale della sua vita di Ennio, una sorta di unica grande lettera, indirizzata a diverse persone, a quelle persone che in un modo o nell’altro, avevano fatto parte del suo mondo. Nel comunicare a ciascuno dei suoi “cari” l’eredità lasciatagli, ripercorrerà gli anni della sua vita, le tappe e gli avvenimenti più importanti.
Nato in un piccolo paese della Basilicata, Ennio, era cresciuto in una famiglia povera, dove l’unico interesse che un ragazzo poteva, e doveva avere, era il lavoro nei campi. Quella vita che gli si prospettava però non gli piaceva, i suoi interessi erano ben altri. Aveva una forte passione per il legno e per i mobili, passione che aveva acquisito fin da bambino, sfogliando di nascosto le riviste che la madre, che prestava servizio come domestica in una famiglia benestante, portava a casa dal lavoro.
Dopo un breve periodo di apprendistato presso una bottega di un falegname del suo paese, deciderà però di partire per il nord, verso la Brianza. Il suo arrivo al nord, non sarà inizialmente roseo, inizierà a lavorare presso una fabbrica di mobili ma ben presto si stancherà. Quel tipo di lavoro, troppo semplice, troppo schematico, troppo ordinario non era quello per cui era partito, il suo sogno non era quello. Voleva fare qualcosa di grandioso, di straordinario, di unico nel suo genere. Quel lavoro nel mobilificio gli stava troppo stretto. Si licenzierà e scommetterà unicamente su se stesso, sulle sue forze, sulle sue capacità, sulle sue aspirazioni. Inizierà con l’aprire una piccola bottega di acquisti al dettaglio; la concorrenza però è tanta e il suo essere meridionale non gli sarà per niente di aiuto.
I primi tempi erano stati sconfortanti, tristi, deludenti, al punto tale da dover barattare, con un ristoratore, un piatto caldo al giorno con un tavolino rotondo con finitura in noce Bassano. Ed ecco che così, da un momento all’altro, tutto iniziava a cambiare. Quel tavolino, aveva riscosso un gran successo tra i clienti di quel ristorante, tutti benestanti. Da lì in avanti le commissioni e gli ordini aumenteranno, oramai la bottega era diventata troppo piccola e lui da solo non riusciva a portare a termine tutti i lavori. Era necessario trovare un locale più grande e assumere personale. Acquisterà un grande capannone e nel giro di poco tempo, con tanto duro lavoro, riuscirà ad aprire la sua azienda di mobili con una trentina di impiegati.
Gli affari per molto tempo sembreranno andare bene ma, a un certo punto, le esigenze del mercato e dei compratori cambieranno e gli affari per Ennio inizieranno a mettersi male. Sarà sua figlia Greta a risollevare le sorti dell’azienda. Proporrà un’alternativa al padre, un drastico cambiamento, una riconversione. Dalla realizzazioni di mobili si passerà a qualcosa di eterno, di immortale.
Oltre a narrarci la sua vita, nel suo testamento, Ennio, come giusto che sia, lascia precise indicazioni sulla divisione della sua eredità. La sua è una grande famiglia, due mogli, tre figli avuti da tre donne diverse, un genero, due nipoti e un cane. A tutti loro, o quasi, lascerà grandi patrimoni. Non sarà però solo la sua famiglia a beneficiare della sua eredità, ma anche altre persone che con il loro lavoro erano riuscite a migliorare la sua vita: il suo dentista, il suo autista e la sua governante.
Ennio, vorrà lasciare però dei doni più importanti, cose oltre il tangibile.
Con ognuno di loro parlerà apertamente, farà loro delle critiche dove necessarie, ma soprattutto darà dei consigli, dei suggerimenti su come non sprecare la propria vita ma viverla a pieno e inseguire i propri sogni.
Approfondimento
Inseguire i propri sogni ed essere felici è quello che sta più a cuore ad Ennio, ed è proprio quello che ribadisce più volte nel suo testamento quando si rivolge alle persone a lui molto care. Cercherà di esaudire, da morto, i loro desideri, quei desideri che forse avevano persino dimenticato di avere, perché presi da altro o per timore di non essere all’altezza.
Ennio li spingerà ad osare, a spingersi oltre, a mettere se stessi e i propri affetti prima di tutto.
Il tempo di tutti, sulla terra, è limitato, e chi più dei Rovere lo sa.
La nostra esistenza ha una scadenza. È necessario vivere la propria vita al meglio, non sprecarla dietro a futili cose, non essere ossessionati dal cibo, dal lavoro, dal successo, cercare di far combaciare tutto, il lavoro, l’amore, la famiglia, le amicizie, vivere una vita degna di essere vissuta, senza alcun rimpianto o rimorso.
Simona Signoriello